Un famoso drammaturgo, Barton Fink,, viene scritturato da una major americana, che gli commissiona la sceneggiatura di un film sul wrestling. Arrivato ad Hollywood, Barton si stabilisce nell'inquietante hotel Earle e, qui, conoscerŕ Charlie, che nasconde un segreto altrettanto inquietante...
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Questa volta il mix fato beffardo / grottesco / personaggi stravaganti di marchio Coen non paga un alto dividendo. La storia è come al solito simpaticamente assurda, Turturro vi si applica con dedizione ma le svolte narrative della trama sono spesso esagerate, come dimostra l'ultima parte con protagonista il vicino di stanza impiccione di Goodman ( troppo sopra le righe ). Tra i lavori meno convincenti dei registi, che confermeranno in futuro l'interesse per le storie da Studios anni '40 / '50 anche nel più riuscito "Ave Cesare".
Film per pochi (ma molto pochi eh!) questo film dei (geniali) fratelli Coen vorrebbe passare per capolavoro con la sua "velata" critica al mondo di Hollywood ma, second me, non è al livello dei vari Fargo,Ladykillers,Leboski,etc quelli sì film straordinari ! Sarà che l'argomento è poco interessante, ma devo dire che l'ho trovato mediocre, sullo stesso genere grottesco-nero meglio L'inquilinoDel3Piano, Delicatessen, etc..
Niente da fare, sono alla ricerca di un altro film dei Cohen che mi possa piacere, ma a parte "Non è un paese per vecchi", tratto da un romanzo non loro (e qui forse si spiega l'arcano), quello chè è pura farina del loro sacco non mi prende. Non riesco a reggere film strampalati e senza logica come questo, che avranno certamente significati nascosti ma che non digerisco. Non mi è piaciuto per niente.
non che sia un amante dei Coen ma questo film davvero non mi è piaciuto. Fino ad un certo punto l'ho seguito con interesse e curiosità ma poi mi ha deluso nel finale.. è strano..ho guardato anche varie spiegazioni e altri commenti di quelli che lo hanno apprezzato ma boh..forse non ne ho colto propio il significato. Resta il fatto che non mi ha convinto per niente e l'ho trovato pure noioso.
niente da fare,tra i film dei fratelli che finora ho visto l'unico che mi è piaciuto(e anche molto) è"l'uomo che non c'era",tutti gli altri non riesco proprio a digerirli...e questo non fà eccezione... un punto in + solo per le interpretazioni di Turturro e Goodman,davvero bravi,il resto per me si può già dimenticare
-- contiene spoilers -- Perplessità.. in effetti anche io ho avuto perplessità alla fine del film, pensando a cosa di davvero profondo avesse colpito il recensore e decine di utenti. La regia è fenomenale, con quella cura malata dei dettagli, dei colori, grandissima l'interpretazione di Burton, Charlie, il produttore, ma non basta qualche fiammella metaforica, un quadro che diventa realtà e una scatola dal contenuto "misterioso" (la seconda volta in cui l'ha mostrata ero pronto a giurare che ci fosse una testa, ma non dirlo fa più figo e metafisico) a costruire una pellicola nel complesso banale e superficiale. "La critica al business hollywoodiano", "la raffigurazione della decadenza e della superficialità", "la derisione della fede ebraica"..., ci sono, o meglio, le hanno sventolate davanti a tutti, in modo che senza fatica le si potessero afferrare. L'ho trovato artificioso, prefabbricato, una metafisica da quattro soldi.
Sinceramente il marchio "Coen" non mi entusiasma tanto. Tra quelli che ho visto dei "Coen" il migliore è Fargo, almeno dal mio punto di vista... Mi aspettavo di meglio...