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Lothar Schramm (Florian Koerner von Gustorf) è disteso in una pozza di sangue. sangue che comincia ad imbeversi di ricordi, a farsi evocativo, sino ad assurgere ad una funzione catartica.
è la storia di un uomo solo, che di mestiere fa il tassista, innamorato della vicina di casa, Marianne (Monika M., protagonista anche di "Nekromantik 2"), una prostituta, con la quale non riesce ad avere normali rapporti sessuali (tanto che i suoi sogni sono infestati da una f.i.c.a. vivente famelica) e alla quale pensa mentre fa sesso con una bambola gonfiabile, monca della testa e degli arti; di un uomo a cui non è mai stato concesso sognare, sin da ragazzo, da quando si ritrovò senza una gamba, e a cui mancano i bei ricordi, motivo per il quale si autopunisce, inchiodandosi il pene; di un f.o.t.t.u.t.o sadico che gioca anche a fare Dio mentre posiziona, dopo averli uccisi, i corpi di due giovani testimoni di Geova, che, ignari di quello che sarebbe successo di lì a poco, avevano bussato alla sua porta; di uno spietato serial killer, che muore a causa di un banalissimo incidente domestico.
ho visto molti film che trattano di serial killer (gli anni '90 ne sono pieni), con risultati alterni; alcuni capolavori come "The Silence of the Lambs" e "Maniac" hanno lavorato molto sull'aspetto psicologico, ma nessun regista è andato oltre l' "atto omicida", ha mai raccontato come questi vivono la loro quotidianità. Buttgereit (qui allucinato e ossessionato dalla carne quasi quanto Cronenberg, a cui, evidentemente, il regista si ispira), invece, ci fornisce un quadro più completo, la tessera mancante al "nostro mosaico seriale".
se ci fosse un podio dei film del regista teutonico, il suo ultimo lavoro (prima di un lungo ritiro verso le produzioni televisive), a mio avviso, si piazzerebbe 2nd, dopo "Der Todesking" e prima di "Nekromantik".