I progetti faciloni di ascesa sociale di un immobiliarista, il sogno di una vita diversa di una donna ricca e infelice, il desiderio di un amore vero di una ragazza oppressa dalle ambizioni del padre. E poi un misterioso incidente, in una notte gelida alla vigilia delle feste di Natale, a complicare le cose e a infittire la trama corale di un film dall’umorismo nero che si compone come un mosaico. Paolo Virzì stavolta racconta splendore e miseria di una provincia del Nord Italia, per offrirci un affresco acuto e beffardo di questo nostro tempo.
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Ambientato nella fittizia Ornate, in Brianza, " Il capitale umano" è secondo me il miglior film del buon Virzì, che si distacca dalle altre sia per il tema trattato che per il genere, lui che tanto è vissuto di commedia. Noir, poliziesco e commedia nera: c'è tutto in questa pellicola, fino ai personaggi ben caratterizzati che avremo modo di conoscere a fondo nei quattro capitoli in cui è suddiviso il film. E questa è secondo me una scelta importante e che dá una certa profondità al film. Strepitosa interpretazione di un Bentivoglio estremamente a suo agio nei panni di un viscido imprenditore di provincia disposto a tutto pur di arricchirsi più di quanto già lo sia, ma anche l'interpretazione degli altri 3 co- protagonisti ( Valeria Bruni Tedeschi, Fabrizio Gifuni e Valeria Golino) è davvero importante. Finale amarissimo un pochettino addolcito, ma il pugno nello stomaco rimane. Da applausi.