il principe della citta' (1981)

Nell'insieme di tutti i lavori di Sidney Lumet, il tema della corruzione nel corpo di polizia è uno dei temi che più gli stanno a cuore.
All'interno di questo sotto-genere neo-noir PRINCE OF THE CITY è un vero capolavoro, un suo capolavoro, un'epopea umana minuziosa e realista che ci spiega nel dettaglio ogni impulso interno all'apparato federale, una storia sulla durezza delle responsabilità e della giustizia e sulla fragilità dei valori e delle intenzioni, nonché sul senso di amicizia e solitudine.
Per quanto questo film violi ogni norma di racconto cinematografico classico, libero da ogni schema e da ogni genere, di lì a vent'anni i film biografici e d'inchiesta avranno lo stesso format.

Una pellicola non tanto da rivalutare, ma da riscoprire, dato che in TV non lo danno mai, forse anche per via della durata, lunga si, ma ne vale la pena. Sidney Lumet ritorna nel contesto del marcio nella polizia, passando da un uomo incorruttibile ("Serpico") a uno corruttibile e questo è molto interessante, anche grazie ad una grande sceneggiatura. Molti dialoghi, che a volte appesantiscono un po' la visione, però Lumet affonda il colpo ed entra nei meandri della mente del protagonista, sofferente nella strada che ha intrapreso. Treat Williams nel ruolo della vita.

La grande regia di Lumet e la sofferta, eccezionale prova di Treat Williams sono gli elementi che tengono vivo l'interesse dello spettatore; la durata però è davvero pesante, troppo troppo lunga, e forse si poteva fare a meno, almeno a fini cinematografici, di entrare così tanto nel dettaglio spesso saltando confusamente da una situazione ad un'altra.
Ci sono scene da storia del cinema (mi viene in mente il piano sequenza sotto la pioggia tra Williams e i drogati) la vicenda è molto delicata e i tanti dialoghi sono decisamente taglienti; ma la carne al fuoco è tanta, troppa, ed è una cosa che finisce inevitabilmente per nuocere tutto l'insieme. Magari qualche scena d'azione in più non avrebbe guastato.

Un Lumet buono ed ambizioso, ma che comunque sta nel mezzo tra i top ed i filmetti.

Altro film di Lumet che usa come tema la corruzione nella polizia, realistico nella fattura e non si perde certo in fronzoli.. Lungo, ma sempre interessante nello svolgimento dei vari fatti - un po mi son perso.. Ottima la prova di Treat Williams nel suo personaggio.. Scena finale efficacemente cruda.

Grande film di un grande regista.
Film di denuncia, ottimamente interpetato e diretto che, nonostante la lunga durata, mi ha coinvolto dall'inizio alla fine, spingendomi a riflettere su tematiche tutt'oggi molto attuali!
Film amaro, in cui Lumet, grazie anche ad un'eccellente prova di Williams, riesce egregiamente ad approfondire la psicologia dei vari personaggi e nel frattempo a creare un'opera di denuncia lucida e fredda spingendosi oltre al suo "Serpico.
Non aggiungendo altro ai precendeti ed esaurienti commenti, consiglio vivamente questo film a tutti gli amanti del buon cinema!

Chi dovrebbe combattere il traffico di droga a conti fatti ne fa parte.
Solo il pentito rompe una abituale e consolidata omertà. Ma non c'è redenzione sociale alcuna alla fine del cammino. Vigoroso ritratto di una giungla urbana senza speranza. Rigorosa ricostruzione di una storia vera senza formalismo alcuno. Ottima prova di Treat Williams e regia intensa di Lumet.

Questo è il miglior film di Sidney Lumet, il più ambizioso data la monumentalità dell'affresco riprodotto. Danny Ciello (il miglior Treat Williams in assoluto) si discosta sensibilmente da Frank Serpico. Quest'ultimo era la riprova di un codice morale ancora esistente, mentre nel principe della città tutto scompare. La corruzione è diventata quotidianità e Ciello si ritrova contemporaneamente accusatore ed accusato in una New York spettrale, rappresentata magnificamente dal regista, in cui ciò che colpisce è l'assenza di un codice morale collettivo di riferimento. I confini della legalità ben tracciati in Serpico, qui diventano più intellegibili.

Uno dei film più corrosivi di Lumet, e probabilmente fra i migliori della sua carriera. Una superba prova attoriale di Williams, costretto a reggere per tre ore il confronto con i Grandi attori del genere e sfidare praticamente se stesso, come il protagonista del film (tutto il film si regge sulla sua prestazione e sul suo personaggio).
Un film ambizioso, a tratti scomodo e imponente (v. la sua lunga durata) ma di rarissima efficacia. Molto più corrosivo di Serpico, dello stesso regista.