alice in wonderland (2010)

Pensavo fosse il mio giorno gioglorioso, aspettavo Alice da mesi e naturalmente le aspettative erano alte, anzi, vertiginose. Grave errore mio, è sempre meglio averle sul medio basse per non restarci troppo male. Di fatto questo Alice in Wonderland è un polpettone Disney che di Tim Burton ha gran poco. Non dico che non ci siano alcune sue tipiche peculiarità, come ad esempio le atmosfere, i colori, la fisicità dei personaggi. Ma parliamoci chiaro: questo è un prodotto puramente commerciale. Parto dagli aspetti a mio parere negativi: questa storia vuole raccontare di un'Alice adulta ri-catapultata nei suoi vecchi ricordi d'infanzia. I personaggi che incontra sono ovviamente gli stessi del classico di Carroll. Non essendo un remake puro e semplice, ma come dire, un "quello che è successo poi", era presumibile aspettarsi una rivisitazione degli stessi protagonisti. Quello che mi ha fortemente infastidita è la mancanza di personalità di quasi tutti i soggetti, dal Bianconiglio, allo Stregatto, al Cappellaio matto! Quello che davvero mi aspettavo da Burton è la assoluta follia, la strabiliante unicità dei personaggi di quel mondo meraviglioso. Si annusa la malinconia, ma non basta. Il buonismo tipico disneyano pervade ovunque, l'unico personaggio enigmatico è la Regina Bianca. Con quei modo urticanti e in fondo in fondo, mica tanto buona... Ad ogni modo il succo della mia delusione è la struttura della storia misera e poco profonda. Salvo le due regine, ritenendole i personaggi migliori. In paticolare Helena Bonham Carter e il sempre mitico Deep. Perchè nonostante il Cappellaio matto fosse troppo matto fuori e troppo poco dentro, Deep riesce sempre ad essere unico nel suo essere. Come si fa a non amare uno che risulta bello anche quando è brutto?
Non so bene che voto dare, soffro abbastanza. Mi spiace moltissimo, amo alla follia Tim Burton e ho amato il libro di Alice con tutto il cuore. Si possono percorrere strade diverse in una carriera artistica, non è detto che Burton debba creare per forza opere con ambientazioni cupe o gotiche, l'ha dimostrato con Big Fish. Ma la sua bizzarria unica, la sua indiscutibile originalità nel raccontare storie la deve difendere. Mi auguro vivamente che Burton torni ad essere quello che alla Disney ci stava scomodo.

(Questo è stato il mio primo 3D: pessimo. Forse mai più.)