In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Il film vuole presentarsi come verosimile, ma certe assurdità nella trama ne minano la credibilità.
Innanzitutto il fatto che il protagonista incappa, quasi per caso, in un laboratorio della NASA che ci viene detto essere uno dei segreti meglio custoditi del mondo. Gli scienziati che vi lavorano pensano bene, invece che eliminarlo fisicamente in modo che non possa raccontare a nessuno ciò che ha visto, di invitarlo a partecipare in qualità di Leader ad un viaggetto nello spazio dal quale dipende il destino dell'umanità, semplicemente perché il nostro eroe era stato un astronauta in passato (e anche grazie ad una raccomandazione).
A bordo della navicella troviamo un robot dotato di un'intelligenza artificiale che probabilmente non saremo in grado di programmare nemmeno tra mille anni e una strumentazione che è pari pari quella di 50 anni fa dell'apollo 11.
Ma il pezzo forte arriva alla fine: il nostro eroe compie l'estremo gesto di altruismo e si lascia cadere in un buco nero per il bene del resto dell'equipaggio. Finisce dritto dritto in una dimensione parallela, nella cameretta di sua figlia, alla quale, spostando libri e lancette di orologi, riesce a comunicarle in codice Morse l'equazione segreta per la salvezza dell'universo.