In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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In alcune cose forse calca un po' troppo la mano ma alla fine funziona. Il film risulta fruibile anche a chi non mastica materia di relatività generale, e questo di certo non è un difetto.
Non è un capolavoro in quanto presenta diversi difettucci. In questo ruolo inedito Matthew McConaughey se l'è cavata, ma di sicuro riesce meglio il altri panni. Molto meglio invece la prova Matt Damon e Anne Hathaway.
Era partito benissimo, molto attento ai particolari e ai dettagli. Per certi versi quasi eguagliabile al perfetto stile di Kubrick in 2001 Odissea nello Spazio (Come ad esempio la'azzeccatissima scelta di non inserire alcun rumore nello spazio per assenza di aria) ma negli ultimi 20 minuti si assiste a qualche tamarrata di troppo in stile John McLane che ne vanifica un po' la credibilità (tipo l'attracco disperato della nave in rotazione).
Ha comunque il grande pregio di non annoiare e di trattare con la giusta equidistanza l'etica della scienza in quelle che potrebbero essere scelte difficili che un giorno qualcuno potrebbe dover realmente prendere.