bread and roses (2000)

Trasferta americana per Ken Loach che sforna un altro film dei suoi, dove il dramma individuale è il riflesso delle ingiustizie sociali, in una mescolanza di pubblico e privato, esistenziale e politico.

Un'atmosfera più colorata e colorita (in tutti i sensi) del solito fanno guadagnare molti punti alla regia di Loach, qui più ispirata e diretta; un bravissimo Brody (aiutato da ottimi comprimari, come la ragazza o il capo dei lavoratori) fa poi il resto, facendo letteralmente lievitare un film ben fatto, ottimista, fresco e già nato bene di per sè.

Solite tematiche (disoccupazione, debolezza, ecc.) ma più ritmo e brio; è il migliore, sinora, dei film di Loach da me visionati, qui non troppo retorico e statico. Insomma, il suo stile diretto e reale è qui ben servito da uno script e da un soggetto più stimolanti/abbordabili.

Camei velocissimi (roba da fermo immagine), al party, di William Atherton, Oded Fehr, Stuart Gordon, Chris Penn, Ron Perlman, Tim Roth, Benicio del Toro.

A me è piaciuto questo film. Ho apprezzato la forza narrativa di Loach e la sua scelta di non creare personaggi ma di raccontare persone vere attraverso gli attori protagonisti. Un film forte, che avrebbe potuto essere più aggressivo ma che se guardato con attenzione colpisce le giuste corde.
Bello anche il titolo che riporta alla rivolta del 1912 dove gli operai rivendicavano sì il pane ma anche il diritto a godere delle cose belle e semplici che la vita può offrire.

Pellicola che mi è piaciuta e che rispecchia sostanzialmente quello che si sta vivendo al mondo al giorno d'oggi. Ingiustizia e anche sfruttamento sono all'ordine del giorno, specialmente per un immigrato come Maya, la protagonista, lavoratrice sfruttata che verrà a scoprire presto verità inaspettate e che sarà costretta a rubare per inseguire i sogni di un'altra persona.

Film mezzo impegnato (dico mezzo perché volendo si poteva andar giu meno leggeri) sui diritti e le discriminazioni dei lavoratori delle minoranze etniche, povera gente costretta a schiavismo ed umiliazioni pur di poter vivere una vita a malapena decente e poter mandare un po' di soldi a casa.
Semplice ma agguerrito a sufficienza, anche se come detto poteva osare di più; così com'e' va bene ma non dice niente che già non si sapesse.
Bravi gli attori a parte la protagonista un po' finta ed imbambolata; più che altro mi ha fatto strano vedere il comico George Lopez in un ruolo così da viscido.

Per passare una serata a riflettere ma senza troppi sforzi.

buon film.

Film "equo-solidale" di KL sul tema dell'immigrazione clandestina. Gradevole ma non banale, come una canzonetta degli Smiths