into the wild regia di Sean Penn USA 2007
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into the wild (2007)

 Trailer Trailer INTO THE WILD

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locandina del film INTO THE WILD

Titolo Originale: INTO THE WILD

RegiaSean Penn

InterpretiEmile Hirsch, Marcia Gay Harden, William Hurt, Jena Malone, Brian Dierker, Catherine Keener, Vince Vaughn, Kristen Stewart, Hal Holbrook

Durata: h 2.28
NazionalitàUSA 2007
Generedrammatico
Tratto dal libro "Nelle terre estreme" di Jon Krakauer
Al cinema nel Gennaio 2008

•  Altri film di Sean Penn

•  Link al sito di INTO THE WILD

Trama del film Into the wild

La vera storia di Christopher McCandless, detto Alex Supertramp. Dopo aver conseguito la laurea nel 1992, Christopher decide di abbandonare ogni cosa per andare a vivere tra i ghiacci dell'Alaska...

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Voto Visitatori:   8,02 / 10 (513 voti)8,02Grafico
Miglior canzone originale (Guaranteed - Eddie Vedder)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
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Voti e commenti su Into the wild, 513 opinioni inserite

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viagem  @  11/02/2008 22:59:28
   8½ / 10
Certo, come molti hanno già commentato, fotografia e colonna sonora di questo film sono eccezionali, davvero su livelli che forse solo il miglior Wenders ha mai raggiunto in passato (consiglio a tutti l'acquisto dell'album di Eddie Vedder, impareggiabile, e di soffermarsi anche sui testi delle canzoni, profondi e così fedeli da sembrare essere stati scritti dal protagonista della storia). Ma ciò che rapisce (e che divide nel giudizio) sono le vicende del protagonista. La gente viaggia per i motivi più disparati, chi per conoscenza, chi per desiderio dell'ignoto, chi per fuggire da qualcuno o da qualcosa, chi per ricominciare. C'è chi prevede un ritorno, c'è chi non prevede una fine dei suoi viaggi. Christopher McCandless viaggia per rabbia, nei confronti della sua famiglia e del mondo, e scappa alla ricerca della verità, che per lui equivale alla libertà e quindi alla felicità. E' un viaggio morale, non una semplice fuga dalla società e un ritorno alla natura.
La sua storia schiva la banalità ed i clichè di tante esperienze hippie/new age arcinote, tanto quanto quelle pseudo-religiose all'insegna della semplice povertà e solidarietà. McCandless viaggia per se stesso ed il suo è un percorso di coscienza guidato dalle sfide che la natura selvaggia gli pone quotidianamente. E poco importa se il messaggio finale, la "verità" ci appare come banale. Importante è il viaggio che si è fatto per approdarvi.
Questo film ha il pregio di restare dentro lo spettatore sedimentandosi nel tempo e di ravvivare braci quasi spente di quelle anime sensibili tutt'ora a disagio nella palude di questa società, ma che non hanno mai trovato la forza per buttare tutto all'aria e ricominciare. L'augurio è quello di andare a vedere questo film e che questo film vi piaccia e vi riaccenda qualcosa dentro. In caso contrario non ci saranno vie di mezzo: lo troverete lungo e banale e compatirete il protagonista per le sue scelte. Ma anche voi, spenti e narcotizzati, non avete molto da stare allegri.

10 risposte al commento
Ultima risposta 21/01/2009 15.00.33
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gringo80pt  @  11/02/2008 09:01:55
   6½ / 10
Cercarlo in un cinema di questi tempi non era semplice, ma la voglia di vederlo era grande, visto che la media dei voti parla chiaro.
Non son soddisfatto assolutamente: mi aspettavo di più e nn mi son calato nè nel personaggio, nè nella sua drastica decisione di allontanarsi dalla famiglia e soprattutto dalla sorella...6 e mezzo solo perchè c'è spazio alla bellissima natura americana!!!

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Ultima risposta 25/02/2008 12.08.51
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Rask  @  11/02/2008 00:44:56
   9 / 10
L'uomo, solo. Alla ricerca di una qualche empatia con una natura aliena, ostile e seducente.
Si percorre un'ideale ontogenesi della specie e dello spirito dell'individuo in opposte direzioni e si torna a una forma antica e selvaggia di coscienza, prima di una società che converta sicurezze in assuefazioni, ancora prima, fino alla mancanza del simile a sé, del riconoscimento dell'altro, di una qualunque relazionalità alla pari. Prima, c'era la sensazione di un mondo nato non per l'uomo, un caos armonico senza valori in cui essere liberi di provare meraviglia e paura, e di morire soli.
Un'elegia dell'autenticità, del rigore morale nel guardare in faccia il vero, nel chiamare le cose col loro nome. Una serena reimmersione dell'uomo nell'utero della natura, a ricordarci che è nata senza di lui e senza di lui morirà. E la condivisione, come speranza di felicità, promessa di senso, che cerca disperatamente di convivere con un ritorno alle origini emotive che il mondo degli uomini ha dimenticato.
Per chi vive la regressione di Alex come una liberazione, Into the wild è un'esperienza religiosa.

4 risposte al commento
Ultima risposta 17/02/2008 17.20.39
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isobel  @  08/02/2008 15:58:10
   5½ / 10
Film fatto di immagini , la suggestione dei bellissimi paesaggi statunitensi, luci e colori usati con sapienza, e la voce di Eddie Vedder ti culla sulle immagini. Ma non è abbastanza per farne un bel film, si avvicina di più ad un bel documentario, così come il fatto che sia ricalcato da una storia vera non lo migliora, una storia bisogna saperla raccontare....momenti di noia.....

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Ultima risposta 11/02/2008 20.13.27
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Zoso87  @  07/02/2008 18:38:54
   6½ / 10
Il film sarebbe stato da 8 se non fosse stato, a mio parere, per alcune pecche. La durata è eccessivamente lunga, se confrontata con la storia del personaggio (l'intero film poteva essere ridotto di una buona mezzora, senza dilagare in inutili discorsi filosofici). Il film non decolla quasi mai, con un susseguirsi di azioni ed avventure pressochè identiche fra loro, ad eccezione del finale (davvero 20 minuti di grande cinema).
Mi spiace che tutto ciò conduca ad un giudizio negativo di un film di cui sono rimasto affascinato per la potenza delle immagini (i paesaggi statunitensi sono fantastici) e le musiche di Eddie Wedder (ex Pearl Jam). Tutto ciò è bello ma... Non vado al cinema per vedere un documentario.

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Ultima risposta 11/02/2008 20.21.17
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641660  @  07/02/2008 10:52:02
   6 / 10
Ho trovato una sola cosa sensata in tutto il film, che già sapevo e che è la dimostrazione della vita sprecata dal protagonista:"L'unica vera felicità è quella condivisa".STOP. Il resto è qualche bella immagine, colonna sonora simpatica, alcuni dialoghi intensi altri poco stimolanti. Un racconto del quale mi dimenticherò presto. Ero in attesa di paesaggi incredibili, ma sinceramente anche quelli visti nel film "rotti dietro in montagna" sono migliori.

Il colpo di scena finale è stato fin troppo forte! All'inizio un grande dispiacere, poi ho capito che la selezione naturale degli stupidi è cosa buona e giusta.

La famiglia del protagonista fa schifo sia nel film che nel mondo reale, vendere ad un produttore la vita di un figlio morto...che vergogna!


Un piccolo appunto a FS.
Certo che bisogna essere bastardi dentro per scrivere in sole tre righe di trama già la fine! Per fortuna non le avevo lette prima di andare a vedere il film.

31 risposte al commento
Ultima risposta 25/02/2009 17.29.21
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Glendhi  @  06/02/2008 21:14:40
   10 / 10
Per commentare questo film, ho deciso di citare le impressioni degli altri finito tutto.

"Gle, grazie di esistere."

Questo mi sono sentita dire alla fine del da un amico che non voleva venire con me al cinema.

"Volevo che non finisse mai."

"Ero lì dentro."

E invece io, ho pensato...

"Lo sapevo che questo tizio era segno acquario." (come me,ndr)

"..Pensa se fossi andata a vederlo da sola."E ho sorriso.
Per un semplice motivo:



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Grazie Sean, senza saperlo, mi hai fatto il miglior regalo di compleanno...per quest'anno.

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Ultima risposta 08/02/2008 15.28.18
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Invia una mail all'autore del commento SPIZZDAVIDE  @  06/02/2008 12:58:22
   5 / 10
A sentir le critiche, mi aspettavo molto di più.
Il film, molto lungo, scorre lento ed annoia. Cosa grave se si considera che si tratta del genere avventura.
Il messaggio moralistico lanciato nel film non viene condiviso dal sottoscritto.

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Ultima risposta 08/02/2008 18.56.00
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Invia una mail all'autore del commento NEO78  @  05/02/2008 15:02:13
   6 / 10
Il messaggio del film è chiaro fin dall'inizio: Il rifiuto della vita moderna del 21° secolo per vivere la vita allo stato "brado" a contatto solo con la natura.

Lasciando perdere ogni critica sul messaggio ( mi chiedo per esempio se non sia un pò esagerato vivere come un primitivo ignorando ogni progresso dell'umanità), quello che non mi è piaciuto è il come viene comunicato.
Dialoghi spesso retorici e pomposi fatti di frasi al limite dell'assurdo come ad esempio "se vuoi una cosa dalla vita allunga la mano e prendila" rapporti tra i personaggi troppo stereotipati, come il nonno senza più la famiglia che cerca nel protagonista il figlio che non c'è più, la ragazzina giovane e ingenua che cerca l'amore, la coppia di hippy che lo accoglie come un figlio.

In poche parole il film pecca di "americanismo", ma viene compensato dalle ambientazioni veramente stupende e dalla regia di Sean Penn assolutamente impeccabile (bellissimo il movimento di macchina finale).

6 quindi, che poteva essere molto di più se Penn avesse visto Grizzly Man e ne avesse fatto tesoro.

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Ultima risposta 07/02/2008 23.14.42
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ingsissi  @  04/02/2008 20:03:51
   2 / 10
Che nervi!!!!!!Sarei dovuta uscire alla frase: "ma forse tu sei gesù cristo?", ma mi son detta, resisti, infondo Sean Penn è uno bravo, così ho tenuto duro fino al primo tempo. Poi però non ce lo fatta...
Le ambientazioni prese dalle foto scartate del national geografic o dalle cartoline che si trovano nei rifugi di montagna, che a pensarci bene a volte sono più belle.
Lui viziatissimo, moralista che non riesce a fare un discorso senza infilarci una citazione, così la sorella è costretta, come voce fuori campo, a raccontare questa storia di tremenda ribellione verso la società. Sappiamo tutti che se non fosse stato così idiota da fare quella fine, per altro a due passi da dove il tizo lo aveva accompagnato, sarebbe diventato tutto quello da cui lui fuggiva.
Sean Penn ha una vaga idea di chi è Herzog...?

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Ultima risposta 06/02/2008 00.04.25
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR bellin1  @  03/02/2008 18:05:29
   5½ / 10
Allora...la fotografia è molto bella (paesaggi incantevoli), cosi come una buona regia. Il film si presenta forse troppo lungo, con alcune scene forse un po troppo stucchevoli.
Non sono d'accordo con il pensiero del ragazzo ed il pentimento finale del ragazzo ne è una prova (riguardo la felicità condivisa ).Ed il fatto che tutti i personaggi con cui ha avuto a che fare nel suo tragitto sono rimasti delusi dal suo atteggiamento. A tratti il film pare un pochino forzato, quasi un documentario.

5 1/2

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Ultima risposta 12/02/2008 17.55.37
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slint  @  02/02/2008 21:02:41
   9 / 10
bellissimo...
questo film lo dovrebbero vedere tutti,a cominciare dai 13enni gia' flippati per cellulari e occhiali griffati.
deprimente perche' ti ricorda che la direzione in cui andiamo è sicuramente la peggiore possibile.

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Ultima risposta 04/02/2008 12.57.56
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Dan of the KOB  @  02/02/2008 13:37:33
   9 / 10
Diventerà un MUST!

E' un viaggio alla ricerca di ciò che non si ha! Quel che non si ha non è un qualcosa di concreto e materiale però, non si hanno più valori, sentimenti, non si ha più il tempo di stare con se stessi!
E' la storia di un uomo al quale il signore ha dato un dono grandissimo, una forza di volontà unica, un coraggio disarmante e una voglia di vivere che pochi hanno!
Al di là che il film sia stato romanzato o meno, che la vera vita di John McCandless non sia esattamente quella riportata, magari sarà stata meno "poetica", al di là di tutto ciò, resta un film stupendo, un film che potrebbe essere uno stimolo per molti ad aprire gli occhi, quella spinta di cui a volte si ha bisogno per fare un grande passo!
Forse Sean Penn ha esagerato in alcuni esercizi stilistici, ma è stato comunque bravissimo nel complesso! Buona prova degli attori!

Non vedo l'ora di rivederlo....

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Ultima risposta 02/02/2008 22.33.36
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ComfortablyNumb  @  02/02/2008 11:38:03
   9 / 10
Questo film fa male.
Fa male perchè sono un ragazzo con la voglia di viaggiare e le palle non così grosse da essere così radicale (per fortuna/purtroppo).
Fa male perchè ogni 20 minuti ripensi che la storia è vera,che quel ragazzo ha fatto,visto e conosciuto sul serio quelle cose.
Spesso mi ha infastidito la sua visione troppo da San Francesco perchè credo che nella vita vera ormai nessuno sia più così,ed anche per questo fa male.
Per me è un film da vedere assolutamente....magari prima di una bella vacanza in un villaggio turistico.

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Ultima risposta 02/02/2008 12.05.28
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ForrestGump88  @  01/02/2008 21:00:50
   10 / 10
Film favoloso, Hirsch da premio Oscar, una regia stupenda che dà l'effetto di vivere quest'avventura insieme al protagonista. Il film mi ricorda i Diari della motocicletta, ma qui c'è sopratutto un viaggio introspettivo del protagonista che cerca la vera felicità non semplicemente di tranqullità (come nel film di Muccino) bensì di pace con la natura e la libertà.
Direi senz'altro un capolavoro

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Ultima risposta 05/02/2008 12.45.32
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Invia una mail all'autore del commento AcidZack  @  31/01/2008 23:36:48
   9 / 10
Bellissimo, belli i discorsi semplici ma super incisivi, tutto chiaro e reale; credo rispecchi a fondo il senso di nausea che colpisce tante persone; il ritmo lento è azzeccatissimo e da una certa intensità alle azioni. Mi è piaciuto moltissimo.
L'unica pecca per i miei gusti, è la vena un po troppo estetica e distaccata di Supertramp, troppo artificiale. Banalmente ma non troppo: poteva anche trombare; non corrompeva di certo le sue idee

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Ultima risposta 01/02/2008 00.36.38
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Kobe  @  31/01/2008 11:39:21
   7 / 10
Consacrazione di Emilie Hirsch! Veramente una grande prova..ha interpretato il personaggio come meglio non si poteva. La storia è molto profonda e personalmente l'ho "capita" fino ad un certo punto. Nel senso che non accetto chi si butta via ad ogni costo anche se in fondo al suo cuore sa che non ne vale la pena e che si DEVE reagire. Molto triste il finale...ma è tratto da un libro e da una storia vera quindi alla fine mi vien da dire: cosi è la vita dura e cruda...

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Ultima risposta 31/01/2008 17.44.55
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LEMING  @  31/01/2008 11:16:44
   9 / 10
Questo film mi ha preso in maniera incredibile. Paesaggi mozzafiato, musiche eccellenti, interpretazioni sublimi. Devo dire che anch'io non sono del tutto
d'accordo con le idee del protagonista, ma con un film girato così bene, dove
si percepisce la passione che Sean ci ha messo, non posso che osannarlo.
Infine capisco che per qualquno meno sensibile risulti un pò indigesto, ma
addirittura vedo dei 3 (incredibile)
Lemming

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Ultima risposta 11/04/2008 19.44.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  31/01/2008 01:47:39
   5 / 10
Sarò severo ma non dovendo scrivere la recensione di questo film mi lascerò andare anche a critiche sui contenuti.

Into the wild è il solito prodotto formalmente perfetto ma che sostanzialmente cade nel deja vù.
E' come se Sean Penn oranizzasse una grande cena, imbandendo una tavola stupenda, con posate in argento e musica di sottofondo per poi rifilarci gli avanzi del giorno prima!
Non è che la "fuga verso la natura" sia un tema attuale, il rapporto fra civilità e stato di natura è stato la base della filosofia politica del 700 e se il film vuole analizzare questo rapporto, allora possiamo dire che funziona ma che risulta decisamente anacronistico.

Se invece il compito è di descrivere questo ragazzo allora le pecche diventano notevoli.
Se Christopher McCandless è quello racconto da Sean Penn, c'è qualcosa che non mi torna, quello che sorprende di un ragazzo socievole e di belle speranze non è tanto il fatto che scelga di andare a vivere in mezzo alla natura, piuttosto è la scelta della assoluta solitudine a lasciare perplessi.
Insomma il personaggio raccontato da Penn non è credibile, non ha segni particolari, non risulta la sua eccentricità, il film descrive bene la sua psicologia ma il personaggio che ci compare sullo schermo non sembra quello che ci viene raccontato.
E la colpa non è del notevole Emilie Hirtsh, piuttosto della regia che cerca in tutti i modi di accattivarsi la simpatia del pubblico.

Insomma più che un uomo che vuole fuggire dalla civiltà mi sembra un incosciente che si lascia morire per non dare questa sensazione e la natura dovrebbe essere uno sfondo,e la base i tormenti interirori.
Invece Penn sottolinea molto il rapporto con la natura, quasi patteggia per il suo personaggio ma così ne snatura la sua vera essenza e lo rende solo come un EGOISTA, VENDICATIVO INCOSCIENTE, perchè quello che appare sul grande schermo è solo un ragazzino viziato che vuole far soffrire la sua famiglia (NA TELEFONATA SE PUTEV FA!) incapace di trovare un equilibrio con la natura che alla fine lo vince.

Insomma mentre il film funziona ,anche se un pò troppo lungo e a tratti le abbondanti citazioni poetiche lo rendono un pò stucchevole, il profilo contenutistico e alquanto discutibile e Sean Penn non prende la giusta distanza dal protagonista, forse troppo impegnato a riprendere i paesaggi mozzafiato e a scegliere le splendide musiche di sottofondo.
Mi trovo d'accordo con l'Accademy di cui questa volta ho condiviso le scelte.

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Ultima risposta 05/03/2010 17.38.20
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ziotom77  @  30/01/2008 21:58:41
   8 / 10
Fantastico, commovente, vero!!!
Poteva avere tutto dalla vita ma il suo unico obiettivo era la libertà... odiava la società in cui viveva, odiava il consumismo, i soldi e il finto buonismo dei genitori...
Per lui la libertà, o la felicità era l'unico vero valore della vita e parte alla ricerca del luogo in cui l'avrebbe trovata, l'Alaska appunto... e grazie ai consigli della gente che incontra lungo il suo cammino il suo desiderio di libertà cresce giorno dopo giorno!!!
ma come spesso succede nella vita, per essere liberi bisogna rinunciare a qualcosa, a volte anche alla propria vita, e lui questo lo sapeva fin dall'inizio o lo aveva messo in conto...
Che peccato però, l'alaska l'aveva a poche miglia di distanza ma il destino, o dio, ha voluto che non ci sarebbe andato e forse alla fine proprio in punto di morte si era reso conto che anche se ci fosse andato in alaska avrebbe solo appagato il suo desiderio di libertà, ma che poi non sarebbe stato felice, perchè come scrive nel diario "la felicità è reale solo se condivisa"...
ed è vero, perchè puoi essere felice quanto vuoi ma se non hai qualcuno con cui condivederla, o semplicemente dirlo è come se resti imprigionato nel suo stesso desiderio...

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Ultima risposta 04/02/2008 13.44.52
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  30/01/2008 17:59:47
   9 / 10
Chris MacCandless - "le cose vanno chiamate col loro vero nome" - è un sognatore, un utopista, un ragazzo brillante, un sorriso dolce.
Chris MacCandless è un raggio di speranza per anime salve, un elemento salvifico e rigenerante a costo della propria autodistruzione nichilista, un passante.
Chris MacCandless è la comprensione finale dell'essenza più intima della felicità, quella che si raggiunge solo quando ogni appiglio è perduto, quando tutt'attorno c'è solo il silenzio a farti compagnia.
Chris MacCandless è un'Idea prima ancora che un Uomo, è Calliope che sussurra all'orecchio di Sean Penn, di Eddie Vedder e di ogni interprete di questa girandola di emozioni che è "Into the wild", guidandoli verso un'implosione di umana compassione e sensibilità di struggente coinvolgimento emotivo.
Chris MacCandless ti entra dentro, rendendoti vittima inconsapevole della più profonda delle condivisioni.

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12 risposte al commento
Ultima risposta 09/09/2009 18.15.28
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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  30/01/2008 12:36:15
   8 / 10
"Non ho mai trovato il compagno che mi facesse così buona compagnia come la solitudine."

Il mentore di Christopher/Alexander, Henry David Thoreau, con questa frase rappresenta bene l'animo del giovane fuggiasco che finì i suoi giorni in un autobus abbandonato in Alaska.
Christopher fugge da una realtà convenzionale ma, a ben guardare la sua non è una fuga, bensì un percorso verso qualcosa che risiede dentro di sè che che viene da lui trovato solo nel momento in cui la vita esala da lui. Cerca la verità, che gli è stata sempre negata da genitori troppo impegnati a odiarsi, da una società che vive di apparenze e di possesso.
Si può condividere o meno la scelta estrema di Christopher McCandless, che finì davvero i suoi giorni in Alaska, ma è affascinante seguire il suo percorso, attraverso le eterogenee personalità che incontra e imbevendosi degli splendidi paesaggi statunitensi: forse solo un regista senza compromessi come Sean Penn poteva girare questa storia, simile eppure diversa da tanti film di formazione "on the road".
Poetico e impetuoso, a mio avviso il film soffre a tratti di un'eccessiva "patinatura" e di qualche virtuosismo registico gratuito, ma riscatta questi piccoli difetti con l'interpretazione matura di Emile Hirsch, con una intensa colonna sonora e una fotografia a dir poco commovente.

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Ultima risposta 05/02/2008 15.54.19
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Invia una mail all'autore del commento rudo88  @  30/01/2008 11:38:43
   3 / 10
Terribilmente noioso, due ore di patimento, e anche molto banale, sarebbe potuto essere un bel film ma così non è. Peccato, lo sconsiglio

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Ultima risposta 04/02/2008 18.04.40
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suzuki71  @  30/01/2008 09:25:13
   3½ / 10
Tutto il rispetto, che c'è di mezzo un morto. Premesso questo, il giudizio su questo commercialissimo prodotto holliwoodiano è davvero scarso. Cosa apporta di nuovo o ci emoziona di questo film? La voglia di scappare dalla società? La rabbia verso i genitori? Francamente ho molto rispetto per i sentimenti di un ventenne, forse semplicemente non dovrebbero averne trasportato la vita e i sentimenti in un film, che francamente sta al cinema come un romanzo Harmony sta alla letteratura. Insomma, io mi ritrovavo sempre a immedesimarmi nei ruoli degli altri, dei genitori disperati per non avere notizie del figlio, della ragazza che aspira normalmente a un momento di intimità, o del giovane imprenditore che cerca di fargli capire che la vita è semplice, più semplice di cento complicazioni. E' un film molto commerciale (belle ambientazioni naturali, musiche importanti e per questo inopportune, attorino inquadrato come da giornalino teenager, la fuga dalla società); senza stile e cito ad esempio come davvero fastidiosa la sequenza dell'incontro con l'anziano Ron, in cui con supponenza il protagonista gli dà lezioni di vita!! e soprattutto questo anziano matusa stilla perle di saggezza del tipo "Dal perdono nasce l'amore, e dall'amore nasce la felicità!!!!! azzo, tematiche forti eh.... va bene per un pubblico dell'Arizona, non per quel che vogliamo chiamare cinema. E poi Alaska... Alaska.. e daaaiiiii . "Centochiodi" di Olmi, con tutti i suoi limiti, è molto più veritiero ed originale di questo. Infine, la conclusione, ovvero che la felicità non conta nulla se non è condivisa: beh, scoperta dell'acqua calda diremmo, a cui tutti gli altri sono arrivati meno che lui. Insomma, perchè farne un film? Ah ecco: $$$$

27 risposte al commento
Ultima risposta 02/11/2008 11.42.27
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nutellakiss  @  30/01/2008 02:20:30
   3 / 10
Il 3 lo do solo perchè i luoghi di ambientazione delle scene sono veramente stupendi quindi arriveremmo ad un 10 ma purtroppo la finta morale del film mi riporta tragicamente indietro.Trovo questo film sinceramente scarso sotto tutti i punti di vista.Una grafica pessima,un attore sinceramente non tagliato per il ruolo e nonostante sia un fatto realmente accaduto,la mia mente non comprende il motivo del gesto impulsivo e ferale del giovane,che abbandona una vita di opulenza per abbracciare una finta filosofia hippy.La cosa che ho trovato più interessante nel film è la presenza di musiche tremendamente belle e commoventi,quasi da brividi.

11 risposte al commento
Ultima risposta 27/11/2009 14.53.31
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Gruppo COLLABORATORI paul  @  29/01/2008 20:36:21
   8½ / 10
Into the wild, l'altra faccia dell'America. Preso da una storia vera, interpretato divinamente (Hirsch ha un futuro da grande attore), non sente lungaggine nemmeno nelle celebrazioni (mai virtuosismi) della fotografia. Si contende con "Mongol" la palma di miglior film della stagione. Concettualmente sembra il dolce proseguimento di "Una storia vera".

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Ultima risposta 07/02/2008 11.17.03
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR quadruplo  @  29/01/2008 12:28:59
   8 / 10
Sean Penn ha aspettato dieci anni per poter realizzare questo film ma ne è valsa la pena: Into the wild ti cattura fin dai primi fotogrammi dove la selvaggia e incontaminata Alaska appare in tutto il suo fascino.
In tutta la pellicola il regista riesce a fondere forma e sostanza attraverso il viaggio di Chris-Alex, interpretato da uno strabiliante Emilie Hirsch (notare la sua trasformazione fisica e psicologica durante la sua avventura) e coadiuvato da ottimi comprimari.
Un viaggio estremo per una scelta estrema, a volte non comprensibile in tutte le sue sfacettature per una mente occidentalizzata come la mia e non priva di contraddizioni ma ammirabile e rispettabilissima per il coraggio e la dedizione con cui è portata avanti fino allo struggente epilogo.

Come già detto in altri commenti, ricorda per certi versi "A true story", anche per la scelta di mostrare un America diversa (sia dal punto di vista degli splendidi scenari che della gente) da quella che si vede in gran parte dei film provenienti da oltreoceano.
Infine, un plauso alla colonna sonora di Eddie Vedder che accompagna le varie tappe del viaggio di Alex: una delle migliori soundtrack originali che ricordi negli ultimi tempi.

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Ultima risposta 30/01/2008 22.13.36
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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  29/01/2008 11:43:37
   8 / 10
"Ora sta' attento a quello che dici o ti chiameranno
radicale, liberale, fanatico, criminale.
Potresti scrivere il tuo nome? ci piacerebbe sapere se sei accettabile, rispettabile, presentabile, un vegetale!
Di notte, quando tutto il mondo è addormentato le domande corrono in profondità
per un uomo così semplice.
Vi dispiacerebbe, per favore, dirmi cosa abbiamo imparato?
So che può sembrare assurdo, ma per favore ditemi chi sono"

Supertram - The Logical Song.

Un giovane decide di cambiare vita e realizzare un viaggio verso l'Alaska e, ispirandosi al nome di un vecchio gruppo musicale, si pone la domanda più importante: chi sono?
Sean Penn è forse nato per raccontare questa storia, come se tutto il suo impegno fosse stato depositato in Alaska e nell’elaborazione di questo film; difatti ci porta nel cuore delle terre selvagge.

Attraverso l’avventura ed il piacere del viaggio, il regista ci pone davanti a importanti riflessioni sull’essere umano e sulla ricerca di tante risposte. Christopher-Alex intraprende un processo per incontrare se stesso attraverso l’esplorazione dell’america ma al tempo stesso compiendo un viaggio interiore, il più importante della sua vita. Il protagonista realizza un pellegrinaggio spirituale rappresentato da diverse tappe: l’iniziazione, la maturità e la saggezza.

La poca attendibilità che avevo nell’assegnazione degli Oscar è stata confermata nel momento in cui questo film è stato “volutamente” messo in disparte, (soltanto due misere nomination). Emile Hirsh merita un busto da sistemare in Alaska: ma se questa non è una delle migliori interpretazioni dell’anno... quale cavolo sarà?

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Ultima risposta 05/02/2008 08.40.08
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  29/01/2008 11:36:46
   9 / 10
Il fascino inquietante della solitudine,l'ignoto,la liberta'fisica e mentale,l'immensita'della natura,il disprezzo per le istituzioni,il consumismo,la schiavitu'del denaro e lui,Alex Supertramp alias Christopher MecClandess,piccolo-grande uomo alla disperata ricerca di uno spazio incontaminato e lontano da una civilta'troppo ipocrita e incapace di amare...
Giunto alla quarta pellicola,Sean Penn realizza il suo personale capolavoro,nonche'uno dei migliori film dell'anno:a meta'tra la natura di Herzog e il cinema di Malick,Into The Wild e'un film magico,un viaggio nell'America nascosta tra i Freaks del deserto e i ghiacci dell'Alaska,un'avventura unica e un percorso introspettivo capace di raggiungere l'apice in uno dei finali piu'belli e epici della storia del cinema(e passatemi l'esagerazione...).Fantastico e inarrivabile Emile Hirsch,attore straordinario sia nelle difficilissime scene fisiche,sia nelle sequenze in cui e'chiamato ad interagire con gli altri personaggi(pazzesca e ridicola l'esclusione dalla notte degli oscar),fantastica la colonna sonora di Eddie Vedder,splendida la fotografia e devastante la regia di Penn,caratterizzata da carrellate aeree mozzafiato e primi piani strettissimi,immersi in location indimenticabili.
Un film imperdibile da vedere sicuramente al cinema,pochi *****...

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Ultima risposta 29/01/2008 19.58.09
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Invia una mail all'autore del commento Tempesta  @  29/01/2008 01:06:00
   8 / 10
Una storia vera,e non sto parlando del Capolavoro di Linch(che ad essere sinceri me l'ha un pochino ricordato)ma di questo gioiellino"Into The Wild".Penn tra paesaggi da farti rimanere con gli occhi spalancati e storie toccanti,ci racconta di un ragazzo che voleva la libertà a tutti i costi,quella libertà che la società non ti può dare.Un Film vero,che ci fa riflettere su come decidiamo di essere libiri.Sicuramente non originale,ma solo la fotografia vale il costo del biglietto,per non parlare dell'interpretazione di Emile Hirsch,impeccabile.Mezzo voto in più per la magia che mi ha regalato questa pellicola.Gradevole serata,grazie anche ad alcuni utenti di Filmscoop.Consigliatissimo per chi ha voglia di sognare.

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Ultima risposta 30/01/2008 11.11.54
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Nio`  @  29/01/2008 00:38:00
   4 / 10
Delusione

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Ultima risposta 05/02/2008 15.23.47
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Phrudence  @  28/01/2008 10:36:45
   2 / 10
allora... voglio capire la voglia di evadere, la brama di libertà dall'oppressione borghese della famiglia etc... ma sto film non se ne scende proprio....sarebbe stato meglio un film sull'intera vita di Licia Colò !!
da premettere che a me piacciono i film non leggerissimi e con una bella morale...ma qua si esagera per poi non arrivare a niente! 2 ore di martirio! le eprsone vicino a me dormivano (sul serio). Alla fine qualcuno ha fatto pure Chicchirikì! quindi vi prego, bella la natura,

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER veramente non ho parole!! bruciate la pellicola!!!! sean penn era chiaramente drogato quando ha avuto questa idea!! risparmiate i soldi! meglio una pizza !!

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Ultima risposta 05/02/2008 01.02.46
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  28/01/2008 00:50:10
   8 / 10
Non dovremmo essere ipocriti a contemplare l'ascetismo come unica ragione tangibile di vita: probabile che molti di noi lo faranno, ancora una volta, con questo film. In realtà abbassiamo il capo, ammirati ma in fondo anche compiaciuti di non seguire le scelte del protagonista.
La vicenda mi fa pensare a Bruce Chatwin, o anche al nostro Davide Sapienza (fortunatamente vivo e vegeto) che ha condiviso le stesse tracce letterarie (Jack London) ma - almeno finora, si spera - con una minore dose di incoscienza individuale.

E veniamo dunque al film: oramai è risaputo, questo tipo di film sono bellissimi e (spesso) impossibili da realizzare. Catturano con enorme respiro, resteranno probabilmente nel ricordo di chi li vede (penso all'ultimo Coppola o a Babel, all'ultimo Malick etc.) ma qualcosa sfugge di mano.
Sean Penn è straordinario per aver evitato accuratamente le ingenuità nella prima parte, almeno fino a quando un risibile messaggio religioso rischia di affondare nella prevedibilità: intendiamoci, nessun preconcetto alla base, ma trovo che tutto l'incontro di Jon/Alexander con il vecchio ("Quando si perdona si ama e quando si ama la luce di D.io scende su di noi") scenda su di noi spettatore un pò di latte alle ginocchia.
Possedere la chiave "spirituale" del mistero della natura non è facile, ed esibirla in un film meno ancora, e Penn ci riesce splendidamente, a tratti.
Però avrei preferito evitare quella summa C.r.i.s.t.o.logica che fa del protagonista un laico messia inerme davanti alla "bellezza" (un pò troppo ammiccante e underground) del "suo" mondo.
La brutalità del rito sociale è descritta in maniera troppo netta per non indurre qualche sospetto (è tutto così "mostruoso" il nostro mondo terreno?).
Oltretutto la narrazione (dell'amata sorella) sceglie un accademismo che non tiene conto, dopotutto, della radicale empatia che si sviluppa con il fratello, almeno a livello di scelte (tra chi trova la libertà nella fuga, e chi la coltiva nei desideri).

"Into the wild" è, in ogni caso, un magnifico film sulla morte di un codice familiare che vegeta seguendo gli istinti più affermati della società contemporanea, quindi una "facciata" strumentale alle scelte dei propri figli, retaggio di una coscienza separata dal dolore arrecato per altre ragioni.
Segnalo su tutti un William Hurt stupefacente, capace di suggerire un cinismo arrogante con molti sguardi e poche parole.
La notevole colonna sonora di Eddie Wedder (con exploit che non si sentivano da anni nei Pearl Jam recenti, su tutti una "Society" che rischia di diventare la "Knocking on heaven's door" del XXI Sec.) incide profondamente su immagini che, al di là delle ingenuità un pò reduciste di cui parlavo prima (viandanti tutti simpatici cordiali e affabili) cattura la bellezza di una forma desnuda di "conversione antisociale": lo dimostra la sequenza di Jon quando affronta un Messico con i suoi grattacieli, simbolo di una sterile imitazione del capitalismo usa, la bestialità del rito sacrificale (l'alce scannata) per la sopravvivenza, o le fughe nei treni merci come ai bei tempi di Woody Guthrie.
O anche l'oggetto più "spirituale" del film, ribattezzato Magic Bus come una canzone degli Who, sacrario anch'esso di una sopravvivenza che ha comunque bisogno di un (pur umile) rifugio per aderire alla propria ricerca.

Si legge "il cammino solo per perdersi, per non essere avvelenato dalla civiltà cui fugge", ed è probabilmente questa frase l'anello di congiunzione tra la storia e quel finale Malickiano ove "quello che ho visto io" (cit.) dà sempre e comunque segni di vita.

Se poi l'elemento "c.r.i.s.t.o.logico" del film indicasse un raggiunto equilibrio tra gli elementi, o anche una (per noi comuni mortali inaccettabile) "conquista della saggezza" allora è facile ammettere che le cadute di tono di cui parlavo prima non sono poi così rilevanti

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Ultima risposta 14/05/2008 04.20.19
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  28/01/2008 00:09:15
   7½ / 10
Una riflessione sulla nostra società malata, la fuga da essa e la scelta di un ascetismo radicale per trovare una libertà di spirito perduta. Christopher rifiuta fino alle estreme conseguenze ogni compromesso con il mondo che lo circonda a cominciare dalla propria famiglia incapace di capirlo, ma contemporaneamente commette l'errore di confondere la società e le persone. Non tutti gli individui sono il riflesso di questa società malata e la paura (o l'egoismo) impediranno di instaurare rapporti più profondi con le persone che incontra nel suo cammino. La regia di Penn è ottima, visivamente molto efficace ed in alcuni momenti può ricordare Terence Malick. I dialoghi, a volte non sono all'altezza dell'ambizioni, un po' didascalici in qualche passaggio e con qualche caduta di tono specie nell'ultima parte, dove il discorso su D.io appare un po' forzato nel voler dare una valenza cristologica al protagonista.
Bravissimo Emile Hirsch nella sua perfetta aderenza morale e fisica al suo personaggio. Ottimo William Hurt, malgrado i suoi dialoghi siano ridotti all'osso. La figura borghese e conformista di inizio film si trasfigura lentamente in angoscia e dolore. Ma sarà proprio la perdita del figlio, la base per ricompattare la famiglia.

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Ultima risposta 28/01/2008 09.46.03
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Rand  @  27/01/2008 21:36:14
   10 / 10
Capolavoro! Mi spiego: tratto da una vicenda vera, l'opera di Pen non forza mai il libro da cui è tratta, anch'esso eccellente, ma a cui mancava l'analisi visiva dei posti e persone incontrate da Chris Mc Candless nel suo lungo viaggio per scoprire la verità, una verità che non fosse quella delle "cose" regalategli dalla famiglia, la onnipresente carriera o i soldi, ma quella che gli aprisse gli occhi sulla realtà e sulla vita, insomma cose grosse ragazzi. Chris è un idealista, uno dei migliori oserei dire, che potrebbe fare grandi cose nel mondo, ma che deve ancora trovare la propria strada, un giovane che scalpita per vedere il mondo e le sue contraddizioni. VEDI SPOILER
Appena laureato, brillante, in conflitto con la famiglia (e chi non lo è stato alla sua età?) Chris a 24 anni si mette sulla strada: uno spettacolare on-the road senza effetti speciali, perchè lo spettacolo è l'America attraversata, le strade percorse, le persone incontrate e il cielo azzurro o stellato sotto cui dorme spesso. Accompagnato da una bellissima colonna sonora (alla voce Eddy Vedder DEI PEARL jAM) il nostro ragazzo passa da un posto all'altro, anche lui pieno di contraddizioni, ma vivo e sveglio, attraversando luoghi bellissimi, fotografati magnificamente. La recitazione mai esagerata, i personaggi ben tratteggiati per quanto consenta la durata del film, un ottima sceneggiatura che segue fedelmente la vicenda originale prendendosi veramente poche libertà, notevoli alcune riprese e la regia precisa e competente di Pen, che ha chiesto ai genitori del ragazzo il permesso prima di girare questo film. Film da rivedere, bellissimo l' agognato viaggio in alaska inframezzato a schetch della vita e vicende passate, secondo me perfetto.

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Ultima risposta 27/01/2008 21.46.27
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darkos  @  27/01/2008 12:12:02
   7½ / 10
Mi dispiace ma dai commenti credevo fosse più coinvolgente. Penso che per meritare 10 un film debba emozionare sia durante che dopo la proiezione. Questo film non c'è riuscito. E' comunqe un film da vedere.

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Ultima risposta 29/01/2008 19.43.36
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ulrm  @  26/01/2008 11:58:37
   5½ / 10
Il film ha grandi propositi ma risulta vuoto e inconsistente.. ogni tematica è analizzata in maniera banale e scontata.. è sempre lì lì per mandare un bel messaggio ma non ci riesce mai.. certo il fatto che comunque sia tratto da una storia vera salva Sean Penn, può essere che il suo scopo infatti fosse solamente quello di narrare una vita "particolare" e non di dare alcun insegnamento..

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Ultima risposta 27/01/2008 21.40.01
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FABRIT  @  26/01/2008 10:19:36
   7 / 10
Caro EDO 88 a Bologna i cinema stanno scomparendo!A parte le 2 multisale i cinema non ci sono quasi più o sono scomodi!Credo che 3 (visto che molte ormai hanno chiuso a Bologna)sale sia buono per bologna e provincia...

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Ultima risposta 26/01/2008 18.10.22
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edo88  @  26/01/2008 04:19:53
   10 / 10
Capolavoro.

La potenza narrativa e insieme registica di Penn è strabiliante, è impossibile negarlo.
I frequenti primissimi piani sono tesi a catturare le perfette e toccanti espressioni dei personaggi, e regalano allo spettatore sguardi veri, domati dal sentimento, e mai - dico mai - sguardi di plastica.
Si vede proprio che Penn sa come fare esprimere fino in fondo i suoi attori! Si nota benissimo la sintonia tra lui e loro (infatti, a volte, Emile Hirsch si rivolge - anche se senza parlare - direttamente alla telecamera, come se stesse guardando la sua stessa cinepresa che lo accompagna nel viaggio).

Sarà soprattutto per questo, ma certamente anche per la forte ispirazione che un personaggio del genere gli ha dato, ma un Hirsch così non si è mai visto, e dubito si potrà vedere tanto spesso in futuro (a meno che l'attore, con questo film, non sia balzato ad un altro nonché superiore livello di recitazione in modo definitivo).
Egli crea un personaggio che da solo regge tutto il film; un ragazzo imperfetto, che commette errori, che ascolta e impara in silenzio, dalle sfaccettature più varie e che conquista lo spettatore entrandogli nel cuore. Come non esserne colpiti?
Che dire poi di Jena Malone (la sorella), Marcia Gay Harden e tutti gli altri? Non ho avuto neanche per un secondo la sensazione che anche uno solo di loro fosse fuori posto, o a disagio, o sopra le righe.
Un cast così è da incorniciare.
Meritata dunque la - per ora - nomina all'Oscar di Hal Holbrook, che interpreta un vecchietto solitario in modo intenso e toccante, ma soprattutto VERO.
Ma l'avrei data anche a Emile (magari al posto, di, toh! un George a caso).

Ma questo film non è un capolavoro solo per queste cose; ciò che infondo mi ha colpito di più è stata la storia: un ragazzo neolaureato decide di mollare tutto e tutti e partire per l'Alaska all'insegna del contatto con la natura.
Io non lo farei mai, probabilmente, ma non ho dubbi che se riuscissi a superare l'ostacolo iniziale (l'abbandono) dopo mi troverei estremamente a mio agio.
Le immagini di Christopher da solo ma felice in mezzo a distese di sola flora mi hanno emozionato tantissimo.
Con un autobus abbandonato riesce a creare un mondo tutto suo, ovattato.
Rischia la vita, conosce gente, studia il mondo che lo circonda e vive di pura e semplice vita.
Questo personaggio mi rimarrà sicuramente nel cuore.

Per non parlare della colonna sonora, poi, veramente perfetta.
Le canzoni di Eddie Vedder, come "Guaranteed", calzano a pennello con l'atmosfera del film, fanno da dolce cornice ad un quadro dalle potenti immagini.
I dialoghi, infine, sono anch'essi perfettamente in linea col film.
Sono ponderati ma allo stesso tempo naturali e non pomposi.

Insomma, era almeno da un anno che non uscivo da una sala cinematografica così commosso e soddisfatto; e se siete amanti dei film carichi di veri, semplici e allo stesso tempo forti sentimenti, correte a guardarlo, perché vi garantisco che ne varrà la pena.
Non baderete troppo allo scorrere delle due ore e più, sarà un'esperienza per voi come lo è stata per Chris.

Un'avvertenza: non aspettatevi un film d'avventura!
E' molto di più ;)


HAPPINESS IS ONLY REAL WHEN SHARED – Christopher McCandless, a.k.a. Alexander Supertramp (Emile Hirsch)



Ps: è uno SCANDALO che a Bologna, provincia compresa, il film sia proiettato in 3, dico 3, sale, e che agli Acadamy Awards 2008 sia stato così snobbato (per fare poi spazio a film come "Michael Clayton", nominato addirittura in tutte le categorie più importanti - film, regia, attore, sceneggiatura - ma che davanti a questo sfigura).

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Ultima risposta 04/07/2009 00.12.54
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  26/01/2008 03:32:51
   9½ / 10
imperdibile
tra i migliori flim dell'anno

incredibile come una persona come chris/alex riesca a far innamorare di se tutte le persone che incontra, sconvolgendole senza mai dar loro ciò che vogliono veramente, ed è esattamente la stessa esperienza che alla fine del film lega lo spettatore a questa incantevole persona

ottimo sean penn, tutto il cast ed eddie vedder

film poesia, tra grizzilyman e una storia vera

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Ultima risposta 03/02/2008 16.22.05
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Gianmaria  @  05/12/2007 18:20:22
   10 / 10
Visto alle XXX Giornate Professionali di Cinema a Sorrento.
All’ultima Festa di Roma, e alle Giornate Professionali di Cinema a Sorrento,è stato presentato il nuovo film di un grande attore,che con questa pellicola dimostra quanto sia bravo dietro la macchina da presa,Sean Penn.Into the Wild(che uscirà in Italia con il titolo”Nelle terre Selvaggie”)è ispirato alla vera storia di un ragazzo che stufo della sua vita decide di partire per arrivare in Alaska

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERQuesto prodotto è sicuramente uno dei più applauditi e più piaciuti a Roma e a Sorrento.Il film di Penn è di un bellezza stravolgente,capace di emozionare e di meravigliare attraverso la natura selvaggia.Infatti la natura è la vera protagonista di questo capolavoro che,nella sua lunga durata non diventa mai monotono e noioso.Il protagonista durante il suo viaggio incontrerà persone che lo ameranno

Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILERAlla fine non posso che consigliarvi questo film che potrete vedere solo a partire dal 25 Gennaio e vi assicuro che questa pellicola piacerà moltissimo e nonostante delle parti divertenti farà commuovere ragazzi e adulti.
Voto:10

4 risposte al commento
Ultima risposta 26/01/2008 12.45.50
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