In un futuro imprecisato, un drastico cambiamento climatico ha colpito duramente l'agricoltura. Un gruppo di scienziati, sfruttando un "whormhole" per superare le limitazioni fisiche del viaggio spaziale e coprire le immense distanze del viaggio interstellare, cercano di esplorare nuove dimensioni. Il granturco è l'unica coltivazione ancora in grado di crescere e loro sono intenzionati a trovare nuovi luoghi adatti a coltivarlo per il bene dell'umanità.
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Nolan è uno dei miei registi preferiti, anche se ritengo che tutti i suoi film abbiano ben più di un difetto. Questo è particolarmente difettoso però. Direi che siamo di fronte ad un film di serie B in quasi tutti gli aspetti (personaggi riciclati, dialoghi mediocri, trama stravista, "colpi di scena" totalmente prevedibili, spiegoni da fumetto messi in bocca a scienziati della NASA, morale un tanto al chilo, e così via) però travestito da kolossal grazie ad immagini eccezionali (premiate dall'Oscar) ed una colonna sonora bellissima. In pratica una puntata (inutilmente lunghissima) di Star Trek di 60 anni fa, truccata da film di oggi. Nolan riusa qui la gravità come usava i sogni nidificati in Inception per giocare sullo scorrere del tempo. Ma, mentre in Inception le regole se le era fatte da solo, qui si parla di leggi fisiche reali (col risultato che i conti tornano ancora meno). Poco riuscita inoltre la visione del futuro tra 200 anni da noi: praticamente tutto uguale ad ora. Forse l'ambizione era troppa?