Joe e Jerry, per sfuggire a dei gangster che li vogliono eliminare, entrano a far parte di un'orchestra tutta al femminile diventando Josephine e Daphne.
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VINCITORE DI 3 PREMI GOLDEN GLOBE: Miglior film commedia, Miglior attore in un film commedia o musicale (Jack Lemmon), Miglior attrice in un film commedia o musicale (Marilyn Monroe)
La commedia è il genere più difficile da giudicare. Con che metro si deve dare un voto? Solo il divertimento? Se ci si deve basare solo su questo, AQPC riesce ancora a superare la prova anche se non più con la pienezza con cui ci riusciva nel 1959. L’ipotesi così assurda e che per questo allora faceva tanto ridere, cioè il matrimonio fra uomini, adesso non è più così peregrina e rischia di essere presa sul serio. Tante battute o satire di ambienti e persone non hanno più lo smalto di allora. In genere si utilizza il potenziale distensivo e ammiccante delle commedie per trasmettere messaggi di accettazione della realtà per quella che è, facendo passare come naturali (anzi divertenti) certi suoi difetti. Inoltre si scivola facilmente nella semplificazione e nello stereotipo. Anche qui non si fa eccezione. L’ideale supremo è essere ricco e sfaccendato. Sembra quasi naturale che si agisca solo per “sistemarsi”. Il crimine e la corruzione? Una macchietta di italiani scemi, “pericolosi” ma tutto sommato ridicoli e sprovveduti. Non tutte le commedie sono comunque così (quelle di Tati sono anche dissacranti). Eppure AQPC ha qualcosa che lo eleva dalla semplice opera di genere. Tra le banalità riesce anche a suggerire che forse fra le figure di uomo e donna non c’è una così profonda differenza. Il sesso mentale è quello che ci si crede di essere (Jack Lemmon che si ripete di continuo: “io sono donna”, per essere costretto poi a ripetersi: “io sono uomo”). Il film riesce a far passare senza scandalizzare questa ambiguità di fondo (più reale di quanto si pensi) fra il concetto di uomo e donna, suggellata dalla battuta finale fulminante che da sola vale l’intero film. Un discorso a parte merita Marylin Monroe. La bellezza e la bravura non si discutono certo, però la sua recitazione mi è sembrata a tratti priva di entusiasmo. Ha accentuato del suo personaggio il lato deluso e solitario. Mi è parso di vedere una certa stanchezza nel recitare in automatico lo stesso tipo di persona. Cosa si può aspettare dalla vita una donna che è prigioniera di un cliché? La realtà è molto più complicata e difficile di quella dipinta da AQPC e la povera Norma ne ha pagato tutte le conseguenze.