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Quello che mi ha trasmesso "Taxi driver" è che le cose non sono mai come sembrano,la nostra società è composta da tanti ideali differenti,da tanti modi di vivere diversi,da tanti moralismi o modi di pensare opposti;le azioni compiute da ogni singolo individuo sono sempre dettate,in un modo o nell'altro,da un motivo..c'è sempre un motivo alla base di una scelta. Il mondo di "Taxi driver" è un mondo pieno di sofferenza,malavita,falsi ideali,ipocrisia,prostituzione e mancanza di dignità..viene sottolineata la difficoltà di relazionarsi con gli altri,di vivere..e non viene sottolineata solo con il taxista ed ex Marine Travis ma anche con qualsiasi altro individuo si veda nel film..una giungla dove ogni persona deve arrancare per poter continuare a vivere nella sua metropoli,nel suo mondo;anche le persone apparentemente "normali" nascondono un pizzico di ipocrisia..la scena finalissima del film lo sottolinea palesemente....Travis è un tramite..è quella variante che ogni tanto può cambiare le cose,quell'uomo che non ha nessuna identità,che vede semplicemente la sporcizia che ha intorno,che cerca di giudicare le cose nel SUO modo più giusto....si tratta di quella variabile imprevedibile,come una cellula impazzita..una variabile che può far di Travis un autentico criminale o un popolarissimo eroe.. Grande fetta di vita di una america anni 70,condita dalla regia di uno Scorsese che si sente chiaramente fuso con quella fetta di realtà che viveva all'epoca.