4 mosche di velluto grigio regia di Dario Argento Italia 1971
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4 mosche di velluto grigio (1971)

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locandina del film 4 MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO

Titolo Originale: 4 MOSCHE DI VELLUTO GRIGIO

RegiaDario Argento

InterpretiMichael Brandon, Mimsy Farmer, Jean-Pierre Marielle, Aldo Bufi Landi, Calisto Calisti, Marisa Fabbri, Oreste Lionello, Stefano Satta Flores, Bud Spencer

Durata: h 1,44
NazionalitàItalia 1971
Generethriller
Al cinema nell'Agosto 1971

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Trama del film 4 mosche di velluto grigio

Roberto, batterista in una rock band, continua a ricevere telefonate e ad essere inseguito da un uomo misterioso. Una sera, dopo aver provato con la band, Roberto si ritrova l'uomo davanti, ancora una volta, e decide di affrontarlo e di parlargli, ma nello scontro, lo accoltella e lo uccide. Roberto scappa via, ma dopo qualche giorno riceve una busta in cui sono contenute delle foto che lo ritraggono mentre uccide l'uomo...

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Voto Visitatori:   7,10 / 10 (127 voti)7,10Grafico
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Voti e commenti su 4 mosche di velluto grigio, 127 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Spotify  @  04/09/2016 06:31:15
   7 / 10
Ecco il film che conclude la trilogia degli animali di Argento e vale a dire, il primo periodo del regista romano. Infatti, come ormai ben sappiamo, dopo "4 Mosche di Velluto Grigio", esclusa la parentesi de "Le Cinque Giornate", cominceranno i primi avvicinamenti nel cinema horror vero e proprio col sanguinolento "Profondo Rosso" (seppur con l'opera del 1975 ci manteniamo ancora sul giallo/thriller). Paradossalmente, ci troviamo di fronte ad una pellicola che di sangue ce ne ha pochissimo e quindi, sopratutto all'epoca, quasi nessuno si sarebbe aspettato che "Profondo Rosso" avesse invece tutta quella violenza. Qui Argento, ha provato a fare un film più maturo, e ciò è dato dal fatto che c'è meno sangue, il killer ci viene presentato dietro una maschera, il tema del sogno di Roberto e una maggiore attenzione alla vita sentimentale del protagonista. Diciamo che, nonostante gli elementi che ho elencato siano trattati piuttosto bene, non si può dire che il buon Dario raggiunga la maturità definitiva con questa pellicola. Perchè se tecnicamente il director continua a fare passi da gigante, dal punto di vista della sceneggiatura, egli è ancora un po' acerbo, ma andiamo con ordine. La regia assomiglia a quella de "L'Uccello Dalle Piume di Cristallo", cioè molti primi piani, molti fermo immagine altamente suggestivi e scene degli omicidi lunghe e curatissime ma al tempo stesso con poco sangue. La sequenza iniziale secondo me vale da sola tutto il film, si viene a creare un alto tasso di suspense e sono letteralmente da brividi gli ultimi atti nel teatro come è da brividi l'inquadratura del regista sul misterioso pedinatore di Roberto, situato di fronte alla sala prove dove il giovane suona con la sua rock band. La direzione degli attori funziona solo in parte. Mi è piaciuto molto come è stato caratterizzato il personaggio di Nina, la quale si rivelerà molto importante per le sorti della storia. Anche il personaggio di Bud Spencer è ben sfruttato, diciamo che rappresenta il lato un po' più ironico della vicenda e ricordiamoci che almeno nei lavori degli anni 70, Argento immetteva sempre alcuni soggetti o alcune situazioni divertenti ed era bravo a farlo visto che mai sfiguravano in trame prettamente thriller. Invece il personaggio di Roberto non mi ha convinto per niente, troppo piatto, non desta particolare interesse al contrario invece di un Sam Dalmas. Come ho detto prima, le scene delle uccisioni sono splendide, magari potranno non piacere ai fan di Argento abituati a vedere litri di sangue nelle altre sue pellicole, però in questo caso c'è poco da dire. Poi, seppur si parla sempre di sequenze dove la gente muore, ci sta una raffinatezza nel girarle che è davvero esemplare. Di grande impatto l'omicidio di Amelia. Non manca la tensione in diverse altre svariate situazioni, come ad esempio quella dove l'assassino si intrufola in casa di Roberto, minacciando di ucciderlo. La scena è girata quasi al buio ed è altamente imprevedibile e ciò crea ancora più suspense. Fantastico anche come è stato realizzato il sogno di Roberto, anche questa è una cosa molto suggestiva. Il finale è splendido, pieno di pathos e perfettamente in linea con tutto il film. Geniale poi l'aggiunta del dettaglio attraverso il quale il protagonista riconosce l'assassino. Infine è leggendaria l'ultima sequenza. La fotografia da un tono cupo alla pellicola, ha le delle tinte molto scure che rendono abbastanza fredda l'atmosfera. Riguardo la scenografia, va fatto un plauso agli interni, realizzati e valorizzati ottimamente, rendono benissimo in almeno un paio di scene (vedi spoiler). Il cast generalmente non è male: Michael Brandon, pur non essendo diretto un gran che dal regista, si impegna parecchio e in certi punti sprigiona una bella carica drammatica. Peccato per le espressioni, tutte uguali mentre se la cava nell'interpretazione dei dialoghi. Molto brava Mimsy Farmer, ruolo difficilissimo il suo, ma con grande umiltà e sangue freddo, l'attrice di Chicago fa la sua porca figura. Espressioni in questo caso più convincenti e buona l'esplicazione dei dialoghi. Fortissimo come sempre anche il compianto Bud Spencer. Colonna sonora azzeccatissima di Ennio Morricone, molto calma e pacata, si sposa alla grande con diverse scene. Come dicevo prima, la sceneggiatura non è impeccabile e c'è da ammettere che non è mai stata il piatto forte di Dario. Il problema di questo screenplay è che spesso, cade in situazioni alquanto inutili, le quali non fanno altro che allungare inutilmente il film facendo sopraggiungere un po' di noia. Ed è questo secondo me, limita parecchio l'opera, troppi i momenti di stallo. Ci sono si frequenti fiammate, però altrettanto frequenti sono scene dove appunto, non succede niente di niente o che sono completamente inutili. Peccato, qui Argento non se l'è giocata affatto bene. Altra cosa che non mi ha convinto appieno, è stato il movente dell'assassino, troppo inverosimile e anche un po' stupido. Neanche i dialoghi sono felici, molto formali e lineari, a volte anche lenti, di certo non spiccano. Il resto della sceneggiatura, bene o male, è buono, come le stesure dei personaggi, quello di Diomede in particolare, il già citato sogno di Roberto, il quale è un elemento originalissimo, l'ultima sequenza, la minuzia che smaschera l'assassino, alcuni buoni colpi di scena e la precisione con cui sono descritti gli omicidi.

Conclusione: altro buon giallo di Argento, non siamo ai livelli de "L'uccello Dalle Piume di Cristallo", però è senza dubbio una pellicola che conserva un valore importante. Peccato per un po' di lentezza, altrimenti il voto poteva essere più alto. 7+ .

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