cell block 99 - nessuno puo' fermarmi (2017)

Del regista ho apprezzato sia il suo esordio "Bone Tomahawk" sia soprattutto l'ultimo "Dragged Across Concrete". Ero quindi molto curioso di vedere questo suo film. In esso lo stile di Zahler è rintracciabilissimo: dilatazione dei tempi (soprattutto nella prima parte), focus sulla fotografia a delineare ambienti e stati d'animo (toni neutri nella prima esperienza in prigione, toni accesi nell'ultima, a segnalare un inferno più reale che fittizio), incredibili esplosioni di violenza (sottolineate anche da combattimenti simil-orientali goffi e incursioni splatter da serie b, e in tal senso il rimando a Carpenter appare evidente). Quello che però non convince di questo film è che lo sviluppo funziona solo come cinema della violenza: i sottotesti politici sono inesistenti (e si che di materiale sul sistema carcerario Usa si poteva lavorare) e il tutto diventa un durissimo spaccaossa che ha come base uno dei topoi classici della cinematografia Usa ma ormai utilizzato (e abusato) all'inverosimile: quello della vendetta. E in tal senso il film, oltre ad appoggiarsi su botte e spezzamenti vari, non ha poi molto da offrire.