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Nel 99% degli slasher movies che ho visto, il killer di turno si divertiva a maciullare, sbudellare e tagliuzzare gente affetta da scemenza irreversibile, visti i comportamenti assurdi che questi assumevano. Nel film di Pavia invece la citata scemenza avanzata coinvolge un po' tutti: genitori, figli, amici, agenti assicurativi, poliziotti e perfino il serial killer, in una sceneggiatura scritta con le chiappe ma fedele al classico andazzo del genere. Perciò, da questo punto di vista, nulla di nuovo da evidenziare e FENDER BENDER va a tenere compagnia a tutti gli altri slasher movies e home invasion di mezza tacca che fin dagli anni '70 hanno accompagnato quelle serate frivole, afose e pigre, dove ci si accontenta del primo film sottomano.
La cosa che più mi ha inquietato di questa pellicola di Mark Pavia sono i genitori della ragazzetta protagonista...... due autentiche teste di cazzò che puniscono la ragazza....perché è stata tamponata?.....ma poveraccia, questa senza sua colpa è rimasta vittima di un incidente,nonostante abbia la patente da giusto un paio di giorni si è comportata in modo impeccabile,chiedendo e prendendo a modo i dati dell'assicurazione del tizio e i genitori che fanno? la mettono in punizione.... che assurdità. Sorvolando su questo ci troviamo davanti ad un normalissimo slasher caratterizzato come al solito da personaggi stereotipati ed idioti e da un antagonista che non riesce minimamente a trasmettere terrore ed inquietudine,sinceramente non dice assolutamente una mazza. Priva di particolari idee o invenzioni la regia,tutt'altro che esaltanti le interpretazioni..... un po di splatter sinceramente ci sarebbe anche ma da solo non basta a rendere gradevole una pellicola che non ha nessun elemento per spiccare e farsi ricordare.
Quella del tamponatore folle ed assassino mi mancava proprio. Il tipo che causa piccoli incidenti per raccogliere dati riguardo le sue vittime designate ha davvero dell'assurdo. Comunque, trattandosi di un thriller/horror senza troppe pretese, si può anche sorvolare su tale incipit, a patto di trovare a seguire qualcosa di intrigante. Ed invece il resto è forse anche peggio: sceneggiatura ridotta all'osso per un home invasion di imbarazzante pochezza, con personaggi completamente rimbambiti pronti a fare di continuo la cosa più sbagliata. Siamo dalle parti della totale idiozia tanto per intenderci. Il cast giovanile risulta anonimo, a spiccare è il più maturo Bill Sage, almeno per quei pochi minuti in cui se ne sta senza maschera, perchè in versione leather stile maniaco di "Violent Shit" lascia abbastanza indifferenti. Non bastano di certo qualche schizzo di sangue, una colonna sonora all'altezza e isolate sequenze debitrici al thriller/horror all'italiana dei bei tempi che furono per evitare a "Fender Bender" una sonora bocciatura. Il regista è Mark Pavia, ritornato dietro la mdp a dieci anni di distanza dal pregevole "The Night Fliyer". Purtroppo sembra essere rimasto fermo a metà anni '90, con misere idee allineate ad un filone slasher ormai prosciugato da anni, incapace di inquietare e soprattutto vetusto nella messa in scena. Un corso d'aggiornamento al signor Pavia gioverebbe, e, visto il piattume dello script, anche uno di scrittura creativa non sarebbe male.