Italia, XIX secolo. Un giovane poeta di origini aristocratiche vive con la famiglia in una grande e remota magione, maledetta da un antico anatema che causa eventi terrificanti e misteriosi.
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Un interessante horror gotico nostrano, per le location e quasi tutti gli interpreti, specialmente un Mirko Frezza luciferino e carismatico che non si dimentica, con un volto che sembra una pantomima Italiana di Rob Zombie.Un film che segue parecchie tematiche, forse troppe per un prodotto comunque artigianale. Il tema del divario tra Scienza e Religione (o dell'utopia e impotenza al Male di quest'ultima) è forse quello che è reso in maniera meno interessante. È un peccato che alla forza visiva di certe immagini cfr. La festa del Villaggio per es. Si frapponga una sceneggiatura piuttosto esile. Comunque un prodotto dignitoso e ben recitato, cosa quest'ultima piuttosto rara nel cinema di genere di casa nostra