frankenweenie (1984)

Siamo al secondo film dal vero di Tim Burton e già si caratterizza un elemento chiave del suo cinema: i reietti contro la massa. "Frankenweenie" è un piccolissimo e rudimentale film per bambini che gronda del giusto equilibrio tra spensieratezza e morte, anticipando di sei anni il tema dell'estraneo, l'intruso, di "Edward Mani Di Forbice". Tutto viene semplificato in questi venticinque minuti, che pur non facendosi ricordare come un momento di grandissimo cinema, colpisce ancora una volta grazie alla fantasiosa ricerca del cineasta statunitense, in grado di realizzare piccole fiabe nere con verve e originalità, dove il fulcro dell'azione è spesso un sobborgo residenziale, dove gli stereotipi vengono scardinati dalla fragilità dei suoi abitanti e dal loro cuore malato.

Supportato da un cast di prim'ordine, tra cui spicca una sempre eccellente Shelley Duvall, è un film che pone le basi all'intera filosofia burtoniana e, nonostante, un opprimente clima cupo delle ambientazioni e dello splendido bianco e nero, è godibilissimo per tutti, anche per un pubblico infantile, che si divertiranno di fronte a questa folle riproposizione cinofila di "Frankenstein".

Inizialmente realizzato per Disney Channel, il film fu stupidamente censurato negli Stati Uniti, pur non abbozzando mai alcun momento di violenza.