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A me non è per nulla dispiaciuto questo lavoro di Dallamano,derivativo e caratterizzato da una storia piuttosto semplice e priva di sorprese ma ugualmente gradevole e priva di grosse sbavature. Se a ciò aggiungiamo un buon aspetto tecnico (veramente ottima la fotografia) un ambientazione affascinante e dei discreti interpreti,si può tranquillamente dire che Il medaglione insanguinato è un vecchio horror che merita un recupero,non eccellente ma sicuramente degno di una visione.
Un tema interessante quello della presenza del maligno nelle opere d'arte ad influenzare la mente umana, così come l'ossessione edipica della bambina per il padre. Il tutto mi pare però che venga trattato in maniera confusa e superficiale, con una regia, poi, che a tratti mi pare raffazzonata ( buona invece la fotografia ). Il film sembra indeciso tra l'essere un giallo o un horror gotico, alla fine non è nessuna delle due cose
( che la colpevole della morte della madre fosse la bambina, poi, lo si era capito fin dall'inizio... )
e a tratti è anche un po' noioso. Si salva, oltre che per la fotografia, per alcune scene ben fatte ancorché di ispirazione "esorcistica", con Nicoletta Elmi per una volta non caratterista ma protagonista.
Dallamano si inserisce nel filone inaugurato dal grande successo dell'Esorcista e se da un lato ne riprende qualche elemento come la bambina intepretata dalla Elmi, dall'altra cerca di fare qualcosa di diverso inserendo un contesto gotico e lasciando spazio ad un'atmosfera più onirica. Centrale è il rapporto padre/figlia che evidenzia la sua forte componente edipica, però non scivolando mai nel morboso, ma anzi lasciando ampio spazio alle caratterizzazione dei personaggi. Più inquietante che spaventoso e certamente con un ritmo che tende ad essere un po' troppo lento in qualche fase, tuttavia discreto come risultato.
Massimo Dallamano è stato uno di quei registi italiani figli e padri, simultaneamente, di un tipo determinato, peculiare di confezionare film. Dallamano spazia fra film gialli, polizieschi ed horror degli anni settanta. Ad esempio, nel 1972, della regia in questione, si ricorda "Cosa avete fatto a Solange?", sempre in questi spezzoni temporali alla mente dell' "agguerrito" e maniaco scopritore e cinefilo del genere thriller/horror viene in mente "Il medaglione insanguinato" (Il titolo prevede anche un'altra parola "Perché!?"). Dispiace insomma che un incorrotto film come "Il medaglione insanguinato" non godi di (almeno) una manica di fans, il prodotto è orfano di apprezzamenti. Il tempo passa e la concorrenza del tempo, passi il gioco di parole, alle volte è stata troppo impulsiva e poco equilibrata cancellando quasi del tutto film che avevano ed hanno, oltretutto, un qualcosa da dire nella loro fattispecie di film di genere. Dallamano propone con il suo lavoro del 1974 una storia che sembra strizzare l'occhio al film di William Friedkin. Con le dovute proporzioni "Il medaglione insanguinato" crea (minimi) parallelismi con "L'esorcista". Contenutisticamente parlando, infatti, le storie combaciano. In entrambe le produzioni protagoniste della scena bambine "deviate" da forze oscure collimanti in quelle del diavolo. La regia di Dallamano avrà preso qualche spunto. Però, oltre, ogni tipo di cenno di stile e di trama , il film italiano riesce a farsi rispettare presentando in esso alcuni fattori fondamentali. Tanto per dirne una c'è da registrare un pathos non indifferente, alcune sequenze regalano un'area diabolica e fanno drizzare i peli sulle braccia ( la questione, in minima parte, riguarda anche gli esteti). Assumono notevole importanza e fascino i flashback della protagonista (la ragazzina di "Profondo rosso"!) ove emergono, palesemente, icone sataniche da cardiopalma. Regia superba poi nella selezione scenica. I posti in cui il film elabora le proprie dinamiche sono spettrali e strizzano l'occhio ad un alone gotico sublime. La sala in cui c'è il quadro "maledetto" crea un'atmosfera non indifferente. Su questa riga il grandissimo Dario Argento prenderà spunti per il munifico "Profondo rosso", uscito nelle sale appena un anno dopo. Il quadro ispira e inquieta qualsiasi regista.
"Il medaglione insanguinato" strabilia quindi a livello di sceneggiatura, non si eleva nei templi dell'immortalità per via di una storia troppo "fatale" che di logico ha ben poco e per qualche musica un po' troppo fuori contesto. Per il resto il film merita qualsiasi apprezzamento; inaspettata sorpresa!
Un buon film. Abbastanza lentino, ma i film di questo genere un pò goticheggiante van bene così. Bravi alcuni attori tra i quali spicca una mitica Nicoletta Elmi. Fotografato ad arte, belle ambientazioni, non troppo emozionante ma ok. Vedetelo.
Non proprio una versione de L'esorcista come dice il commento qua sotto, anche se diversi cenni alla pellicola di Friedkin ad ogni modo non mancano.
La protagonista Elmi, presente pure in horror/thriller come Profondo rosso, è a tratti brava a tratti insopportabile, il livello tecnico della pellicola è buono, senza dubbio, anche se si avverte troppo, come difatti dice sempre l'altro commento presente, la dimensione trash dle tutto, per l'appunto sottolineata da quella scitta recitante infiniti Perchè?.
Non mancano momenti di tensione, ma il tutto si ridimensiona per le già citate ingenuità.