festival (1996)

Pupi Avati ha sempre avuto questo cruccio, ovvero rilanciare attori comici in ruoli seri. Boldi è stato un miracolato ed anche in ambito comico raramente ha fatto ridere, a mio avviso si salvano solo qualche parte da comprimario (ad esempio ne il "Il Ragazzo di Campagna"). Ero curioso di visionare la performance di Boldi anche perchè Pupi Avati di roba buona ne ha realizzata e comunque è capace di tirare fuori il meglio dagli attori che dirige. Il film purtroppo non è particolarmente riuscito, diciamo che il soggetto non era male con il meta-cinema ad avere un ruolo importante e l'ambientazione del festival del cinema di Venezia erano sicuramente delle buone premesse. Diciamo che l'impostazione sembra quasi da fiction televisiva, con momenti quasi ridicoli in cui alcuni attori e comparse vengono malamente doppiati, al contrario di altri che hanno le loro voci. La narrazione è interessante, però la vicenda dell'artista in caduta che tenta il colpo di coda per rinsavire la propria carriera, è già stata sviscerata e anche meglio, poi ci sono sub-plot inutili (tipo la moglie incinta del regista) messi li giusto per allungare il brodo. Boldi fa praticamente se stesso senza le esagerazioni dei cinepanettoni & company a cui ha preso parte, non offre una performance convincente, comunque pensavo anche peggio a dir la verità. Di quelli che ho visto di Pupi Avati, tra i meno riusciti.

Da un profondo conoscitore delle dinamiche cinematografiche come Avati mi sarei aspettato un lavoro più coraggioso, forse anche più cattivo, invece è banale il tratteggio delle personalità in campo ed è sommaria la critica all'industria della celluloide ( così come a quella di una certa critica specializzata ), anche perchè i dialoghi messi in campo sono tutt'altro che indimenticabili. Boldi in chiave drammatica è comunque una lieta sorpresa, considerato il ruolo sgradevole interpretato.

Ruolo drammatico per Boldi, l'operazione 'abatantuono' stavolta non riesce.
Stantio.