Nella giungla birmana alcuni ufficiali e soldati inglesi sono prigionieri dei giapponesi. Questi ultimi impongono agli inglesi di costruire un ponte, essenziale per i loro trasporti di guerra. I prigionieri si rifiutano di farlo. Ma in un secondo tempo, il colonnello comandante degli inglesi Nicholson, per dimostrare la propria superiorità, si dedica con i suoi alla costruzione di un ponte imponente, mettendosi per così dire in competizione con gli avversari in una specie di paradossale fanatismo patriottico.
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Uno dei più grandi film di guerra della storia del cinema, che si differenzia dai semplici film bellici per la struttura del racconto e soprattutto per la storia. Come sempre, un cast d'eccezione, con grandissime prove recitative di William Holden, Alec Guinnes e Sessue Hayakawa; locations suggestive e ben curate; montaggio eccellente; e colonna sonora rimasta nella storia del cinema, emozionante ed epica. In ultimo, concludo ricordando lo straordinario contrasto tra il Col. Nicholson (A. Guinnes) e il Col. Saito (S. Hayakawa), il primo autorevole, il secondo autoritario, contrasto che, successivamente, si è trasformato in stima ed affetto. Stupenda e coraggiosa, l'idea degli inglesi, nel film, di costruire il ponte per far vedere ai giapponesi della loro capacità costruttiva e intramontabile, benchè triste, la scena finale di questo capoalvoro, firmato David Lean, che cinque anni dopo, ci regalerà l'altrettanto superbo "Lawrence d'Arabia".