as tears goes by (1988)

Wong Kar-wai esordisce con una pellicola che fa da spartiacque tra il noir hongkonghese e debiti evidenti verso lo Scorsese di Mean Streets, di cui recupera il grezzo sguardo stradaiolo e la libertà artistica in stile Nouvelle Vague, pur asciugandone le sottotracce cattoliche. Gli step-framing, un certo uso complementare di colori e musica (assolutamente memorabile la presa in giro di Top Gun, con la cover di Take My Breath Away cantata in cinese), il romanticismo sospeso inserito in un contesto di amicizie virili criminali rivelano la poetica del genio che sarà. Un cinema che nasce e che, nelle sue ancora acerbe caratteristiche, è già tutto qui.