la magnifica preda (1954)

Storia d'amore e redenzione nelle selvagge terre canadesi.
Una sempre conturbante Marilyn Monroe accompagna un granitico e generoso Robert Mitchum in un viaggio di vendetta irto di pericoli, sotto la regia di Preminger che dirige bene una storia però un po' ingenua in alcuni punti e decisamente prevedibile in altri.
LA MAGNIFICA PREDA, comunque, assicura una visione godibile senza sforzi, anche a fronte di una durata non eccessiva e scene di una certa carica visiva, nonostante le due o tre canzonette dell'icona bionda americana.

carino con un risvolto che attraversa molte tematiche tra cui la corsa all'oro, la guerra con gli indiani, l'amore, la prigione, la lotta alla sopravvivenza.
Non avvincente ma ben fatto e con una brava Marilyn...

Un Mtchum di legno e una Marilyn totalmente spaesata sono il centro di questo western dall'impianto davvero fiacco. L'unica cosa che funziona è il rapporto tra i vari personaggi, anche se è tutto talmente scontato che il finale è quasi imbarazzante.

Premiger, Mitchum, Marilyn Monroe...insolito dare 6,5 con artisti di questo calibro, ma anche insolito vedere un Preminger che cerca di introdurre elementi e numeri musicali in modo così copioso. Probabilmente fu costretto a farlo, dovendo far apparire la povera Marilyn come l'eroina che durante la traversata del fiume cambia opinione (e uomo), in abiti e atteggimenti che non le competono. Nonostante tutto però e la cava egregiamente fornendo una prova più che dignitosa.
Forse troppo lunga l'introduzione nei saloon, dato che si tratta fondamentalmente di un western avventuroso, con un Mitchum un po' impacciato nel ruolo del padre che deve nascondere un passato di cui non va fiero al figlioletto ritrovato.
Finale un po' scontato e prevedibile.
Tutto questo però non impedisce al film di intrattenenre per un ora e mezzo all'insegna di fiumi vorticosi, indiani cattivi e bari senza scrupoli.
Si sarebbe potuto fare di meglio...ma io sono forse troppo esigente.

Se non sbaglio è l’unica incursione di Preminger nel western e il risultato è tutt’altro che disprezzabile. Il titolo italiano tradisce il senso del film: un rischioso viaggio in zattera su un fiume ("senza ritorno”) diventa un viaggio di purificazione per un padre che aveva abbandonato un figlio e un’ingenua cantante illusa di aver trovato l’amore. Forse troppo frettoloso nel finale e in qualche scena (l'alterco con i bifolchi), e smielato in alcuni punti però la storia tiene, la Monroe è alle prese con uno dei personaggi più completi della sua carriera e il paesaggio montuoso è una bella cornice.

Un western al miele, edulcorato e poco credibile, decisamente fuori le corde del ben più robusto Preminger. Marilyn non è a suo agio tra fiumi senza ritorno, montagne, boschi e saloon ma, nonostante una serie di disaccordi col regista, riesce non di rado ad ammaliare lo spettatore. Onesta la prova di Mitchum. Godibile, ma l'intea squadra ha fatto di gran meglio in altre occasioni.

Devo dire che è insolito vedere una donna al centro di un Western! Merilyn però è sensuale e molto brava a lasciare lo spettatore a bocca aperta e anche se siamo abituati a vedere sparatorie e inseguimenti a cavallo sanguinosi, vi consiglio di dare un'occhiata a questo film, magari cambierete il modo di intendere una pellicola di questo genere.