juice (1992)

Inedito in Italia, il film narra le vicende di quattro ragazzi neri di Harlem (Epps, Shakur, Hopkins e Kahn) alla costante ricerca di rispetto tra risse, scorribande e furti di poco conto. In un mondo fatto solo di violenza e povertà, le difficoltà di crescita sono tante, mentre le vie per sopravvivere alla dura legge della strada sono poche. Malgrado questo, i ragazzi rimangono sempre e comunque uniti, anche se l'unico che sembra stare completamente con i piedi per terra è l'aspirante dj Q (Epps). Ma quando lo psicolabile Bishop (Shakur) li coinvolge in una rapina in un negozio uccidendo a sorpresa il proprietario, l'equilibrio si rompe, e l'amicizia tra i quattro si disintegra con conseguenze drammatiche e fatali, dato che lo stesso Bishop ha deciso di far fuori gli amici per non lasciare testimoni. Un'ottimo film, uno dei migliori nel rappresentare la vita nel ghetto di una grande metropoli. Pochi film sono riusciti a dipingere New York in modo accurato e reale come questo. Bello il modo in cui la vicenda viene narrata: parte come una commedia, poi, dalla rapina, diventa un dramma, e nell'ultima parte, quasi un'horror urbano (date le apparizioni stile Michael Myers di Tupac). Storia cruda, sconvolgente, violenta e (purtroppo) veritiera, ottima sceneggiatura, eccellente fotografia (specie nelle scene notturne), mitica colonna sonora, e recitazioni impeccabili (soprattutto il matto - ma non ditelo a lui - ed inquietantissimo Shakur, qui nella sua migliore interpretazione che ho sempre reputato degna almeno di una nomination all'Oscar). Non c'è molto altro da aggiungere. Un film grandioso, teso ed agghiacciante, piccolo capolavoro underground, assolutamente da vedere. Memorabile il confronto nel corridoio della scuola tra Q e Bishop, così come la rissa finale sul tetto di un palazzo.

Piccole parti per Samuel L. Jackson , Queen Latifah e un piccolo George O. Gore (Junior in "Tutto in Famiglia") nella parte del fratellino di Epps.