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film che vuole far conoscere al mondo la street art attraverso alcuni artisti famosi e le loro opere, filmati in diretta, nella prima meta e "denuncia" il sistema capitalistico che va a caccia di opere da privatizzare e togliere all' umanita esaltando e premiando spesso cialtroni o artisti di bassisimo spessore ed a volte escludendo i migliori. nella seconda parte comunque la denuncia non è ben impostata e sembra quasi valorizzare cio che si critica quindi mezzo voto in meno.
Interessantissimo documentario sulla street art e la sua evoluzione da "vandalismo" a culto. Molto coinvolgente, si segue che è una meraviglia e ci si lascia affascinare da vere e proprio opere d'arte, esppressioni libere di quelli che all'inizio dovevano essere (e rimanere) artisti di nicchia.
Complesso, molto arguto questo documentario. Ho sempre avuto l'impressione che la street art sia un'anomalia che rompe in un certo senso la monotonia del quotidiano, che usando, come per esempio il manifesto Obey, il concetto stesso della ripetizione ossessiva pubblicitaria per andare all'opposto dell'obiettivo pubblicitario. Banksi con tocco leggero, ma in fondo sarcastico, mostra il lato negativo di un'arte da guerriglia che può essere oggetto stesso di mercificazione e mercato. Un'arte particolare, se così può essere definita, che nasce e muore nello spazio di un giorno, destinata a collezionisti e musei, con alte valutazioni di mercato. Era questo lo scopo della Street art? Exit through the gift shop in questo senso sembra quasi una seduta psicanalitica di uno dei suoi esponeneti maggiori.
Un documentario che intesse in maniera bizzarra, ironica e soprattutto intelligente riflessioni sul rapporto realtà/finzione, sulla street art e soprattutto sul suo valore. Apparentemente potrebbe apparire troppo folle o insensato ma in realtà è una presa in giro di alto valore.
Documentario su un mondo che non conosco quasi per niente quello della street art. L'ho trovato decisamente ben fatto e soprattutto con idee originali e una resa molto interessante. Un film-documentario che intrattiene e apre davanti allo spettatore un mondo, ai miei occhi nuovo, che riesce a catturare l'attenzione per tutta la sua durata.
ATTENZIONE, IL SEGUENTE COMMENTO CONTIENE SPOILER.
Film-Documentario pazzesco attribuito a Banksy in cui la finzione si mescola alla realtà in un vorticoso film senza una vera e propria fine. Il film-documentario si evolve in una maniera inaspettata rompendo gli schemi narrativi classici di qualsiasi documentario o film. Tutto è incentrato sulla definizione di un limite che tutti diamo per scontato tra la vita e l'arte. Attraverso la documentazione del lavoro dei più famosi street artist e ad una serie di interviste che in maniera ironica e spesso caustica prendono di mira le assurdità del mondo dello show-biz e delle grandi case d'arte, ma anche della vita di tutti i giorni, il film ripercorre le vicende che hanno portato alla consacrazione di Thierry "MrBrainwash" Guetta, un ex filmaker francese privo di talento in qualsiasi genere d'arte. Eppure attraverso lo sfruttamento di una gigantesca factory di artisti di vario genere e una complessa operazione di viral marketing riesce letteralmente a prendere per i fondelli la gente, i media e persino alcuni collezionisti in uno scherzo senza una vera e propria fine. Guetta infatti, o meglio Mr Brainwash (nome di proposito così didascalico da perdere qualsiasi significato), è tutt'ora considerato un vero street artist negli USA, realizzando mostre e vendendo opere. Egli stesso in una intervista ha dichiarato "In the end, I became biggest work of art", ovvero la più grande opera d'arte di Banksy. Attraverso il film infatti, Banksy cerca anche di spiegare la differenza tra ciò che possiamo considerare arte, ossia il risultato di un vero e proprio processo creativo che porta l'artista alla consapevolezza di un proprio stile, da ciò che in reatà è il mero sfruttamento di immagini iconiche (che fu inaugurato da Andy Warhol, ripetizione = perdita di significato) combinate e modificate con photoshop in violazione di qualsiasi legge sul copyright. La differenza sta appunto nel gesto artistico evidentemente (o almeno è quello penso sia il pensiero di Banksy), nel significato profondo della street art che è quello di lasciare un impronta del proprio cammino creativo e artistico (Banksy così come altri artisti che si vedono nel documetario hanno realizzato opere in giro per tutto il mondo e nei luoghi più impensabili). Banksy pur non essendo un filmaker riesce a realizzare una pellicola inaspettatamente aperta a qualsiasi speculazione creativa da parte di chi la osserva; ironico e divertente, Exit Through the gift shop è un documentario imperdibile. "Tonight, the streets are ours."
Documentario molto interessante su un mondo come quello della street art a me poco noto. Un’esplosione di originalità, di idee, di invenzioni molte delle quali veramente notevoli. 90 minuti sufficienti per introdurre ad un mondo in evoluzione e così creativo. Ben fatto.
Una riflessione su un mondo che molti non conoscono, raccontato da uno dei più grandi artisti degli ultimi 20 anni: Banksy. Lo street artist di Bristol firma l'ennesima opera provocativa. "Tutti possono diventare qualcuno?" Lo scoprirete solo vedendo questo bellissimo film, candidato agli Oscar 2011 per la categoria miglior documentario.
Un documentario geniale, fichissimo, che ti da l'occasione di andare dritto al sodo quanto concerne la streetart e la sua filosofia. Personaggi interessanti e il tutto raccontato in modo interessante. Guardatelo vi divertirete un mondo!