il decameron regia di Pier Paolo Pasolini Francia, Italia, Germania 1971
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il decameron (1971)

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locandina del film IL DECAMERON

Titolo Originale: IL DECAMERON

RegiaPier Paolo Pasolini

InterpretiFranco Citti, Ninetto Davoli, Jovan Jovanovic, Vincenzo Amato, Angela Luce, Giuseppe Zigaina, Gabriella Frankel, Pier Paolo Pasolini, Silvana Mangano

Durata: h 1.52
NazionalitàFrancia, Italia, Germania 1971
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1971

•  Altri film di Pier Paolo Pasolini

Trama del film Il decameron

Nove novelle del Boccaccio: la storia di Ser Cepperello, di Andreuccio il pittore che si fa derubare di tutti i soldi da una donna che si finge sua sorellastra; di Masetti, che entra in un convento e si fa sedurre dalle monache che lo lasceranno senza forze; di Lisabetta che conserva la testa del suo amante - ucciso dai suoi fratelli - sotto una pianta di basilico...

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Voto Visitatori:   7,32 / 10 (38 voti)7,32Grafico
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Voti e commenti su Il decameron, 38 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  31/12/2016 18:06:39
   8 / 10
Il primo capitolo della Trilogia della Vita, Pasolini lo affronta con l'opera di Boccaccio riuscendo a carpirne in pieno lo spirito burlesco del Decamerone. Le novelle mostrate mostrano l'ingengo e la malizia del popolo e della cultura popolare nel riuscire in ogni modo a soddisfare i suoi bisogni primari. Non ci sono strati sociali che ne possono fare a meno perchè il Decameron è un inno alla corporalità della vita, legata tuttavia anche agli aspetti tragici di essa come la morte. Infonde una certa brillantezza l'uso del dialetto napoletano al posto di quello toscano, quasi a sottolineare l'universalità dell'opera boccacesca. Un'umanità magari non perfetta ma viva e vitale nel suo interno.

2 risposte al commento
Ultima risposta 01/01/2017 23.53.52
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  24/12/2007 22:37:00
   9 / 10
Ma ci sono davvero tutti questi membri maschili inquadrati.. per l'epoca ci credo avesse sollevato una valanga di critiche, tanto di cappello a Pasolini che ha usato l'arte del cinema come linguaggio provocatorio. Il nudo integrale è arte, quì invece delle forme femminili Pasolini ha scelto di impressionare nella pellicola dei bei corpi maschili, le pose non sono casuali ma credo ricercate scrupolosamente, come perfette sculture di altri grandi artisti del passato.
Non so se la trasposizione delle novelle siano corrette, o che comunque siano riuscite rispetto a quello che scrisse Boccaccio, certo che questo film è bello, divertente, e diretto. Mi ha colpito molto l'uso smodato di macchina a spalla, le location e la fotografia solare.
Consiglio la visione con i sottotitoli per chi non fosse originario del meridione.


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5 risposte al commento
Ultima risposta 16/02/2008 09.25.50
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benzo24  @  27/10/2007 18:50:27
   4 / 10
ci vorrebbero i sottotitoli per capire quello che dicono i personaggi, in questa mediocre trasposizione del decamerone.

6 risposte al commento
Ultima risposta 24/12/2007 22.40.51
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InSaNITy  @  24/07/2007 23:09:15
   9½ / 10
alziamo sta media per piacere.... >.<
è un grandissimo film.

1 risposta al commento
Ultima risposta 24/07/2007 23.21.22
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Wyrael  @  14/06/2007 05:21:44
   7½ / 10
mmmmmmm...
Che Pasolini era omosessuale si sapeva, ma che bisogno c'era di quelle ripetute inquadrature di uomini ed il loro organo sessuale??!
Cioè, avendo letto tutte le novelle, rappresentate poi con bravura nel film, non ricordo che venissero messi in evidenza tutti questi dettagli...
Perciò lo consiglio vivamente ad un pubblico maturo, sia per il contenuto leggermente esplicito, sia per i temi di fondo che affronta; quindi per la comprensibilità del film.
A parte questo l'ho ritenuto istruttivo, e geniale sulla sceneggiatura, costruita sullo schema boccacesco del "Decameron" (cornici, mica cornici ecc...)
Gli attori non sono proprio il massimo; via un punto.
Capisco che il regista volesse rimanere fedele al romanzo ma i dialoghi sono spesso in dialetto napoletano, tant'è che alcune frasi neanche si capiscono; via un punto.
Le location sono state scelte un po' a casaccio; via mezzo punto.
Voto: 7e mezzo.
Sul resto non c'è nulla da ridire... Un applauso a Pasolini che ha saputo "animare" con maestria le novelle, perchè questo è quello che è riuscito a fare. Particolarmente bella quella di "Lisabetta da Perugia".

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Ultima risposta 09/10/2007 20.49.29
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  03/08/2006 14:22:19
   9½ / 10
"... Perchè Napoli, per la sua gente, costituisce l'ultimo rifugio, l'estremo baluardo di genuinità d'espressione popolare"

Naturalmente, non condivido un solo giudizio davanti alla media striminzita del "decameron", che anzi trovo uno dei punti piu' alti della carriera di Pasolini, la dimostrazione che si puo' (anzi si DEVE) rileggere un classico della letteratura di tutti i tempi, stravolgerlo, senza per questo mutare in modo irriversibile lo spirito originario.
Un film fatto con un grande senso di umiltà e partecipazione.

Dicono "non ha cambiato nulla del libro", dite? Scegliere un classico dialettale Toscano e trasportarlo nella terra del Vesuvio è già un'operazione irriverente, che ben pochi "puristi" oserebbero fare. Ma Pasolini non è mai stato, per fortuna, un purista. Forse un pretestuoso moralista, ecco.

L'operazione del Decameron è assolutamente perfetta: non tanto o solo per la riproposizione di alcune celebri novelle del Boccaccio (cfr. Ser Cepparello e Masetto di Lamporecchio su tutti) ma in quanto sostenuto da un'insolita allegria, quasi un disincanto davanti all'opera spesso cupa e inquietante di Pasolini.
E' un peccato che tutto cio' possa essere frainteso, come dimostra l'orribile sottofilone erotico che ha inaugurato suo malgrado, dove a onor del vero alla rinuncia della decadenza sociale sottostava un'epilogo ehm libertino ben piu' corrivo e convenzionale.
E' chiaro poi che un testo come quello del Boccaccio esprime la sua vitalità in modo diverso, ma lo spirito liberatorio/rivoluzionario del testo e l'incontro temporale di due diversi modi di fare poesia sanciscono le infinite possibilità dell'arte a distanza di (parecchi) secoli.
La "trilogia della vita", oltre che rappresentare il momento piu' alto della raffinatezza e della spettacolarità scenografica di Pasolini (lo zenith nel successivo "I racconti di Canterbury", con la sequenza dell'inferno raffigurata come nelle pitture del rinascimento) esplora quel ritorno "sacrilego" alle radici perdute, la ricerca ossessiva di un mondo al quale l'autore crede invano di avere gettato alle sua spalle.
L'uso del dialetto napoletano arricchisce ancor di piu' quest'affresco, a dir poco esilarante, dove, come giustamente si fa notare negli scritti dell'epoca, l'autore si prende beffe dei suoi ostici detrattori

3 risposte al commento
Ultima risposta 14/06/2007 17.22.48
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Marlon Brando  @  08/06/2006 17:26:46
   8 / 10
E' interessante se si legge attraverso i simboli. Merita di essere visto per la frase finale detta da Pasolini stesso nel ruolo di un artista: fantastica.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/08/2010 16.45.25
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corry  @  21/12/2005 22:30:53
   5 / 10
come ogni film di pasolini non mi ha lasciato assolutamente niente !l'ho trovato pesante ,senza un filo logico e a tratti anche volgare !

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Ultima risposta 26/12/2009 22.57.03
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la mia opinione  @  13/08/2005 01:00:08
   6 / 10
Manca il genio di Pasolini. Non capisco perchè abbia ripartato fedelmente la novella senza metterci del suo. Bello da vedere ma senza lampi di genio.

1 risposta al commento
Ultima risposta 03/08/2006 13.33.25
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