le iene (1992)

Il debutto dell'ex videotecaro Quentin Tarantino è un kammerspiele costruito con tutti i crismi. L'espediente del flashback, necessario a non rivelare la "talpa" infiltrata nel gruppo di rapinatori del titolo, permette al regista di tenere desta l'attenzione dello spettatore per un'ora e mezza malgrado un intreccio tutto sommato rivisto; l'abilità nel muovere la macchina da presa in ambienti ristretti, il dispiego di citazioni cinefile (sempre devote alla fonte d'ispirazione, senza puzza sotto il naso) e la scelta delle musiche di repertorio elevano il prodotto finale ben al di sopra della media, facendone un semi-capolavoro ben più colto di quanto si possa pensare.
Inutile sprecare lodi alla maestria del Tarantino sceneggiatore nella stesura di dialoghi ipertrofici e accattivanti, per non parlare delle fulminanti prestazioni di un'ensemble d'attori uno più bravo dell'altro. Che si tratti del professionale Mr. White di Harvey Keitel, dell'agitato Mr. Pink di Steve Buscemi o dell'inquietante Mr. Blonde di Michael Madsen, non vi è personaggio che non sia un trionfo di memorabilità. Il miglior esordio possibile per uno dei più grandi cineasti degli ultimi trent'anni.