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Preso alla mia bella Mondadori di Milano, vicino al Duomo. Allora...mutuare l' opera di burroughs e ginsberg in cinema non è facile. Per me ci sono maggiormente riusciti altri cineasti come Cronenberg (videodrome specialmente, più del suo atto d' amore verso i beat de "il pasto nudo"). Questo film non è magistrale ma mantiene comunque lo spirito acido della nuova rinascita letteraria americana. E' un piacere vedere anche un importantissimo alfiere della musica afro-americana come Ornette Coleman. Si tentava infatti un ibrido tra poesia beat e jazz (specialmente il be-bop) un esempio le liriche di Ferlinghetti musicate. Il jazz, il ritmo sincopato, l' ideale del varcare il confine fisico e morale sono le coordinate di una pellicola che ha più valore filologico che artistico. Piacevole.
Non è certo un capolavoro, ma neppure si merita di essere così snobbato, quindi aggiungo un punto a quello che sarebbe il mio voto reale.
Stracult sull'america marcia tutta acido e marciapiedi sudici, filmato nell'anno in cui stava sostanzialmente "nascendo" il rock (1966) con due apparizioni di Ginsberg e Burroughs (!!)
Indispensabile per tutti gli amanti di psichedelia/droghe/film particolari/anni '60, ergo un anno fa l'avrei considerato un filmone, adesso che 'sto decennio tutto utopie sogni infranti e giovanotti figli di papà che fumavano l'erba m'ha un pò smaronato e l'ho rivalutato in negativo, non posso vederci più nulla di fantastico neppure in questo film, che comunque rimane molto strano e da vedere.
Chi non digerisce film strani e sconnessi ne stia alla larga, che un pò è risultato noioso anche a me, in certi punti, nonostante duri solo un'ora e venti. Lisergico, anche troppo.