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Uno dei tanti film che la nostra “lungimirante” e sempre attentissima distribuzione sembra essersi fatta scappare è questo piccolo gioiello firmato Chan-wook Park… Il regista coreano gode di buona fama anche in occidente grazie alla sua trilogia della vendetta ma ciò non toglie che questo suo ultimo lavoro da noi non si sia visto nemmeno col cannocchiale anche se, a parziale discolpa dei distributori, va detto che I’m Cyborg but that’s ok non è né un film facile né un film per tutti… L’ultima fatica del regista coreano è una commedia sentimentale che non lesina però qualche situazione da dramma famigliare, qualche spunto di profondità e che brilla soprattutto per messa in scena… Park opta per uno stile narrativo non proprio lineare e in più inserisce anche diverse situazioni al limite del weird, ma lo fa con il suo solito stile registico notevole, con scelte visive straordinarie e trovate più che ottime (i titoli di inizio sono splendidi), e soprattutto conferma di saper utilizzare spazi e macchina da presa come pochi altri registi nell’attuale panorama cinematografico sfruttando benissimo la superba colonna sonora, la bellissima fotografia e la perfetta scenografia… Eccellente la caratterizzazione dei personaggi (menzione obbligata per il tizio che cammina all’incontrario), notevole la prova del cast, meravigliosa la scena di inserimento del riso-convertitore, scena questa davvero di una bellezza e tenerezza rara (vedere per credere)… Peccato per una certa prolissità di troppo e per qualche scena o situazione tirata un po’ troppo per le lunghe… Piccolo capolavoro commovente e poetico in grado anche di far sorridere e divertire, Park sforna una commedia sentimentale che non cade mai né nel melenso né nello smieloso… Davvero un film da recuperare!