Un famoso drammaturgo, Barton Fink,, viene scritturato da una major americana, che gli commissiona la sceneggiatura di un film sul wrestling. Arrivato ad Hollywood, Barton si stabilisce nell'inquietante hotel Earle e, qui, conoscerŕ Charlie, che nasconde un segreto altrettanto inquietante...
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Barton Fink è uno scrittore di New York, che dopo un successo teatrale, viene catapultato a Hollywood per scrivere un film di serie B. Predica il realismo, e il fatto che il cinema e la letteratura debba attingere di più dalle storie degli uomini comuni, ma lui per primo non riesce a non peccare di quel distacco artistico tipico degli scrittori. Non mancano le location e i personaggi grotteschi a cui ci hanno abituato i fratelli Coen. L'hotel in cui si svolge la maggior parte della vicenda da alla pellicola un'impronta surreale, onirica. Molti elementi fanno pensare al sogno e al suo strettissimo legame con la realtà: si pensi al quadro e a come questo elemento torna alla fine, oppure ai rumori notturni dell'albergo o a come la carta da parati continui a staccarsi. I registi sono bravi nel nascondere indizi dietro questi elementi apparentemente sconnessi. Tra la prima parte, di sorpresa per le atmosfere originali, e la fine ricca di avvenimenti, c'è una parte centrale che secondo me appiattisce troppo la narrazione visto che, ho avuto la sensazione di perdermi tra gli indizi di cui parlavo prima e di non riuscire ad afferrare il fine ultimo del film. Per quanto sia un buon lavoro, per mio gusto personale, non è pienamente riuscito come altri film dei fratelli Coen.