In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Nolan si conferma un abilissimo incantatore di serpenti. La fattura generale del film è talmente valida da non farti accorgere di assistere ad una storia vecchia, lacunosa, sempliciotta e assurda. Sintetizzare questo incantesimo in un voto, singolo e secco, è molto complesso. Il film trascorre bene malgrado la durata? Sì. Il film regala momenti emozionanti? Sì. Il film è pieno di stupidaggini? Sì. Il film ha un suo significato? Sì. Il film è ben fatto? Sì. Il film è una storia stupida che viene continuamente ricomplicata? Sì. E il finale poi, è la summa del cinema Nolaniano. Il costante tentativo di riassemblare tasselli che erano dapprima stati evidentemente rimescolati solo per il gusto di poter esser poi riassemblati, e che in ultimissima parte, di nuovo vengono rimescolati...
Non si può dire che sia un brutto film. E non lo è. Ma siete davvero sicuri che sia così bello, interessante e profondo come pretende di apparire? O siete vittime del solito gioco di prestigio...