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Prologo: dalla nascita ai cortometraggi

Antefatto: il giovane Stanley

Scena: Bronx, distretto di Manhattan, Lying Hospital, 301 della Second Avenue.
Didascalia: giovedì 26 luglio, 1928.
Jaques Kubrick e Gertrude Perveler diventano rispettivamente padre e madre di Stanley Kubrick, uno dei massimi registi mondiali. Gente come Woody Allen, Martin Scorsese, Alan Parker parlano di lui introducendolo con termini quali "He's the man" "He's the one", più o meno traducibili come l'unico, il maestro. Esattamente come il '28 rappresenta la data spartiacque tra cinema muto e sonoro, la stessa data rappresenta una cesura tra cinema prima di Kubrick e cinema dopo Kubrick.

il giovane Stanley KubrickFin da piccolo, il rapporto che Stanley ebbe con la scuola non fu dei migliori; socialmente disadattato, era restio ad intrattenersi con i compagni, e i rapporti con essi, così come con i suoi docenti, erano praticamente inesistenti. La cosa fu certamente aggravata dalle massicce assenze del giovane Kubrick dall'ambiente scolastico: sessantacinque giorni di assenze nel primo trimestre del primo anno, cinquantacinque nel secondo anno. Tale scarsa frequentazione rimase praticamente una costante anche a venire, e ciò non poteva che incidere negativamente sulla sua condotta. Stanley già seminava i germogli del suo carattere introverso e schivo, quel tipo di personalità restia a immagazzinare conoscenze ritenute futili o superflue.

Il padre, noto medico, lo mandò in California nel 1940, quando Stanley fu espulso dalla Public School del Bronx, sperando che il cambiamento d'aria potesse in qualche modo giovargli. Tornato dopo un anno nel Bronx, Stanley superò comunque tutti gli esami previsti con esito superiore alla media. Tuttavia, le potenzialità del giovane erano ancora ben celate all'interno della sua riservata personalità. Fu allora che il padre, da sempre interessato allo sviluppo intellettuale del figlio, gli regalò la sua macchina fotografica Graflex, inoltre gli mise a disposizione la sua vasta biblioteca e lo iniziò al gioco degli scacchi. Stanley aveva tredici anni; questa triplice combinazione si rivelerà quanto mai determinante per il formarsi della sua personalità forte e orgogliosa e i solenni echi di questi elementi saranno sempre ben evidenti in quella che sarà la sua vita e di conseguenza nelle opere che produrrà: la fotografia alimenterà il suo sguardo oggettivo e lucido sul reale, gli donerà il senso dell'inquadratura e del dispiegarsi degli elementi plastici che la compongono, tecnicamente lo renderà maestro nell'arte dell'illuminazione; la lettura immergerà Kubrick sia nel mondo dei classici sia in quello della letteratura più spicciola, gettando le basi che lo porteranno a collaborare con veri e propri scrittori più che con sceneggiatori; gli scacchi determineranno la sua visione delle cose, e cioè quell'atteggiamento di sfida che lo porterà a calcolare ogni singola mossa mettendo in preventivo ogni atto che da un certo movimento possa generarsi, al fine unico di vincere la partita grazie al totale e assoluto controllo del giocatore. E infatti fondamentale sarà l'atteggiamento da giocatore di scacchi nel corso della sua vita; tracce evidenti di questo saranno disseminate nei suoi film.

Va detto che la Graflex era una macchina fotografica assolutamente professionale, dotata di obiettivo fisso e otturatore a tendina. Uno strumento sicuramente valido, in cui lo studio dell'inquadratura e delle condizioni di illuminazione dovevano essere ben ponderati. Non è quindi un caso che ben presto il giovane e determinato Stanley acquisì la padronanza necessaria a scattare delle ottime fotografie con una certa dimestichezza.

A volte il caso e la coincidenza hanno il sapore del complotto: cinque piani sotto la sua abitazione viveva Marvin Traub, animato dallo stesso amore per la fotografia e anch'egli in possesso di una macchina fotografica, una reflex regalatagli per il tredicesimo compleanno (il caso, si diceva). A tal proposito, scrive LoBrutto «Quando Stanley e Marvin si conobbero divennero molto amici, legati com'erano da una passione ancora acerba per la fotografia in bianco e nero…. Come fotografo Marvin aveva competenza, esperienza e una camera oscura: il laboratorio fotografico casalingo si trovava nella sua stanza… Stanley trascorse molto tempo nella camera oscura di Marvin: l'ossessione era iniziata». In effetti i due trascorrevano tutto il tempo insieme, e tanto di questo tempo era speso nello sviluppare le fotografie nel laboratorio di Marvin, tanto da irritare non poco i sui famigliari, data la costante e assidua presenza di Stanley nella loro casa. Intanto a quella per la fotografia su aggiungeva un'altra fondamentale passione: quella per il cinema. Il quadro stava per completarsi.


Torna suSpeciale a cura di cash - aggiornato al 26/10/2004