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Come al solito passato in sordina e mai veramente lanciato dalla distribuzione italiana (io l'ho scoperto solo guardando gli ultimi 20 film commentati), "Boy A" è un classico esempio di cinema indipendente inglese di ottima fattura, splendido e sofferente. La storia di Jack, un ragazzo rimasto in prigione per più di 10 anni, viene riabilitato in società cercando di crearsi una nuova vita. Ma i fantasmi del passato sono sempre in agguato. Storia difficile quella da dirigere per Crowley. La rinascita, la seconda opportunità, il rimorso e la piaga dei pregiudizi che assillano la nostra società sono solo piccoli punti di una pellicola che tocca tanti temi, sempre in modo coraggioso e risoluto. Il tutto visto attraverso gli occhi di un ragazzo stralunato di nome Jack (interpretato da un Andrew Garfield veramente bravissimo) che, avendo vissuto quasi metà della sua vita in carcere, scoprirà il mondo passo dopo passo grazie all'aiuto del suo mentore Terry (anche qui uno splendido Mullan). A livello tecnico tutto molto curato. Finale amaro. Unica pecca:
non ho capito bene la scena prima di quella finale, quando lui rivede Michelle. E' sicuramente una sua fantasia, ma a che scopo tutto ciò? Rivederla un'ultima volta? Boh, a me è parsa particolarmente inutile, ma alla fine non ha minato la visione.