Steven è un cardiologo: ha una bellissima moglie, Anna, e due figli, Kim e Bob. All'insaputa di costoro, tuttavia, si incontra frequentemente con un ragazzo di nome Martin, come se tra i due ci fosse un legame, di natura ignota a chiunque altro. Quando Bob comincia a presentare degli strani sintomi psicosomatici, la verità su Steven e Martin sale a galla.
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Una vita per una vita. Questo potrebbe essere il titolo di questa tragedia greca moderna che viene messa in scena nella pellicola da un regista capace di stupire e di mettere a nudo la tragicità della realtà, persino dove la realtà si sfuma nel grottesco, nell'horror, in una fantasia tetra. La famiglia perfetta, il padre di famiglia, i figli e una grande colpa. Non aver salvato un uomo durante un'operazione in cui - egli, padre di famiglia e chirurgo - ebbro di alcool - commette un errore. Quell'errore sarà fonte di vendetta da parte di un ragazzo che chiederà una vita in cambio. La vita del figlio, per la vita del padre. La tragedia è messa in atto in un crescendo di ansia, di disturbo in cui ci si trova immersi fin dalle prime asettiche e fredde inquadrature. Molto studiate, a dire il vero, molto puntuali nel mettere in scena il dramma. Un dramma muto, crescente. Non si tratta di un horror, né di un film meramente drammatico ma di un'ibrido tra farsesco e grottesco. Molte le citazioni. forse non un film perfetto ma disturbante e che non lascia e non può lasciare indifferenti. Il mito di Ifigonia è palese ma non è l'unico, mille rimandi e mille riflessioni sono d'obbligo. Il film è lento ma scorre bene malgrado ciò perché pone interrogativi che lasciano desti. Può piacere oppure no ed è giusto che sia così. A me è piaciuto, molto più di altri film di questo autore.