Michael Moore esamina cosa è successo agli Stati Uniti dopo l'11 Settembre. Inoltre descrive i rapporti tra Bush e Bin Laden e come siano diventati nemici mortali.
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Eh si diciamo una prima parte interessante, ma anche abbastanza nota se leggi un pò i giornali e internet, mentre è rivelatrice se non sei stato attento nei mesi scorsi, ma anche un pò confusionaria. La seconda parte un pò lenta, un pò troppo lacrimevole (si sofferma troppo sulla signora con il figlio al fronte) e un pò troppo sparata a zero su Bush.
In qualche punto il mio pensiero: 1) Non è giusto farti credere che prima dell'invasione americana, l'Iraq fosse un paese felice, libero dove i bambini giocavano spensierati con gli aquiloni, e quindi è colpa di Bush se ora sono in queste condizioni di guerra. E' voler convincere per forza che GWB è il male e Moore è l'antidoto. L'Iraq è stato governato da una dittatura particolarmente repressiva e violenta e aveva i suoi enormi problemi, certo l'arrivo degli americani ha portato alla guerriglia urbana, sono passati dalla padella alla brace, ma che prima fosse il fantastico mondo di Amelie.... 2)Avrei puntato di più sui guai che l'amministrazione Bush sta facendo, concentrata com'è nel perseguire i suoi scopi bellici, a partire dalla disoccupazione (aumentata negli ultimi anni), dai problemi che non sono stai risolti in 4 anni, dalla perdita di competitività delle aziende americani e dai loro tonfi terribili. 3)L'idea della madre che evolve da donna patriottica all'opposto, è il messaggio che manda, ma scusate forse sarò cinico, cosa ci si può aspettare da una guerra, se non morte e dolore. Parto dal concetto che nessuna guerra è giusta e che un paese non dovrebbe arrogarsi il diritto di mandare in guerra il suo popolo.....farlo morire, rovinargli la vita e infine dimenticarsi di lui. Gli Stati Uniti lo fanno, l'hanno fatto in Europa, in Vietnam, in Somalia, in Iraq prima e dopo, ovunque sono andati, e il popolo segue il suo leader e spesso i suoi (di lui) interessi. Allora Moore invece di fermarsi sulla tragedia di una madre che è la tragedia di mille madri, poteva far capire meglio come mai Bin Laden è sparito, come mai nessuno si occupa di lui (finchè non tornerà utile occcuparsene magari tra un mesetto....), come mai Saddam e sbucato fuori a pochi giorni dalle primarie, è così che poteva mettere maggiormente in guardia il popolo, far vedere che il burattinaio Bush non si ferma davanti a niente per i suoi scopi, anche a tenere per mesi, per anni, secondo il suo calendario politico, i suoi soldati a morire nel deserto. L'amministrazione è colpevole in tanti punti, però bisogna prendere quelli giusti, una madre che piange il figlio in guerra è purtroppo normale, non normale il motivo per cui il figlio doveva stare ancora là. 4)Interessante sono i discorsi sia sul 'patriot act', che effettivamente da un'idea di come il terrore mediatico sia l'alleato migliore per Bussh & CO., sia sul reclutamento da supermarket che viene fatto dei giovani, promettendogli tutto e tutti, tranne poi, quando tornano a casa semi distrutti, abbandonarli a sè stessi (Vietnam docet).
Nel complesso un film che poteva essere migliore e anche criticare in maniera più costruttiva e obbiettiva.
PS L'inizio tutto buio durante l'attacco è comunque geniale.