La vita dell'imprenditore italiano che ha dato il nome alle celeberrime automobili di lusso, in un biopic che si concentra più sulla sua figura di uomo, dal punto di vista privato, che su quella pubblica.
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Negli ultimi anni vari registi si sono cimentati con opere/illustrazioni biografiche di grandi personaggi e famiglie della storia contemporanea. Dopo il ritratto della casa Gucci del 2021 (prodotto da Scott), è il momento di un altro regista e di un'altra storia: "Ferrari" di Mann.
Adam Driver nel personaggio di un film che ha la facoltà di raccontare solo un "pezzo" di un arzigogolato puzzle di cose e vicissitudini intorno alla famosa e storica azienda automobilistica. Ne consegue un prodotto alquanto "unilaterale" con picchi di interessi che esplodono in determinati momenti, a libera discrezione della regia.
"Ferrari" appassiona i tifosi e chi conosce la storia, destabilizza, se così si può dire, un altro tipo di pubblico. Al di là di questo concetto, il film di Mann ha dalla sua una discreta e faticata confezione tecnica dagli attori carismatici (applauso a Cruz veramente in un ruolo sofferto e ben recitato) ad una cupa fotografia abbastanza memorabile. Convincono poi le atmosfere storiche, precisione agguantata anche nei piccoli dettagli di vecchie località di un tempo ormai passato.
Prodotto cinematografico da vedere essenzialmente al Cinema, compito svolto con onestà ma con un estro un pò dormiente.