la bottega dei suicidi regia di Patrice Leconte Belgio, Canada, Francia 2012
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la bottega dei suicidi (2012)

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locandina del film LA BOTTEGA DEI SUICIDI

Titolo Originale: LE MAGASIN DES SUICIDES

RegiaPatrice Leconte

Interpreti: -

Durata: h 1.25
NazionalitàBelgio, Canada, Francia 2012
Genereanimazione
Al cinema nel Dicembre 2012

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Trama del film La bottega dei suicidi

Una città grigia dove il sole non splende più, dove la gente è triste e rassegnata, dove non si sa se è mattina o sera, se è oggi o domani. Cosa fare allora se non suicidarsi? E se la tua vita è stata un fallimento puoi sempre fare della tua morte un successo. Basta affidarsi a professionisti, come la famiglia Tuvache ed entrare nella piccola bottega oscura! Tutto scorre nel migliore dei modi fino a quando Alan, il nuovo nato, non distrugge l'equilibrio famigliare con la sua "ingiustificata" gioia di vivere. Ironico, irriverente, sorprendente, unico nel suo genere. Dopo aver visto questo film la vostra vita non sarà più la stessa!

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Voto Visitatori:   5,23 / 10 (20 voti)5,23Grafico
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Voti e commenti su La bottega dei suicidi, 20 opinioni inserite

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Peanuts02  @  18/03/2018 20:39:48
   6 / 10
ALLERTA RECENSIONE PIENA DI SPOILER

Allora, apprezzo molto il cinema francese ma confesso di essere veramente poco esperto del settore. A parte qualche commedia o altro, sono poco ferrato sull'argomento, ma ciò non mi ha impedito di sperimentare questo "La bottega dei suicidi", sebbene non conoscessi affatto il regista.
Il film inizia dando sfoggio del suo comparto grafico che è MOOOOOOLTO particolare e stilistico. Il tratto è matitoso, quasi come se fosse tutto il frutto della mano di un artista moderno armato di carboncino, e la colorazione prevede tinte sia accese che spente arricchite di particolari sfumature. L'animazione poi è unica nel suo genere, non conosco altri esempi simili, e di film d'animazione ne ho visti tanti. I personaggi hanno movimenti volutamente rigidi come se fossero marionette di carta, e i design sono deformati come in un film della Laika.
Nel complesso, è come entrare in una galleria di arte moderna e di vignette, il che è assai suggestivo.
Ma parliamo della storia. Penso sia assodato che la parte migliore del film è l'inizio, quella che abbraccia i primi venti minuti e che ci introduce alla storia.
In una città in cui persino i piccioni si vogliono togliere la vita, hanno aperto un bottega per fornire i giusti attrezzi per il suicidio ai poveri disperati che vogliono farla finita. La bottega è gestita dalla famiglia Tuvache, composta dall'egocentrico padre Michima, dalla moglie Lucrece e dai figli Marylin e Vincent. Quattro nomi, quattro garanzie, e ritengo veramente fine la scelta di QUESTI nomi. Gli affari vanno a gonfie vele, ma ecco spuntare il terzogenito, un bambino contento di vivere e quindi una mosca bianca nel suo ambiente.
Da qui, il film inizia progressivamente a perdere colpi.
Le basi per un'ottima commedia dalle tinte grottesche, comiche e dark sono presenti, e lo stile bartoniano si fonde molto bene al'ambientazione francese e alla regia, tuttavia si sente che l'originalità della trama vacilla minuto dopo minuto. Forse perché il padre di famiglia ricorda fin troppo Gomez Addams, ma io credo perché ogni singola potenzialità viene perduta alla ricerca del lieto fine.
Non so come spiegarmi meglio, ma Alan è il personaggio meno riuscito di tutto il film. Voglio dire, sulla carta sarebbe lui la colonna portante della pellicola, ma come è stato sviluppato è veramente avvilente. La sua personalità è piatta e anche il suo design è piatto. Ho trovato molto più interessante la sorella, alla quale viene dedicata una scenetta spinta bella lunga, mentre il povero Vincent resta un mero riempitivo, della serie "Le famiglie di 5 vanno tanto di moda".
La tematica è veramente matura e toccante. Con cinismo, black humor è satira si vuole esporre lo scottante tema del "mal di vivere" che ti porta al suicidio, ma il film ci vuole dire che la vita è qualcosa di troppo prezioso per rinunciarci in questo modo. Visti anche certi episodi di cronaca, ritengo che si tratti di qualcosa di splendido, il problema è che tutto viene reso nel buonismo più zuccheroso mentre visto l'inizio ci si aspetterebbe tutt'altra cosa.
Anche la scena in cui Alan fa tremare il negozio usando il super stereo di un'automobile è fin troppo ridicola, cozza troppo con il contesto e il tipo di film che stai vedendo.
La risoluzione finale è parecchio lasciata a sè stessa andandosi a perdere, il che è un peccato.
E poi le canzoni... Ho un rapporto combattuto con i musical, e personalmente non ritengo questo il film migliore con cui approcciarsi al genere. Certe canzoni sono anche belle nel loro significato, ma musicalmente non tutte mi hanno fatto impazzire. Quella all'inizio che accompagna il suicida è forse una delle migliori, sia registicamente che artisticamente mi ha fatto pensare a Les miserables, non saprei neanch'io perché. Le altre sono alquanto noiose e dimenticabili
Il film merita comunque una sufficienza, non tanto per il film in sé, che di mio considero un tentativo andato a finire male, ma perché riconosco che qualcuno potrebbe anche apprezzare il suo stile e vedere dei pregi laddove io ho visto dei difetti. E' in fin dei conti uno di quei film che si basano su gusti personali.

biagio82  @  17/10/2016 14:01:45
   6 / 10
questo film parte benissimo,ma come sottolineato dagli altri commenti si perde sul finale,
bellissima l'ambientazione, con questa città scurissima e triste dove anche i piccioni sono talmente sfavati da suididarsi,la critica sociale alla'attaccamento dei soldi e al lamentarsi di cose alla fin fine futili, e anche la presentazione di alan con la sua voglia di vivere,che lo fa sembrare un po picchiatello alla faccia dell famiglia è dafatta benissimo.
peccato che la seconda parte sia lasciata totalmente alla deriva, belli i tentativi di sabotaggio di alen ai danni dei mezzi di suicidio venduti dai suoi genitori,ma il cambio di penserie della famiglia di alan non viene motivato a sufficenza e tutto sembra troppo veloce e semplicistico.
secondo me avrebbe avuto bisogno di una mezzoretta in più

alex94  @  26/07/2014 12:21:49
   6½ / 10
Film d'animazione diretto da Patrice Leconte nel 2012.
La trama è piuttosto originale,sviluppata anche discretamente, in maniera molto macabra ed ironica.
Il problema è che il film in alcuni momenti annoia a causa delle canzoni,veramente troppe e quindi dopo un po abbastanza irritanti.
Mediocre anche l'animazione.
Il film non è male molto particolare e sicuramente meritevole di una visione,resta comunque il fatto che con un idea simile, nelle mani giuste poteva venirne fuori un mezzo capolavoro,peccato.

horror83  @  20/05/2014 08:56:13
   6½ / 10
COMMENTO SPOILEROSO

Ho guardato questo cartone perché mi incuriosiva vedere cosa si fossero inventati per parlare, in un cartone, del suicidio. Penso che non sia un cartone per bambini ma per un pubblico adulto (dato l'argomento e certe scene). L'ho guardato anche in una giornata storta e mi ha rimesso di buon umore. Allora, secondo me è un cartone carino ma la prima parte è molto più bella della seconda parte. A me personalmente mi è caduto quando c'è stata la scena della sorella che ballava nuda e dalla finestra il fratellino e gli amici, di lui, la guardavano (l'ho trovato di cattivo gusto), poi anche la scena dell'automobile che fa ballare tutta la bottega, e si spaccano tutte le cose che permettevano ai clienti di suicidarsi, l'ho trovata un po' ridicola. Il finale a lieto fine era scontato fin dall'inizio. Cmq la prima parte è troppo bella con tutte queste persone, depresse e disperate, che si rivolgevano alla bottega dei suicidi per comprare qualcosa di utile per suicidarsi (c'era un po' di tutto, dalle corde per l'impiccagione, ai veleni, alle lamette per tagliarsi le vene, ai funghi velenosi, alle spade dei samurai, agli insetti velenosi, serpenti, pistole, ecc.) si vede gente che si butta giù dai palazzi, chi si butta sotto le automobili o i pullman, c'è questa città grigia e spesso piovosa, con tutte le persone depresse, ecc. in più vedere i proprietari della bottega che con nonchalance consigliavano ai loro clienti il metodo da comprare per uccidersi, l'ho trovato troppo bello (ma anche un po' spiazzante). I personaggi li ho trovati macabri al punto giusto ma nello stesso tempo comici. Poi da quando è arrivato il bambino "santo", e sempre sorridente, l'atmosfera si è un po' rovinata, ma nella seconda parte è andata sempre peggio. Del finale mi è piaciuto che fanno vedere le anime delle persone che si sono uccise. Poteva essere un cartone da 7, o anche di più, ma è stato rovinato nella seconda parte con alcune scene senza senso. Quindi per me è un sei e mezzo.
Un cartone carino, che lo consiglio solo ad un pubblico adulto! Per i bambini è vietato!

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/05/2014 09.01.11
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  22/04/2014 16:56:45
   6 / 10
Cielo plumbeo sulla città, occhi cerchiati di nero e visi funerei: la crisi non lascia scampo, prosciuga i portafogli e deprime i cuori concedendo come spietata via di fuga il suicidio.
Unica fonte di luce e colore nell'ambito della tetra metropoli è una bottega bizzarra gestita da personaggi grotteschi con nomi di celebri suicidi, costoro consigliano e vendono i più disparati oggetti per porre fine ad ogni patema con metodi più o meno cruenti. La solfa cambia quando il terzogenito Alan, così diverso e sempre sorridente, inizia a mostrare ai propri cari il mondo sotto una luce diversa, molto meno tenebrosa e per nulla votata all'autodistruzione.
Ritorna al suo vecchio amore Patrice Leconte, ovvero fumetto e cinema d'animazione, con un film palesemente destinato ad un pubblico adulto e consapevole vista la delicatezza del tema trattato.
Le scivolate nel cattivo gusto sono spesso scongiurate per il rotto della cuffia, allo stesso tempo il divieto che la Commissione di Revisione Cinematografica pose sulla pellicola qui in Italia (unico caso in tutto il mondo) è a dir poco discutibile ed esagerato. Resta il fatto che l'estremizzazione di una tendenza così tragica, tipico sfogo del malessere attuale, non è di facile trattazione, affrontare con leggerezza certe situazioni richiede un equilibrio che Leconte trova a fatica, nonostante sia indiscutibile l'invito alla gioia di vivere dopo una partenza in cui il politicamente scorretto abbonda.
Il tratto è grezzo, molto vicino ad un tipo d'animazione europeo che nel caso ricorda Silvayn Chomet; c'è molta cura nei dettagli e nella definizione degli sfondi, ma i personaggi sono definiti da singolarità grafiche tutt'altro che memorabili. L'attitudine al macabro invece deve molto a Tim Burton anche se il paragone con lo scarmigliato regista americano è in questo caso impietoso per svariati motivi: trama troppo esile ed elementare, innumerevoli canzoncine di mediocre qualità e protagonisti anonimi, soprattutto superficiali e prevedibili nel loro cambio di rotta.
Visione passabile con un'idea di fondo provocatrice sfruttata solo in parte.

Sestri Potente  @  24/03/2014 08:02:49
   7 / 10
Vado controcorrente, a me questo film d'animazione è piaciuto parecchio. Innanzitutto bellissimo lo stile grafico, qualche ingenuità nella narrazione ma è un buon prodotto.

camifilm  @  21/09/2013 18:46:19
   6 / 10
Bello.
Bello il contrasto colori tra bene e male, invertito.
Le canzonicine non sono fastidiose, ma simpatiche.
La storia svela un finale inaspettato.

forzalube  @  04/01/2013 04:10:08
   6½ / 10
A me dal punto di vista dell'animazione è piaciuto e mi ha ricordato certi film di Tim Burton. Anche le canzoni e l'atmosfera non sono male in generale.

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