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Una spietata disamina di uno spaccato di mondo: i bambini soldati della tribù Miskito. Privo di qualsiasi rifacimento artificiale, o melenso buonismo, Herzog ci mostra un frammento di una realtà brutale, metafora della Storia universale, ripetutamente sporcata, nel corso dei millenni, dal sangue di innocenti, vittime, e carnefici. E' spietato nella sua oggettività. Non lascia spazio a discussioni o vuote elucubrazioni di matrice social-politica che si ritirano violentemente nel nulla della ragione, lasciando emergere unicamente l'angoscia e lo scoramento per un mondo al cui interno, da sempre e per sempre, le canzoni saranno sovrastate dagli spari e dalle grida di disperazione.
Documentario che si concentra maggiormente sui bambini soldato; terribile anche se Herzog non fa nulla per giudicare, alcune questioni sono talmente al di fuori di ogni logica umana per diventare cosi mostruose da farsi giudicare da sole. Lavaggi di cervello, ragazzi e ragazze spesso bambini con i fucili... struggente.
Purtroppo calzante il parallelismo di Herzog tra i bambini Miskito che combattono i sandinisti, con i bambini che difesero la Berlino della seconda guerra mondiale. "Quando li guardo, li vedo già morti". La logica della guerra, per così dire, impone questo: figure grottesche di bambini in divisa più bassi dei loro stessi fucili, trascinate verso un destino tragico. Un affresco impietoso quello di Herzog, un pessimismo senza via di scampo o salvezza.
Splendito documentario sui bambini soldato utilizzati dagli indios Miskito nella loro lotta di resistenza contro le truppe sandiniste. Herzog non cade in facili moralismi e non giudica nessuno... si limita a mostrarci lo stato delle cose... Alla fine siamo quasi portati a giustificare il tutto