the squad (2011)

Bella pellicola d'esordio di Marquez che prende le suggestioni carpenteriane della Cosa e le trasferisce in una location perfetta per lo scopo, claustrofibica e ammantata da una nebbia perenne che oltre ad offuscare la vista, simbolicamente offusca ed annienta progressivamente la razionalità del gruppo di soldati.
In un tale contesto isolato ed irreale emergono tutte quelle paure ancestrali che distruggono ogni parvenza di logica per lasciare lo spazio alla paranoia pura, sfaldando l'unità del gruppo ed ogni catena di comando.
L'apparato visivo è tipico di un film horror, ma il buon uso della camera a mano e gli spazi ristretti del campo militare offrono una tensione ansiogena tipica del thriller, in cui l'istinto di sopravvivenza si trova a fronteggiare un pericolo irrazionale e sconosciuto, facendo sprofondare nella follia un gruppo di uomini addestrati ad affrontare nemici tangibili, ma incapaci a contrastare qualcosa che ha origine da loro stessi.

Aveva tutte le carte in regola per essere un ottimo film,peccato che in alcune parti rallenti troppo e che la sceneggiatura non convinca pienamente.

Veramente una fantastica sorpresa.
Una sorta di The Mist mischiato a The Blair Witch Project, il tutto(forse) in chiave di lettura onirica-metafisica alla Take Shelter.
Ottima la resa delle immagini e dignitosissimi tutti gli interpreti nel rappresentare una follia collettiva. Non annoia mai malgrado in certi punti il ritmo diventi lento, ma anzi c'è una tensione costante che si crea spontaneamente, senza mai diventare forzata.
Scena finale da brivido.
Mi chiedo perchè in Italia non si riesca mai a sfornare un prodotto curioso e intelligente come questo. No, c'è ancora chi pensa a Dracula ed Edgar Allan Poe, che tristezza!

In un avamposto militare posizionato in cima a lande isolate e nebbiose un gruppo di soldati troverà il male, forse di natura infernale, più probabilmente partorito dalle loro stesse coscienze insudiciate da un atto di immane spregevolezza perpetrato durante un' azione di guerra.
"El Paramo" è un gioiellino del cinema sudamericano percorso da una tensione emotiva durevole e poderosa, mai scialacquata attraverso spiegazioni d'abitudine ridondanti o situazioni forzate.
Qualcosa si perde nel finale, anche se l'ultima scena un bel brivido lo regala, ma il lavoro di Jaime Osorio Marquez è costruito magnificamente su atmosfere malsane rese ancora più tenebrose da un eccellente utilizzo del sonoro e da una regia particolare, solerte nel ricorrere spesso ad inquadrature fuori fuoco al fine di rendere le fattezze dei personaggi e di quell'ambiente così austero ancora più indefinite e quindi inquietanti.
Proprio dalla non conoscenza e dalla superstizione si genera quel male che divora dall'interno il drappello di uomini apparentemente addestrati a gestire qualsiasi situazione, in realtà facili prede della paranoia non appena un evento sciagurato precipita la situazione, associato all' isolamento da sempre foriero di barbari istinti regolati dalla legge del più forte.
Il fatto che sia girato con pochi mezzi non condiziona in negativo, anche perché le caratteristiche delle locations, l'abilità nell'esaltazione dell'ambiente di Marquez e l' accuratezza con cui vengono trattati i particolari rendono più che sufficiente il budget di partenza.
Poche ma significative le scene sanguinose o feroci, "El Paramo" si snoda in bilico mai precario tra follia e incisi horror sfornando passaggi ansiogeni in serie anche grazie al contributo di attori molto convincenti, bravi a dare il meglio soprattutto nei momenti in cui l'isteria dilaga.
Non resta che incrociare le dita in attesa del già annunciato remake a stelle e strisce.

Insomma..parte bene e poi si perde in lungaggini di troppo. Azzeccata l'atmosfera della base sulla collina avvolta dalla nebbia..buona la prova degli attori..il film incute sicuramente angoscia in alcune scene..e la donna misteriosa è veramente inquietante. Purtroppo però paga un po troppo la lentezza..senza contare una sceneggiatura un po traballante ed un finale un po buttato li..si poteva fare di meglio.