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Bello anche questo film di Kurosawa che strizza l''occhio al nostro neorealismo, non nella forma ma nella scenografia in particolar modo a "Miracolo a Milano". Prima fotografia a colori per il maestro ovviamente a toni spenti, in questa pellicola il regista contrappone l''agio con il disagio, la città con la baraccopoli, contrappone musiche ad intensissimi silenzi e l''uomo (un pò tòcco), forse speranzoso che guida un tram immaginario, è un chiaro riferimento alla condizione sociale ed alle aspettative dell''immediato dopoguerra nipponico e di tutte le comunità ai margini sociali in generale. Anche in questo film si possono notare le riprese a più telecamere in contemporanea che permettono anche montaggi di sequenze prive di errori di continuità.