All’inizio del XX secolo, la scoperta del petrolio trasformò l’esistenza degli Osage che diventarono da un giorno all’altro immensamente ricchi. L’improvviso benessere di questi nativi americani attirò l’interesse dei bianchi che iniziarono a manipolare, estorcere e sottrarre con l’inganno i beni degli Osage fino a ricorrere all’omicidio. Una storia d’amore e tradimenti, delitti e misteri in un intrigo avvincente per la scoperta della verità.
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Visto 3 giorni fa, ho lentamente metabolizzato quindi dico la mia dopo aver letto i soliti schieramenti nazi del tipo "se non hai apprezzato, non puoi parlare di cinema" oppure i riduttivi e sotto un certo punto di vista avvilenti "film lento, un'agonia, una sequestro di persona, una *****!". Parto da un concetto semplice che credo vada comunque ribadito: Scorsese gira un film straordinario con quelli che sono gli elementi essenziali del Cinema, ovvero una grande scrittura, una superba messa in scena, un budget elevato che garantisca un comparto tecnico di livello assoluto, e un cast fatto di grandissimi attori. Ed è innegabile che ormai dopo 50 anni la coda del cinema di Scorsese sia sempre più orientata verso una cifra stilistica priva di ogni tipo di ammiccamento al pubblico; gli ultimi tre film del regista sono quanto di più anti hollywoodiano si possa trovare nella sua filmografia, l'esatto opposto rispetto al canone generico contemporaneo che siamo abituati a mandare giù in sala. Manca del tutto quel tipo di "intrattenimento" di autore tipico (per citare due titoli dell'ultimo ventennio) di film come The Departed o il Lupo di Wall Street e se mi fermo a pensarci un attimo la trovo una scelta del tutto pacifica e condivisibile, senza contare che nella maggior parte dei casi è anche normale non girare film a 80 anni come lo facevi a 40. Scritto tutto il pippone introduttivo (ma necessario) a me il film è piaciuto molto ma non lo considero ne il capolavoro assoluto del regista, ne superiore (per rimanere in tema con il discorso di prima) a un The Irishman. Gli riconosco innumerevoli pregi ma ne patisco la fruibilità. 3 ore e mezza sono tante, i tempi così dilatati nel mio caso hanno appesantito non poco la visione, ma questo è un discorso puramente soggettivo, ho letto di gente che dormiva dopo 1 ora e altri che sarebbero rimasti immersi nel mondo dei fatti narrati all'infinito. L'unica cosa che non ho provato è la noia, perché ci sono tantissimi elementi che mi hanno catturato fin dall'inizio, primo su tutto le performance; e anche qui "Di Caprio fa le smorfie" "De Niro è invecchiato male" etc etc…*******, due attori magnifici, e se il primo sicuramente gigioneggia un po' troppo senza comunque rovinare assolutamente la caratura della sua prova attoriale, al secondo basta uno sguardo seguito da un lungo silenzio per raccontarci tutto (e non è per nulla scontato, visto che gli ultimi anni di carriera per lui rappresentano copioni come "Nonno questa volta è guerra" e "Papà scatenato". Splendidi, sia loro che Lily Glandstone, attrice capace di portare in scena tutta la drammaticità degli eventi con un intensità ammirevole. Secondo me va visto, senza paura, è un'esperienza impegnativa ma che allo stesso tempo arricchisce molto lo spettatore.