blow up regia di Michelangelo Antonioni Gran Bretagna 1966
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blow up (1966)

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locandina del film BLOW UP

Titolo Originale: BLOW-UP

RegiaMichelangelo Antonioni

InterpretiDavid Hemmings, Vanessa Redgrave, Sarah Miles, John Castle, Veruschka von Lehndorff, Jane Birkin, Gillian Hills, Peter Bowles, Julian Chagrin, Claude Chagrin, Jimmy Page, Jeff Beck, Tsai Chin, Susan Brodrick, Peggy Moffitt, Melanie Hampshire, Roy Beck, Charlie Bird, Robin Burns, Julio Cortázar, Chris Dreja, Lew Hooper, Harry Hutchinson, Chas Lawther, Dyson Lovell, Jack Mandeville, Jim McCarty, Ann Norman, Ronan O'Casey, Janet Street-Porter, Fred Wood

Durata: h 1.50
NazionalitàGran Bretagna 1966
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1966

•  Altri film di Michelangelo Antonioni

Trama del film Blow up

Un giovane fotografo in cerca dei vari aspetti della vita londinese si sofferma su una coppia in vena di effusioni. Evidentemente fotografa qualcosa di piů, perchč una donna gli offre per il rullino qualcosa che non puň rifiutare..

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Voto Visitatori:   7,75 / 10 (68 voti)7,75Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Gran premio del festival del cinema internazionale
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
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Voti e commenti su Blow up, 68 opinioni inserite

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76mm  @  18/04/2024 17:01:39
   6½ / 10
Opera di grande eleganza formale ed indubbio valore storico ed artistico…però è invecchiata male, pagando lo scotto di essere molto (troppo) radicata nel periodo storico-culturale in cui si svolge.
Fuori dal contesto della Swinging London, fatta di ribellione giovanile, erba, pop art, festini e ragazze oltremodo disinibite, le azioni ed i comportamenti dei personaggi del film non sarebbero minimamente sensate né credibili.
Questo per me è un grosso punto debole...i grandi capolavori, quelli davvero immortali, sanno risultare attuali e parlare al pubblico di qualsiasi epoca…questo invece rimane fossilizzato lì e lo spettatore che non abbia un minimo di conoscenza del contesto in cui si svolge (penso soprattutto ai più giovani) resta inevitabilmente perplesso.
Per me risulta comunque uno degli Antonioni meno indigesti, con più di una trovata brillante sia di regia che di sceneggiatura e ho apprezzato molto la scelta di non spiegare nulla, cosa che invece so che a molti ha dato fastidio.
Però non ho ancora capito se la celebre scena finale della partita a tennis è troppo didascalica o, al contrario, troppo enigmatica…le interpretazioni si sono sprecate nel corso degli anni…chissà il buon Michelangelo le risate che si è fatto…

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  24/01/2021 18:04:10
   8½ / 10
Riflessione cinematografia sulla vita e il cinema stesso. Affascinante e angosciante. Bellissimo il finale, con la partita a tennis tra mimi: è il cinema, è la vita.

Invia una mail all'autore del commento marco986  @  24/05/2020 00:03:24
   7½ / 10
Uno dei film più noti di Antonioni.

Ambientato a Londra, poco prima del 68, da cui prenderanno spunto in tanti da De Palma a Coppola passando per il Fumo di Londra( per l'ambientazione inglese) di Sordi.

Un fotografo David Hemmings(doppiato da Giannini) è protagonista di questa vicenda a metà strada tra un film tipico del regista ed una sorta di giallo.

Debutta nel film anche una giovane Vanessa Redgrave.


Prodotto da Carlo Ponti il film vinse il premio a Cannes.


Sceneggiano Antonioni e Tonino Guerra.


Musiche di Herbie Hancock

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  20/09/2018 03:53:00
   8½ / 10
Visto e rivisto, uno dei capolavori di Antonioni e certamente il suo film più innovativo e sensuale. Esordio per Twiggy.

Thorondir  @  02/11/2017 14:36:58
   8 / 10
In Blow up Antonioni porta avanti la sua estetica già iniziata all'inizio dei '60, quì con uno sguardo più moderno e "urbano". Rimane il suo stile asettico e distaccato, che è allo stesso tempo punto forte della sua poetica e punto debole: sebbene questo film scorra via meglio di altri suoi lavori, si ha sempre l'impressione che alla fine manca qualcosa, manca un vero messaggio che renda il film altro oltre alla solita mestria registica e formale. In verità, Antonioni fa quì emergere le contraddizioni del protagonista, risoluto e quasi totalitario quando deve impartire ordini alle sue modelle, incapace di agire quando è testimone di un omicidio. Rimane fermo e in silenzio e la partita di tennis finale muta e mimata sembra riflettere il suo essere inetto. Sarà proprio lui a rimettere la pallina nel "campo da gioco", lui che aveva la possibilità di svelare e che non lo ha fatto.

Blow up è cinema di Antonioni e è facilmente non apprezzabile da chi nel cinema cerca altro. Un film che nella sua apparente semplicità nasconde molteplici interpretazioni e che comunque chiarisce di nuovo la straordinaria visionarietà registica e stilistica di Antonioni.

Mattia100690  @  28/08/2017 16:45:14
   8½ / 10
Antonioni dirige magistralmente uno dei più bei thriller nostrani, capace di attirare l'attenzione del pubblico estero e di registi affermati. Assolutamente da vedere.

KitaVerde  @  30/07/2016 12:21:25
   7 / 10
60s in una maniera incredibile, fascino vintage e high moments. La scena del parco vale tutto il film, il silenzio e l'inquietudine che trasmette è incredibile. Grande Hemmings.

Paolo70  @  16/07/2016 16:40:06
   6½ / 10
Film quasi discreto che scorre bene a parte alcuni brevi tratti. Protagonista un fotografo che scopre dallo sviluppo di alcune sue foto un delitto... Si può vedere anche se non è indimenticabile. Bravo il protagonista, buona la regia.

Neurotico  @  18/06/2015 15:46:18
   7½ / 10
E' il primo film di Antonioni che vedo, e ne sono rimasto senz'altro affascinato.
Ciò che più mi ha colpito del film è l'estro visionario di Antonioni nelle sequenze d'apertura con la jeep di mimi festanti, le sedute con Hemmings che con una danza di seduzione fotografa la suadente Veruschka, il fotografo alle prese con le due vanitose modelle Jane Birkin e Gillian Hills che giocano mezze nude nel suo studio, nonchè la bellissima sequenza nel parco dove il protagonista incontra la Redgrave che stava pianificando (probabilmente)l'omicidio del marito.
Antonioni basandosi sul racconto La bava del diavolo dell'argentino Julio Cortazar inscena un film di certo non fondato sui dialoghi ma sull'immagine, tutta da interpretare, suggestiva, potente ed allarmante, carica di significato solo se lo si vuole cogliere, magari impicciandosi degli affari altrui con spudorata invadenza, e presuntuosa arroganza.
E alla fine chi per inclinazione o professione è destinato a osservare e scrutare non fa altro che assistere uno spettacolo finto, come suggerisce la partita a tennis dei mimi nel finale, con pallina e racchette immaginarie, su un campo vero, in una metafora splendida che rispecchia la situazione del fotografo, costretto a immaginare un delitto senza arrivare a niente, pur partendo da sospetti reali (o solo presunti tali).

GianniArshavin  @  03/07/2014 11:44:59
   8 / 10
Dopo il suggestivo ma lentissimo "Zabriskie point" torno al cinema di Antognoni con "Blow up" ed è inutile dire che questa volta è stato amore!
Nonostante i ritmi non siamo elevati nemmeno qui , questo prodotto del regista italiano è davvero magnetico ed interessante in ogni scena , un mosaico composto da sequenze memorabili entrate di diritto nella storia del cinema (e omaggiate da svariati registi in futuro) che trova la sua perfetta chiusura in un finale portentoso ed ambiguo.
Il regista ci immerge in una Londra oziosa e grigia dove il protagonista , un David Hemmings ispiratissimo , si muove insoddisfatto malgrado tutti gli agi di cui gode. Questo scontroso ma affascinante fotografo si ritroverà immischiato in un qualcosa più grande di lui , un evento misterioso che potrebbe dare una svolta decisiva alla sua vita.
Come detto ogni fase del film ha un suo senso ed un suo significato all'interno della storia , ed anche le scene che sembrano messe li a caso troveranno una possibile spiegazione nel già elogiato finale.
Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un'opera ancora moderna al giorno d'oggi , un lavoro senza sbavature ed impeccabile per quanto riguarda la regia e la fotografia.
Questo "Blow up" quindi è un classico da vedere ed assaporare senza nessun timore reverenziale.

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Oskarsson88  @  04/02/2014 17:10:29
   7 / 10
Direi che mi trovo d'accordo sia con chi critica il film che con chi lo esalta... nel senso che da una parte abbiamo una lentezza un po' estenuante, dall'altra una bella fotografia e dei personaggi caratteristici. Come sempre Antonioni divide, essendo un regista particolare, ma non mi sento di prendere una posizione precisa rispetto a questo film, perciò resto nel mezzo...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  02/09/2013 22:26:22
   9½ / 10
L'ho trovato un capolavoro enorme, ma davvero enorme anche se solo ripensandolo a mente fredda.
Bisogna stare attenti perché è angosciante pensare che questo film, secondo alcuni opera aperta, sia un gioco di specchi infinito che confronti del cinema, dell'uomo e del reale tale da atterrire. Seriamente, ho ancora l'angoscia addosso e non voglio rivederlo mai più. Antonioni, come hai fatto?

favoletta  @  17/05/2011 19:49:07
   8 / 10
Chi è in cerca di un film avvincente, ingannato dalla idea del ritrovamento di un cadavere giri a largo.Qui si premia la fotografia, la regia, le inquadrature, non certo la trama.Il film è volutamente di una lentezza quasi nauseante, per rendere l'atmosfera pesante, inquietante e scandita solo dal protagonista dai ritmi nevrotici.I mimi portano una nota di poesia decadentista.Ogn inquadratura sembra gridare che la verità appare distorta quando si è dall'altra parte dell'obiettivo e della camera.
Il maestro Antonini incanta, disillude e come sempre ci lascia inquieti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  12/12/2010 02:06:42
   6½ / 10
Guardandolo mi è parso di respirarla un po' l'atmosfera di quegli anni, che non ho vissuto. Ci sono scene che mi hanno colpito, convinto persino. Il finale è incredibilmente eloquente, perfetto. Nonostante questo, non potrei dire che mi sia piaciuto. L'ho trovato noioso, ma forse non è questa la parola giusta. Non sono il tipo che si fa intimidire dai lunghi silenzi o dalle virate dei registi, ma sono impaziente, non tollero di aspettare il finale di un film per cogliere la pasta di cui è fatto. E se poi il finale è bello oltre l'ordinario, bene, tanto di cappello, ma non mi basta

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR oh dae-soo  @  09/09/2010 15:58:57
   9 / 10
ATTENZIONE: il commento potrebbe contenere anticipazioni.

Non ho mai amato chi parla di presunta superioritŕ del passato rispetto al presente. Nel cinema questo č un pensiero diffusissimo. Non credo che la creativitŕ, l'intelligenza, la maestria dell'uomo possano esser peggiorate negli anni perchč a peggiorare č la societŕ, le abitudini, i gusti, non il DNA. Quello che perň č senz'altro vero č il peggioramento MEDIO delle storie raccontate nel cinema. Tutto ciň č dovuto a molti fattori di cui 2 a mio parere predominanti: l'inevitabile bacino di nuove idee che inevitabilmente si prosciuga sempre di piů e le nuove tecniche del cinema moderno, l'avanzare grafico e tecnologico che purtroppo, in un cinema sempre piů spettacolo, sono spesso anteposte al soggetto, all'idea, alla vetusta trama.
Antonioni, pur eccellendo nel comparto tecnico, inteso semplicemente come regia e fotografia, dimostra con Blow Up quanto una sceneggiatura semplice ma scritta con i controc... possa far impallidire il 90% di quelle attuali.
Parlare dell'eleganza registica di Antonioni č il classico chettelodicoafa. Mi piace solo soffermarmi sul taglio dell'inquadratura, sull'uso che fa il maestro della scenografia, degli oggetti, per ritagliare l'immagine a suo piacimento. Avevo notato quest'arte nel "In the mood for love" di Kar Wai (solito dividere a metŕ l'inquadratura con mura o tende), in Antonioni č quasi maniacale. E non parliamo delle scene in camera car, semplicemente perfette (senza computer...)
La fotografia che dire? Blow Up parla di fotografia, intendendo quella statica, probabile omaggio del regista a uno degli aspetti piů curati e importanti per lui in cinematografia. Ad un certo punto nel film una foto viene paragonata a un quadro, sublime crasi di tre arti.
Come dicevo prima perň sono rimasto affascinato dalla straordinaria sceneggiatura, dal lento incedere della storia, dall'atmosfera a tratti surreale (ma alla luce dei fatti c'č forse un perchč...) dagli incredibili silenzi, lunghi anche 10 minuti, di cui il film si riempe. A questo proposito la scena dell'analisi delle foto č di una forza impressionante e fa invidia a parecchi pseudo thriller di oggi (oltre ad essere IDENTICA alla scena portante di "Uomini che odiano le donne" - una foto di una donna che guarda impaurita da una parte, e un'altra ingrandita- blow up- per cercare di capire cosa sta vedendo).
Il genio perň, quel quid che rende forse il film un capolavoro č il meraviglioso finale. Il corpo non c'č piů, anche se potrebbe benissimo esser stato portato via, ma con la scena da pelle d'oca dei mimi l'ipotesi piů forte diventa un'altra. La fantasia, l'immaginazione sono alcune delle piů potenti e importanti cose che sono state regalate all'uomo. Se solo ci crediamo possiamo veder tutto, sognarci qualunque cosa, da un corpo morto disteso nel prato a una pallina da tennis che magicamente ci cade vicino ai piedi.

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Gruppo COLLABORATORI atticus  @  22/08/2010 02:33:42
   8½ / 10
L'occhio è sincero o davvero le cose sono diverse da come appaiono?
Vertiginosa riflessione sull'inganno delle immagini e sul cinema come finzione, inizia come una vivace commedia modaiola in una insolita swinging London per poi addentrarsi nei meandri di un raffinatissimo thriller della psiche che culmina in un finale metaforico indimenticabile.
Antonioni dirige con uno stile ricercato che fece epoca, seguendo il suo protagonista (l'ottimo Hemmings) nel vorticoso gioco di specchi dalle tonalità pastello creando momenti (come quello del servizio fotografico a Verushka o l'intera sequenza al parco) di grandissima suggestione. Un film irrinunciabile.

LR9000  @  18/07/2010 11:14:35
   6 / 10
Mah...a me non ha dato proprio l'idea di un "capolavoro" come la critica giustamente definisce Blow Up.
Antonioni propone uno spunto interessante ma poi si perde (volontariamente?) in lunghe sequenze fatte su paesaggi londinesi o bei corpi delle modelle rendendo poco intrigante tutto il resto.Merita comunque una piena anzi pienissima sufficienza.


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Ch.Chaplin  @  10/06/2010 11:44:58
   9 / 10
non ci sono parole..come usa la macchina antonioni non la usa nessuno...il film di per sé non ha nulla di originale (almeno nelle basi del plot), ma antonioni lo rende interessante, a tratti inquietante..

goodwolf  @  15/05/2010 12:47:58
   8 / 10
Film devoto all'arte fotografica e a tutto quello che è "visivo". Sicuramente non è per tutti (ci sono pochi dialoghi e alcune scene bizzarre), ma chi apprezza il mondo fotografico e tutta la filosofia che ci sta dietro non potrà che apprezzare. Non faccio parte di quest'ultima categoria, ma non posso che attestare e confermare la grandezza di questo film. Non per tutti

-Uskebasi-  @  19/04/2010 12:54:28
   8½ / 10
Antonioni ci parla della relatività della realtà in modo sottile e geniale. Siamo noi a dare il senso alle cose e a renderle più o meno importanti. Il fotografo ha visto realmente qualcosa o è tutto frutto della sua immaginazione per evadere dalla noia della sua vita da artista? Questo non lo sapremo, proprio perchè dobbiamo essere noi a dare un senso a tutto.
Il significato del film è riassunto nel magistrale finale, CAPOLAVORO, della partita di tennis.

Se tutti noi vediamo una cosa che non c'è, in realtà quella cosa esiste...

The Cane Family  @  14/03/2010 11:18:47
   7½ / 10
Antonioni ha fatto di meglio.
Buono il finale ma troppo noioso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  02/01/2010 11:58:27
   9½ / 10
Welles disse di Antonioni: “I suoi film sono sfondi perfetti per mannequins di alta moda.”
Ma se tra gli scatti alle modelle c'è un'istantanea singolare, del tutto diversa dalle altre, di natura oscura e immortalata senza posa, ecco che dunque diviene di più. L'insostanziale vacuità di un parco notturno, o il pensoso vago di una donna.

Il mistero è un abbellimento ulteriore, un surplus, un'elica senza motore. Non c'è da fidarsi. Come un vento di passaggio, una compagna di mimi che arriva in città. Non c'è da fidarsi.
Dura finché sbiadisce. Se si focalizzasse, sparirebbe all'istante. E' un nulla anch'esso anche se sensuale.

Non esiste. Il gioco si mostra, affascinante coi ceroni bianchi e le sue mosse aggraziate; ma è illusione, un trucco, suggestione, uno scherzo... un qualcosa di sfuggevole come una magia...

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  28/04/2009 15:08:51
   9 / 10
Uno dei più grandi film degli anni 60 con una storia formidabile sottile e profonda che non può che appassionarti e immergerti appieno nella narrazione e nel protagonista. Regia magistrale e atmosfericamente azzeccata e se poi si conta che una colonna sonora a dir poco eccezionale ( Si parla di Pink floyd, Yardbirds, Herbie Hancock ) completa il tutto sprigionando l'essenza vera del film, allora stiamo parlando di un autentico capolavoro.
Credo sia uno dei migliori film di Antonioni.

paride_86  @  12/01/2009 18:29:58
   8½ / 10
Un fotografo dalla vita frenetica e sconclusionata si ritroverà coinvolto in una storia misteriosa e affascinante.
Antonioni, dopo "Il Deserto Rosso", continua la sua galleria di personaggi anaffettivi; al contrario di Giuliana, però, il fotografo è integrato nella società, è consapevole e razionale. Come lei, invece, non riesce ad amare, o meglio si innamora di tutto ma poco dopo quello che prima adorava ha perso colore e sostanza ai suoi occhi. E' impulsivo e incostante, sempre alla ricerca di qualcosa che però non lo soddisfa mai. La sua folle corsa verso la soluzione del mistero finirà per non avere senso proprio perché si rende conto che siamo noi a dare un senso alle cose.
"Blow Up", inoltre, è un film di forte impatto visivo, con una fotografia nitida e colori accesi e una narrazione ricca di stratagemmi metaforici.

Ciaby  @  24/12/2008 21:20:09
   10 / 10
bellissimo, per nulla noioso. in una parola: capolavoro del cinema italiano, ok sono più di una parola :D

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Granf  @  05/12/2008 15:57:26
   9½ / 10
La fotografia. L'osservazione. L'immaginazione. Questi gli argomenti principali di questo grande capolavoro di Michelangelo Antonioni.
La realtà distorta dalla nostra fantasia. Il fotografo è un grande osservatore, è la persona che osserva le cose da un altro punto di vista, le scruta nel profondo, le rende proprie e finisce inesorabilmente per modificarle con l'immaginazione. Secondo il regista è questo che fà l'uomo, sogna, ed'è lo "sceneggiatore" della propria esistenza.
La sceneggiatura (e la narrazione) di Antonioni, scritta con Tonino Guerra, è perfetta, scorrevole e affascinante, i dialoghi sono pochi per far spazio alle immagini. L'autore si è ispirato a un racconto di J. Cortázar (La bava del diavolo).
"L'amplesso fotografico" iniziale è ammaliante, per le bellissime musiche di Herbie Hancock, e l'efficacissima regia. Da citare anche l'inizio che rimanda a "L'Uscita dalle fabbriche Lumiere". Impossibile dimenticare, inoltre, l'ultima scena dove il regista ci spiega tutto, essa è di una potenza devastante.
Mi è piaciuto molto il solitamente mediocre David Hemmings, stupende le attrici femminili da Vanessa Redgrave alla sensualissima Sarah Miles.
Grande successo di critica, ha vinto la Palma d'oro e ha avuto due nomination all'Oscar.
Questo è Cinema, un film fondamentale.

"La smetta, lei non può fotografare la gente in quel modo!"
"E chi lo dice? Io faccio soltanto il mio lavoro! C'è chi fa il torero, il deputato... io faccio il fotografo!"

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castelvetro  @  24/11/2008 14:03:17
   10 / 10
Forse il film per eccellenza che parla
più con le immagini che attraverso gli attori.

Ecco cos'è la rivoluzione intrinseca che attua questo film
secondo me.

L'incomunicabilità.

Quando si parla di Antonioni con un cinefilo
salta sempre fuori "L'incomunicabilità dell'uomo moderno".

Beh, finalmente anchio l'ho notata dopo questa visione
e la cosa mi ha fatto riflettere non poco, perchè allora come oggi
la gente usa esprimersi così... In modo quasi criptato.

Mi viene automatica questa citazione:

"Niente è più singolare, più imbarazzante che il rapporto tra due persone che si conoscono solo attraverso gli occhi, che si vedono tutti i giorni a tutte le ore.
Si osservano e nello stesso tempo sono costretti dall'educazione o dalla bizzarria a fingere indifferenza e a passarsi accanto come estranei, senza saluto né parola. Fra di loro c'è inquietudine ed esasperata curiosità, l'isteria di un bisogno insoddisfatto, innaturale e represso di conoscersi e di comunicare e soprattutto una sorta di ansiosa attenzione. Infatti l'uomo ama e onora l'uomo fino a che non è in grado di giudicarlo, e il desiderio è il frutto di una conoscenza incompleta." (Thomas Mann)

Questo rapporto non voglio che pensiate che avvenga dentro al film,
ma FUORI.

Ho visto solo due film di Antonioni: questo e Deserto Rosso
e ad entrambi ci si può riferire con il pensiero di Mann che ho scritto sopra.

Mi spiego: la curiosità, il desiderio di scoprire i personaggi
che Antonioni traspone nei suoi film è nello spettatore in quanto
essi non siano ben definiti. Antonioni lascia aperta la porta
a tutte le possibili interpretazioni e penso che sia proprio in questo
il segreto del suo genio.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  06/08/2008 00:08:04
   9 / 10
come da voto "un film eccellente, bisogna vederlo

una storia pazzesca con scene incredibili


cult nel cult il concerto degli Yardbirds

Fritz  @  01/06/2008 16:24:28
   7½ / 10
Probailmente il miglior film italiano... anche se di italiano non ha niente se non il regista meno italiano che ci sia stato. Questo la dice lunga su cosa sia stato il cinema in Italia (o se ve ne sia stato mai uno - ed io ho molti dubbi). Tirarsi dentro attori inglesi e la Londra inglese per darsi un tono di bontà, che indubbiamente danno, la dice ancora più lunga. Sinceramente Antonioni non poteva fare meglio. Il finale è un po' eccessivo ma lo si può perdonare, dimenticandoselo. In proporzione avrei dovuto dare un voto minore (visto il 9 e mezzo dato ad Arancia Meccanica) ma oggi sono buono.

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Ultima risposta 01/06/2008 20.57.47
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Macs  @  05/03/2008 19:30:31
   8½ / 10
A una prima visione mi aveva lasciato abbastanza annoiato. Ma rivedendolo l'ho apprezzato moltissimo. Certo non è un film per tutti - pur non essendo il più ostico di Antonioni - ma almeno una seconda visione è d'obbligo, e penso che la mia "epifania" possa accadere a molti. Concentratevi sul finale e su quel suono di racchette che alla fine compare... e sul protagonista che scompare, inghiottito dal colore accecante che lo circonda, come una macchia che un pittore rimuove dalla sua tavolozza.

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xxxgabryxxx0840  @  04/03/2008 14:18:08
   9 / 10
Capolavoro visivo con pochissimi dialoghi. Il finale fa scuola. Non per tutti

La ricotta  @  30/01/2008 13:22:13
   8½ / 10
un thriller non-verbale, lisergico, visivo. Erotico, evocativo, sixty e un finale leggendario

sonhador  @  18/10/2007 21:04:51
   10 / 10
straordinario capolavoro visivo....in cui realtà e immaginazione si fondono e si confondono...chissà cosa pensa David Lynch di questo film....

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  19/09/2007 14:19:33
   9 / 10
QUESTO FILM MI HA FATTO ANDARE FUORI DI TESTA E PER LA STORIA E PER LA TEMATICA DI FONDO. MA LE COSE SONO REALMENTE COME APPAIONO?

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  11/09/2007 14:41:39
   9 / 10
non capisco i voti relativamente bassi dati a questo capolavoro di qualche gradino sopra a Deserto Rosso. soprattutto da parte di gente competente.
Blow Up può essere tante cose, varie interpretazioni sono state fatte, quindi provo a darne una anche se durante la visione ero colto a piena misura dall'incredibile fascino e bellezza di questo film la cui poetica delle immagini è dolce e aggressiva allo stesso tempo.
è un film molto influenzato dall'epoca in cui fu girato, Antonioni trae pretesto dalla situazione politica e sociale instabile che si era formata in quegli anni.
Antonioni non mostra una crisi del linguaggio artistico in quanto monumento sociale e politico, bensì ne mostra l'assenza: emblematica e meravigliosa è la sequenza finale della partita a tennis virtuale, i giovani che dovrebbero detenere la responsabilità artistica di "latori" (i cantanti rock oppure lo stesso protagonista) e "ricevitori". è proprio da questa assenza che Antonioni sviluppa un personaggio anomalo, ma affascinante e non del tutto negativo, anzi forse unico in una positività relativa. talentuoso, aggressivo, spregiudicato, ma anche acuto osservatore e animo sensibile e dolce: in un'altra sequenza strabiliante ovvero quella del parco, si nota proprio un'atteggiamento animalesco predatore quando il ragazzo si apposta fotografando la coppia. Antonioni si pone come complice o come antagonista della sua "ambiguamente nefasta" azione impudente? la risposta sembra arrivare dall'episodio centrale del cadavere: il ragazzo nell'autocompiacimento del suo genio non riesce a responsabilizzarsi riguardo alla sua scoperta di fotografo e ne soffre (il concetto di "sofferenza" nel cinema di Antonioni è stato delineato perfettamente da Pasolini in un'intervista) incredibilmente. la "responsabilità" di cui si parla è ricollegabile all'assenza di linguaggio artistico e non credo che si tratti di etica, ovvero non credo che il ragazzo intendesse comportarsi cristianamente col corpo e consegnare l'assassino alla polizia, invece intendo di scoprire una nuova forma d'arte, una nuova espressione del disagio interiore che muove le generazioni a esprimersi in relazione ai problemi di tutti con la musica, la letteratura o per gli avanguardisti anche la fotografia...e il cinema.

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Ultima risposta 05/12/2008 20.49.32
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Silly  @  21/08/2007 21:02:30
   9½ / 10
Interessantissimo film.... E' evidente l'intenzione di Antonioni di far apparire gli oggetti come feticci, i corpi sono oggetti sessuali, i colori sono vivacissimi....... In una Londra pre 68ina tutto è apparenza, gioco, niente ha un valore o un'importanza prioritaria. Estremamente significativa è la scena del concerto........ Forse è un po' lento-non è un difetto secondo me-, ci sono molti silenzi, molte inquadrature fisse. Ma il bello è proprio questo. Ti aiuta a riflettere....... Xchè a nessun conoscente del nostro bel fotografo senza nome importa del delitto? Un uomo è stato ucciso, lui lo sa, vuole condividere questa scoperta. Ma tutto è più importante (anche x lo stesso fotografo), perfino recuperare il pezzo di una chitarra........ Non è assurdo? Eppure è così. Il mondo è pieno di gente stupida e superficiale, che ha bisogno di sensazioni forti immediate, tanto poi svaniscono....... Infantile. Questo siamo, spesso e volentieri. E l'incomunicabilità, seppur velata, emerge anche in questo film di Antonioni. Proprio xchè non esistono dei veri rapporti. Xchè un rapporto vero è fatto di scambi, di condivisione, ci comunicazione.........
Eccellente il finale, come sempre in questo Antonioni è un genio.
Consigliato decisamente!!

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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  05/08/2007 18:58:17
   8 / 10
Un film per menti volenterose.E’ difficile non farsi venire addosso la sensazione di noia. Ci si domanda di continuo dove il film voglia andare a parare, perché ci mette tanto a svilupparsi.
In realtà è proprio su questa sensazione di “non senso” e noia che si vuole giocare. Basta avere l’accortezza di estraniarsi anche dalle proprie sensazioni per avere in mano la chiave del film. Certo è un processo piuttosto sottile e cerebrale, ma è su questo che punta Antonioni per poter svelare il presupposto di tutti gli esistenzialisti: la mancanza di significato o scopo della vita umana. Più nello specifico la “reificazione”, cioè la riduzione dell’uomo a semplice oggetto indifferente, tipo uso e getta. In linea con secoli di tradizione filosofica scettica, il film è un’altra testimonianza dell’illusione del reale (realtà che viene messa in dubbio, finzione che diventa realtà). La Londra pre-sessantottesca viene, secondo me, criticata da Antonioni. I giovani sono solo vani e attaccati a feticci, come i vestiti o i manici di chitarra.
La storia rappresenta la giornata di un fotografo, ma di questa persona non sappiamo neanche il nome. Lo vediamo intento nella sua routine di uso della figura femminile come semplice oggetto da raffigurare o da usarsi per i propri piaceri. Alla società basta il simulacro delle persone, non la persona stessa. Nel suo vagabondare fotografico della realtà si trova impelagato nella vicenda di una donna misteriosa. L’istinto di conoscere lo porta a scoprire un omicidio. Eppure di questo fatto non interessa niente al suo amico del cuore mezzo drogato o alla sua ninfomane compagna. Anche lui alla fine annega il suo istinto di interesse per gli altri nell’indifferenza generale.
Il tutto di svolge con ritmo molto lento, evitando apposta scene drammatiche e riducendo tutto ad un lento scorrere. L’episodio dell’omicidio poi è inframezzato da tante digressioni, tutte per mostrare che non c’è niente che è più importante di qualcos’altro. Tutto è indifferente nell’universo. Addirittura tutto è apparenza, i sensi possono ingannare. Si vive tranquillamente con il simulacro di tutto, dei sentimenti come degli oggetti (la partita a tennis mimata). Soprattutto si vive soli (inquadratura finale panoramica dall’alto del fotografo solo in mezzo ad un prato).

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  03/08/2007 18:21:51
   9 / 10
L'inganno dell'immagine. Malgrado il suo progressivo ingrandimento il mistero non sarà svelato. Girato sullo sfondo della swingin London anni '60 è il film di Antonioni che ho più apprezzato.

Il Messere  @  09/05/2007 23:09:33
   7½ / 10
Il miglior film di Antonioni (regista altrimenti tediosissimo e sporavvalutato). Sullo sfondo Londra della beat generation.

suzuki71  @  20/03/2007 17:57:17
   9 / 10
Da maestro della fotografia, con questo suo primo film internazionale e finalmente di successo Antonioni traspone tutta la sua attenzione e il suo amore per lo strumento fotografico, per la fotografia quale rappresentazione della non realtà. Cos'è la realtà? Antonioni in una vecchia intervista disse che "probabilmente è una ricerca di un rapporto". Il film è probabilmente anche una chiara apertura ai fermenti prossimi a venire del sessantotto, è una chiara licenza alle soggettività, ad essere se stessi e in quanto tali a percepire la nostra realtà; in tal senso possono essere lette le scene delle speranzose modelle, della festa underground, del concerto sotterraneo dove, ottenuta l'ambita chitarra, se ne libera un secondo dopo. Alcune scene restano memorabili nella storia del cinema non solo del regista, tra cui l'amplesso mimato tra il protagonista e la modella Veruszka, o la sequenza del servizio fotografico alle modelle con uno stile geometrico pazzesco, fino alla indimenticata scena della partita di tennis. Particolarmente suggestive le sequenze di quasi amore tra David Hemmings e Vanessa Redgrave, quando di spalle, per muscolatura e dimensioni, la donna presenta le spalle tipiche di un uomo e viceversa. E' un grido alla soggettività,. ad essere se stessi, a costruire la propria realtà, liberi dai condizionamenti. Un magnifico pre-sessantotto. Lascia un senso di incompiutezza e di indefinito. Come la realtà?

John Locke  @  05/03/2007 13:20:41
   8½ / 10
Perla di Antonioni sull'incomunicabilità di una generazione e soprattutto sulla soggettività della percezione.
Grandissimi tutti gli elementi del cast (in particolare Hemmings) e memorabile il finale con la scena della partita a tennis mimata.
Capolavoro.

Invia una mail all'autore del commento emmepi8  @  09/01/2007 10:32:27
   9 / 10
Quasi debutto nel cinema internazionale, dico quasi perché ci fu una sfortunata esperienza con I Vinti, dove la censura rovinò il film con tagli atroci. Qui ci sono motivi di interesse che ancora oggi lo classificano fra le operazioni più importanti del regista, la prima che sale agli occhi è l'ambientazione, che oggi rimane come un manifesto interessante, condensato e credibile di un momento della società che è rimasto nella storia del costume che è quello della Singing London, che qui viene descritta e fatta vivere in maniera quasi documentaristica, che è anche una delle migliori vene di questo grande regista (non per niente i suoi documentari sia inziali che in corso degli anni sono bellissimi). I dialoghi sono risicati, ed anche questo è un pregio tutto personale di Antonioni che spesso (a parte gli ultimi anni, dove la cosidetta moglie lo ha sopraffatto e lo ha reso schiavo dei suoi voleri da povera capra snaturata) sono stati la pietra dolente dei suoi films. Naturalmente il campo dove l'autore batte è quello dell'incomunicabilità, nessuno riesce a comunicare con gli altri. Qui ci si serve di una trama gialla per attirare l'attenzione su una storia personale e disadattata; naturalmente tutto questo viene impreziosito e quasi paurosamente messo al bando(per paura di essere messo in un registro di genere) dalla ribaltazione finale che mette tutto in discussione e cioè la famosissima scena della mimazione di una partita di tennis, costruita perfettamente nei minimi particolari, che ci fa arrivare alla riflessione del visto non visto e dell'accaduto non accaduto. Un bel cast diretto alla perfezione e dove appaiono nomi che faranno una loro strada importante. Il film Vinse a Cannes e fu il trampolino di lancio per il mondo
Vanessa Redgrave: Non è stato un debutto, era la moglie di Tony Richardson e la figlia di Sir Michael Redgrave, ma diciamo pure che la sua vera carriera ha avuto inzio con questo film, dove imparò l'italiano alla perfezione con la sua caparbietà e volle fare anche altri film in Italia, perché innamorata del nostro cinema, dopo divenne quella grande e singolare attrice che è ancora oggi. Qui abbiamo una immagine bellisma e raffinata, forse mai più proposta
David Hemmings:Diciamo un debutto che lo impose all'attenzione internazione; rimane un po' un'icona di quel periodo, e la sua carriera successiva, dopo alcune prove interessanti si accasciò in una routine non voluta e scontenta. Fece anche qualche regia non disprezzabile ed è morto tre anni fa', ancora non vecchio, ma provato nel fisico.

conway  @  08/01/2007 23:03:29
   9 / 10
Una sorta di metafora sulla soggettività della percezione...
Film molto interessante...

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Giordano Biagio  @  23/11/2006 23:34:01
   8 / 10
Opera di grande impatto filmico-linguistico.
Antonioni mostra attraverso il film il dispositivo del cinema. Macchine fotografiche, laboratorio di sviluppo di pellicole, finestre simili allo schermo cinematografico attraverso fotografie in sviluppo. Finestre nelle finestre...lo spettatore entra guardone in una profondità insperata.
La curiosità dello spettatore si esalta, l'immaginario esplode...
Esempio di grande cinema nel cinema...

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Ultima risposta 05/12/2008 16.47.09
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quaker  @  23/11/2006 20:13:30
   9½ / 10
Antonioni... che destino. I suoi film sono, se non proprio dimenticati, poco conosciuti al di fuori di una cerchia ristretta di cinefili. Visto una prima volta al cinema da ragazzo (credo che fosse anche vietato ai minori, ma evidentemente nella mia città non ci faceva troppo caso) e poi rivisto da poco in inglese, e per giunta senza sottotitoli.
E' un'opera di perfetta incompiutezza. Lo guardi, dall'inizio alla fine, cercando un messaggio e mai, come per questo film, puoi dire che il mezzo è il messaggio.
Dentro c'è la swinging London, ma vista come di straforo, il mondo della fotografia di moda, i poveri ed i ricchissimi, cascami di incomunicabilità, e tanto altro: come una splendida fotografia, una abilità registica non comune, anche se Antonioni sembra avere quasi in dispetto la sua bravura.
Finito il fim ti chiedi: ma che cosa ho visto? che cosa significa? Io azzardo una risposta: chiunque creda di avere capito il film non lo ha capito, ma tutti quelli (sempre di meno) che lo vedono non possono che restarne affascinati.
Infine: la sceneggiatura è di Tonino Guerra (un grande poeta e scrittore che, da vecchio, è stato costretto, per arrotondare una pensione di 1.100 € a dire che l'ottimismo è il profumo della vita).

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/09/2006 23:24:57
   8 / 10
un bellissimo film...tutto quello che volevo dire l'ho scritto nella recensione

BobRobertson  @  17/06/2006 16:53:58
   9 / 10
gran bel film. realtà e fantasia ke si meskolano all'inverosimile... bellissimo il cammeo con Jimmy Page e gli Yardbirds...

freofd*tyu  @  04/04/2006 23:32:15
   10 / 10
Uno dei film piů belli di tutti i tempi. Per me di gran lunga il miglior film di M. Antonioni.

Magico, quasi onirico.

Sembra di respirare l'aria della Swinging London dei gloriosi anni Sessanta, ma rimane comunque un film senza tempo.

Crimson  @  16/02/2006 17:52:34
   8 / 10
Uno di quei film che hanno lo strano effetto di lasciare col fiato sospeso durante il suo svolgimento e di inondarmi con una valanga di sensazioni e riflessioni dopo la visione. E' stupendo il meccanismo pirandelliano col quale ti avvicina e ti allontana dalla verità (ma poi: quale verità?). La scena più bella è quella in cui il protagonista ingrandisce e osserva le fotografie, davvero coinvolgentissima.
Tuttavia per me ci sono delle parti un pò noiose, e perdipiù superflue.
La vicenda del protagonista mi ha lasciato su tutte una riflessione sul modo di concepire e concettualizzare molti aspetti della nostra vita.

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ds1hm  @  15/02/2006 14:44:27
   9 / 10
Blow up è il film di Antonioni che più mi attrae e che sopratutto riesco a rivedere con notevole entusiasmo. Ogni autore credo possa godere nella propria produzione artistica di una parentesi di genialità, e nel cinema questo significa dar vita ad un film, anche se imperfetto, che abbia però la forza di restare impresso nella mente di chi lo guarda. Blow up è semplicemete questo, un film bello ma sopratutto unico, particolarissimo.

lorenz!Ł  @  13/12/2005 15:44:43
   9½ / 10
surreale.ma fantastico..un mix di generi per un antonioni da urlo. l'unica cosa ke nn ho capito e la" partita" finale.. cmq bello.

Invia una mail all'autore del commento Totius  @  13/12/2005 11:41:41
   7 / 10
Beh...film epocale, da vedere, scenografia e fotografia specie in esterno meravigliosa...'68 ineccepibile...ma "sceneggiatura antologica" mi pare esagerato.
Una cosa davvero poetica è la panto-partita alla fine.

Dziga  @  17/10/2005 17:45:47
   10 / 10
phoenietzsche  @  25/02/2005 21:18:59
   10 / 10
Numero primo

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Ultima risposta 01/12/2005 21.02.38
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  23/01/2005 14:34:35
   9 / 10
L'estetica di Antonioni trova il suo apice in questo film

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dragonfly  @  29/09/2004 17:33:41
   10 / 10
Il classico del surreale: eccellente l'ambientazione (in una Londra ambigua agli albori del sessantotto), Antonioni lancia un Hemmings perfetto nella parte del fotografo. Il film ha retto magnificamente al tempo. Ambiguo il finale, quando il fotografo cade nel mondo surreale e non riesce più a distinguere la fantasia dalla realtà. Film fatto di piccoli dettagli, accompagnati da un'eccellente fotografia (di Palma) e da un'antologica sceneggiatura. Se avete l'occasione guardatelo doppiato in italiano: nella versione originale i toni sono meno studiati...
Celeberrima la sequenza nel sotterraneo dove suonano gli YARDBIRDS (con un Jimmy Page alle prime "stonate"), e il finale con la partita mimata. Un grande capolavoro che può non piacere per il ritmo non esilarante e per la mancanza di avvenimenti costanti, ma la genialità con cui ha descritto l'epoca sessantottina ormai rimpianta è ineccepibile.
Insomma, un capolavoro intellettuale che ci fa anche ricordare il grande David Hemmings, scomparso qualche mese fa, e la sua "ironica" e memorabile recitazione.

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