40 acres (2024)

Il film presenta una storia non certo originale che si svolge in un futuro post apocalittico dove un pandemia fungicida ha causato la scomparsa della vita animale con conseguente carestia mondiale. Il cibo e le coltivazioni sono quindi il bene più prezioso. Malgrado queste premesse, il film presenta uno scenario realistico, una storia ben raccontata ed una eccellente cura dei personaggi che si evolvono in un mondo dove la priorità è sopravvivere, ma l'isolamento forzato verso l'esterno potrebbe essere controproducente anche in considerazione degli attacchi da parte di predoni cannibali. Molto bravo tutto il cast di attori dove primeggia sicuramente Danielle Deadwyler, madre di questa famiglia tosta, dal passato personale nei ranghi militari, ma la cui ossessione per l'eccessivo protezionismo comincia a mostrare crepe verso le leve più giovani.

Classico film da festival del cinema. Inizio potentissimo e violento, diventa un po' ostico nella parte centrale, si perde un po' verso la fine.
Mescola lotta per la sopravvivenza, legami personali e familiari, usando l'ambientazione post-apocalittica, collega passato (il riferimento ai 40 acri e un mulo è chiaro già dal titolo) e futuro (futuro?),
Per come trasmette in modo vivido la tensione e drammaticità di alcune scene e la costante angoscia dei protagonisti, mi ha ricordato Children of Men (che a rivederlo adesso probabilmente rivaluterei, all'epoca lo trovai piuttosto pesante).
Merita ma potrebbero essere un po' noiosi momenti più lenti e introspettivi.