catch me if you can - prova a prendermi regia di Steven Spielberg USA 2002
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catch me if you can - prova a prendermi (2002)

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locandina del film CATCH ME IF YOU CAN - PROVA A PRENDERMI

Titolo Originale: CATCH ME IF YOU CAN

RegiaSteven Spielberg

InterpretiLeonardo DiCaprio, Tom Hanks, Christopher Walken, Jennifer Garner

Durata: h 2.20
NazionalitàUSA 2002
Genereazione
Al cinema nel Gennaio 2003

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Trama del film Catch me if you can - prova a prendermi

La storia di Frank Abagnale Jr., il il primo teenager ricercato dall'FBI. In pochi anni, tra il 1964 e il '67, riuscì ad appropiarsi di oltre sei milioni di dollari, cambiando sempre identità e travestimento. Carl Hanratty è il detective incaricato di mettersi sulle sue tracce.

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Voto Visitatori:   7,04 / 10 (409 voti)7,04Grafico
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Voti e commenti su Catch me if you can - prova a prendermi, 409 opinioni inserite

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Spotify  @  28/10/2016 02:15:18
   8 / 10
Grande film di uno Spielberg diverso dal solito. Il fuoriclasse di Cincinnati adotta uno stile più raffinato, più elegante, il quale comunque è presente in quasi tutte le sue produzioni, e abbandona quella regia imponente, spettacolare e ultra-dinamica che aveva caratterizzato i suoi precedenti lavori. Basti pensare che nello stesso anno, il regista ha diretto "Minority Report", film stracolmo di situazioni pirotecniche oppure, solo 4 anni prima, lo stesso director ha girato "Salvate Il Soldato Ryan" che pur essendo molto introspettivo, ha sequenze dove l'azione abbonda. Quindi nel tardo 2002, il mondo ha conosciuto un nuovo Spielberg, capace anche di rinunciare alla spettacolarizzazione delle sue pellicole, in favore della raffinatezza di esse.
La storia è su Frank Abagnale Jr., uno dei più grandi truffatori americani.
Spielberg, per il ruolo di Abagnale, sceglie un ancora giovane, ma comunque già in fase ascendente, Leonardo DiCaprio. L'attore Los Angelino, fa una performance davvero convincente nonostante la giovane età (nel 2002 aveva solo 28 anni!). DiCaprio sfodera un carisma ed una personalità fuori dal comune, interpretando splendidamente un ruolo difficile come quello di Frank Abagnale Jr. L'interprete dimostra una versatilità che hanno e hanno avuto pochissimi altri attori, riuscendo ad essere simpaticissimo nelle circostanze più vicine al comico o al grottesco mentre nelle situazioni più emotive, riesce ad essere molto toccante. Poi, secondo me, DiCaprio, in questo film rappresenta alla perfezione lo stereotipo del teenager che scappa di casa a causa della separazione dei genitori. Infatti, se guardiamo la pellicola dal suo lato più romanzato, possiamo capire che l'obiettivo, o almeno uno degli obiettivi, di Spielberg, era quello di girare un film sulla fuga di un ragazzo scappato di casa a causa di enormi difficoltà familiari e dunque, deve condurre una vita autonoma. E' come se il regista non volesse far passare Abagnale per un criminale, ma piuttosto come un giovane uomo vittima di una cosa più grande di lui, che in seguito, riesce loscamente a ribaltare a suo vantaggio.
Ritornando alla recitazione di DiCaprio, si notano delle accattivanti espressioni e una magistrale interpretazione dei dialoghi.
Ma il cast non è composto solo dal grande Leo, infatti abbiamo altri 2 autentici fenomeni: il primo di questi è Tom Hanks, qui alla sua seconda collaborazione con Spielberg dopo "Salvate il Soldato Ryan".
Forse non il miglior Hanks di sempre, tuttavia la sua è una recitazione raffinata, precisa e soprattutto umile. Quest'ultima ragione è ciò per cui, secondo me, Hanks non ha recitato volutamente in maniera eccezionale. L'attore, svolgendo un ruolo da co-protagonista (altro motivo della sua contenuta performance), ha preferito non mettersi troppo in mostra, rispettando la sua posizione e dando a DiCaprio lo spazio necessario per esprimersi. Fatto sta che l'attore di Concord si destreggia con eleganza nei panni di Carl Hanratty, risultando credibilissimo. E' molto diretto e sa sempre ciò che deve fare. A volte è pure simpatico. Espressioni riuscitissime e particolare esplicazione dei dialoghi, espressi sempre con un velo di ironia (grande doppiaggio di Angelo Maggi).
La prova che però più di tutte colpisce, è quella di un impeccabile Christopher Walken. L'attore newyorkese dimostra ancora una volta, di poter essere considerato al pari di altri importanti interpreti del cinema americano degli ultimi 40 anni. Non a caso la candidatura all'oscar come miglior attore non protagonista. Walken esprime un'incredibile versatilità, in quanto in una scena fa venir quasi da ridere e in quella dopo invece, è molto serio e in altri casi ancora, è quasi toccante. Ciò deriva dal momento che il bravo Christopher, interpreta il ruolo di un padre disperato, al quale in poco tempo gli si rivolta tutto contro, che fa di tutto per aiutare il proprio figlio. Espressioni magnetiche e dialoghi recitati magistralmente. Insomma, una prova da top del top.
Dunque il regista sceglie davvero bene il suo cast e lo dirige ancora meglio. Si, perchè avere in un solo film tre attori del calibro di DiCaprio, Hanks e Walken può essere rischioso, troppe star in una sola opera, si può riuscire a non gestirle benissimo. Tuttavia sta proprio qui il capolavoro del director, il quale fa quadrare il tutto, distribuendo in modo eterogeneo le prove dei tre attori. A tutti fornisce il rispettivo spazio e permette soprattutto a DiCaprio e a Walken di esprimere le proprie potenzialità. Hanks invece viene più "stoppato", difatti Spielberg, dopo due eccentrici come Leo e Christopher, ha voluto almeno un'interprete più cauto e prudente che si muovesse nella penombra, lasciando lo stesso il segno.
La regia, come ho scritto all'inizio del commento, è abbastanza insolita, in quanto Spielberg aveva abituato tutti a direzioni spettacolari ed eccezionali virtuosismi. Qui si lascia spazio alla raffinatezza della messinscena, il director tiene molto a curare le location con le rispettive atmosfere e la conduzione degli attori. Per quanto riguarda la prima cosa, gli anni 60 sono ricreati alla perfezione, l'aria che si respira è quella li, le strade, i palazzi, le macchine, tutto riconduce a quei tempi. Anche i costumi di scena sono in perfetto stile 60s, la New York che ci viene presentata è non è affatto la stessa che conosciamo oggi. La grande mela è molto più elegante, più particolare. Spielberg poi, a tutto ciò, ci associa una splendida fotografia, avente delle tinte color marroncino chiaro, proprio allo scopo di creare un'aura singolare, la quale svolge ben due funzioni: la prima è che omaggia proprio i film vecchio stampo, la seconda è che rende ancor più verosimile le scenografie e i vari contesti dove si muovono i protagonisti.
Riguardo la conduzione degli attori, oltre dunque all'incredibile capacità organizzativa del regista di farli quadrare tutti quanti nel cerchio, c'è da evidenziare l'altrettanto incredibile caratterizzazione dei personaggi. Spielberg riesce a colpire lo spettatore attraverso i caratteri e gli obiettivi diversi dei soggetti. Il director ci fa provare empatia nei confronti di Carl Hanratty, il quale vorremmo aiutare ad acchiappare Abagnale. Poi però quando il contesto vede quest'ultimo protagonista, allora speriamo che il detective non lo prenda mai, visto che il giovane truffatore cattura in men che non si dica l'attenzione degli astanti grazie alla sua scaltrezza e alla sua simpatia. Per "Abagnale Senior" invece, Spielberg ci fa provare molta tenerezza e compassione. Insomma, lavoro egregio sotto ogni punto di vista.
Il ritmo è dinamico, 2 ore e 10' che volano via in un batter d'occhio. Il director riesce subito a far presa sullo spettatore, grazie soprattutto al fatto che lui si concentra quasi subito sulle difficoltà della famiglia Abagnale, e quindi di conseguenza, dopo non più di 25/30 minuti dall'inizio del film, già vediamo DiCaprio in veste di falsario. A questo punto la narrazione procede spedita, e nonostante si sviluppa su più fronti, vedi ad esempio che da una parte c'è il duello tra Abagnale e Hanratty, dall'altra il rapporto tra Frank e il padre e dall'altra ancora la storia tra Frank e Brenda, non ci sono mai passaggi contorti o di difficile comprensione. I dialoghi sono trattati con molta disinvoltura e son sempre piacevoli e interessanti.
Secondo me poi, questa narrazione leggera ma allo stesso tempo ferrea, è dovuta anche all'ottima intuizione del director di spostare la pellicola sui toni della commedia. Diverse sono le situazioni divertenti e nessuna di esse è fine a se stessa, difatti si tratta di un tipo di commedia raffinata, molto anni 60/70. Ovviamente "Prova a Prendermi" non è solo humor, infatti il regista riesce a mischiare e alternare diversi generi con una maniacale precisione: abbiamo appunto la comedy, il biografico, il dramma, la commedia drammatica e perfino un po' d'azione. Tutto amalgamato alla perfezione.
Il finale, per quanto scontato (d'altronde è una storia vera), è ben girato e presenta più di una situazione di suspense. Alla fine si resta soddisfatti.
Altro plauso, va fatto alla strepitosa colonna sonora di John Williams, un autentico capolavoro. E' particolare e soprattutto è azzeccatissima col film. Da quel tocco in più perchè sia perfetta la fusione tra comicità e azione. Usata sapientemente dal regista.
L'unico elemento che lascia un po' a desiderare, è la sceneggiatura. Presenta più di una circostanza che non mi ha convinto, ad esempio, dal canto mio, la fuga di Frank da casa, viene trattata con estrema superficialità e non ci credo che lui ha imparato così velocemente a fare il falsario. Ciò avviene praticamente sin da quando lui scappa di casa, uno spunto troppo precipitoso. Poi c'è qualche altra situazione un po' così, tipo il siparietto pseudo-comico tra Hanratty e i due agenti in macchina, episodio che sa di riempitivo. O ancora, la circostanza che vede il primo faccia a faccia tra il detective e Frank, è incrementata in una maniera un po' approssimativa, poteva venir scritta decisamente meglio. In breve, è uno screenplay con qualche leggerezza di troppo. Ci sono naturalmente, anche diversi pregi, come dei dialoghi quasi perfetti, mai fuori posto o illogici, una struttura narrativa generale piuttosto imponente, buona caratterizzazione dei personaggi e tante idee sviluppate bene.

Conclusione: altro centro di Spielberg, all'apparenza potrebbe non sembrare ma è un lavoro che presenta una grande maturità. Ovviamente grande supporto lo danno gli attori, tutti fantastici.
In definitiva una eccentrica e limpida biografia di Frank Abagnale Jr.
Consigliatissimo.

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