All’inizio del XX secolo, la scoperta del petrolio trasformò l’esistenza degli Osage che diventarono da un giorno all’altro immensamente ricchi. L’improvviso benessere di questi nativi americani attirò l’interesse dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i beni degli Osage fino a ricorrere all’omicidio. Una storia d’amore e tradimenti, delitti e misteri in un intrigo avvincente per la scoperta della verità.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Scorsese è un regista che realizza le sue fatiche cinematografiche in base ad uno stile definibile coerente. L'impronta artistica del cineasta è facilmente prevedibile/leggibile, in genere, si parte da una scelta tutt'altro che accidentale del corpus attoriale e si prosegue nel nome di vecchie storie americane, fra spaccati sociali generalmente criminosi.
La coerenza c'è, ed è questo il dramma. "Killers of the flower moon" tecnicamente e concettualmente sembra appartenere alla stessa idea un po' fallimentare di "The Irishman". A preoccupare, in primis, è una durata spaventosa del prodotto, si va ben oltre le tre ore, i risultati quali saranno?
"Killers of the flower moon" non impiega troppo per palesare il suo fraudolento progetto, insomma, basteranno circa quaranta minuti per capire che il film è stato strutturato sulla falsariga del già citato "The Irishman", ma questa volta il collasso è oggettivo. Dopo un prima parte quasi "documentaristica", Scorsese lascia trasparire già le intenzioni e le dinamiche inesorabili di un disegno magrissimo. In teoria si parte da uno spunto "giocabile" ma la trama non gode di sviluppi significativi e la sceneggiatura, in modo del tutto meccanico e sincronico, sprofonda negli abissi dell'imbarazzo. Fra pigrizia, ridondanza e vuoti funesti circa l'introspezione dei personaggi principali il film è una quintana di ripetitività e lungaggine inaudite ("Quei bravi ragazzi" a confronto è un capolavoro) dal sapore di beffa per chi paga il biglietto. Location interessanti ma non estremamente curate, meglio per quanto riguarda le atmosfere e il gioco di inquadrature messo a disposizione da Scorsese (se fosse venuto meno anche su questo punto, diremmo del vuoto cosmico). Sufficiente De Niro, ruolo infinitamente stereotipato per lui. Se la cava benone Lily Gladstone, più immagine qui che attrice. Malissimo Di Caprio in un ruolo fin troppo a testa bassa che stanca già dalla prima inquadratura. Tris di attori bruciati come i soldi dei magnati al casinò.
"Killers of the flower moon" è una schematica ed elementare parabola discendente di uomini e donne, storia triste e drammatica quasi quanto la superficialità e la leziosità della regia circa l'esposizione dei fatti e della mancata veemenza dei personaggi, splendidi protagonisti di un mortuario club dell'apatia.