alta tensione (2003)

devo dire che Alexandre Aja, contrariamente ai vari Eli Roth, dimostra di avere i mezzi giusti (che confermerà anche nel remake del film di Craven). bastano una 20ina di minuti per "dare inizio alle danze". la sceneggiatura, scritta a quattro mani dallo stesso regista e da Gregory Levasseur, è semplice (e serve da pretesto per mostrarci tutto il resto), ma il modo di presentarla devo dire che funziona. da notare la fotografia impeccabile di Maxime Alexandre e gli ottimi effetti speciali curati da De Rossi. Aja si muove con una certa disinvoltura e sembra volersi prendere gioco dello spettatore come il gatto col topo. buono anche il livello generale della recitazione, soprattutto la prova di Cecile De France (Marie). il montaggio ed i tempi cinematografici sono pressoché perfetti. molte le citazioni ai "Grandi del Cinema" e al filone slasher d'autore (la scena in cui la protagonista si nasconde nell’armadio è un chiaro omaggio all' "Halloween" del maestro Carpenter). il film fa perno sull'interscambiabilità dei ruoli protagonista-antagonista (è necessario entrare nella mente di Marie per penetrarne il significato ed individuarne le dinamiche sottese) e ripropone il tema dell’amore saffico, tanto caro ad Antonio Margheriti e Jess Franco. e poi tra le musiche c'è "New Born" dei Muse, uno dei miei gruppi preferiti. per me, è un film ingiustamente sottovalutato (e anche poco capito). una boccata d'aria fresca!! L

voto: 7,5