Anni '70. Due intraprendenti giornalisti del Washington Post sono impegnati, in piena campagna elettorale, in un'inchiesta sullo spionaggio da parte degli uomini di Nixon ai danni degli avversari democratici..
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Dopo il sottovalutato "Perchè un Assassino", Alan J. Pakula alza ancora di più l'asticella e azzecca il film della carriera. "Tutti Gli Uomini del Presidente" ha fatto la storia raccontando un fatto storico. Pakula non si concede fronzoli e va dritto al punto, realizzando una delle pellicole più importanti della storia degli USA, anche se a volte il ritmo è molto lento e non sempre ci si riesce a stare dietro a tutti i nomi coinvolti.
Rigorosissimo film d'inchiesta giornalistica sulle trame sotterranee dietro il famoso scandalo del Watergate: ora, non so se il film è fedele ai reali accadimenti, ma il ritmo e la minuziosità con la quale vengono messi in scena sono tali che sembra quasi di vedere un documentario. L'atmosfera tesa, senza essere un thriller, il ritmo incalzante dettate da Hoffman e Redford (entrambi ottimi), la splendida fotografia e messa in scena di Pakula lo rendono un film veramente riuscito, che merita di essere visto da tutti coloro che amano il Cinema.
Dove termina The Post di Spielberg, parte questo film ormai storico, tratto dal libro dei due giornalisti protagonisti. Qui si vede il giornalismo puro dell'epoca, visto come un intensissimo lavoro di investigazione, in cui lo spettatore segue gli eventi come in un'indagine di omicidio. E, nonostante i momenti di vera tensione siano pochi, il film ti tiene incollato allo schermo per oltre due ore senza cadute o senza annoiare. La fedeltà agli eventi narrati può essere essa stessa un ostacolo, vista la quantità di personaggi coinvolti: si rischia di perdersi nel labirinto che fu lo scandalo dell'epoca. Forse quindi non per tutti, ma se vi fate prendere di certo non vi deluderà.
"Dimentichi il mito della Casa Bianca creato dalla stampa" (Deep throat cit.)
Il Watergate sgretolò fino alle fondamenta quel mito, un colpo che l'America non ha mai assorbito del tutto, ancora oggi. Da una semplice effrazione nacque una delle inchieste giornalistiche più memorabili della storia. Due singoli individui alle prese con un pezzo di cui intuivano il potenziale ma senza immaginarne la portata, ricostruiscono febbrilmente una storia nata da un fatto banale che si dirama in tante direzioni, fatto di circostanze, di nomi, la maggiorparte di essi che non avranno mai un volto, la ricerca della verità diventata un'ossessione, anche senza tanti scrupoli considerando il modo in cui carpiranno informazioni manipolando o ingannando il proprio interlocutore. Anche la menzogna o l'inganno può essere un mezzo per arrivare a verità nascoste dietro i simboli stessi del potere che si vedono sullo sfondo, inaccessibili come un castello kafkiano e marci al loro interno. Tutti gli uomini del presidente racconta come la capacità di una stampa indipendente può essere il guardiano del potere stesso. Il contrasto della fotografia di Willis ne è una testimonianza con il bianco che domina la redazione del Washington Post e la cupezza degli esterni in cui le poche luci sono divorate dalle tante ombre del contesto e dove una paranoia sempre più strisciante lo renderà ancora più opprimente e sinistro. Un resoconto avvincente che non si perde in inutili fronzoli e si dedica completamente a quel resoconto in maniera puntigliosa, a cercare conferme su conferme fino a distruggere il mito dell'America stessa. Due singoli uomini che sembrano perduti nella tentacolare Washington o divenire minuscoli di fronte all'immensità della Biblioteca del Congresso hanno scardinato dall'esterno ciò che era ritenuto inaccessibile. Tutti gli uomini del presidente oltre ad essere un capolavoro é uno di quei con cui devi fare sempre i conti quando si parla di cinema di denuncia ed impegno civile. Tutti, senza alcuna eccezione.
"Non c'é in gioco niente, a parte il Primo Emendamento, la libertà di stampa e forse il futuro del paese" (Ben Bradlee cit.)
Certo sapere, a ben quarant'anni di distanza, già tutto dell'inchiesta e degli strascichi che ha portato, non può per forza di cose comportare un beneficio ulteriore per il film in sé e per sé (cioè riguardo alla sua visione momentanea), secondo me. È molto apprezzabile il taglio che gli è stato dato: niente eroismi, nessuna forzatura o voglia di spettacolarizzare, anzi...Aggiungo una battuta: Redford proprio non ce la fa proprio: anche qui ha voluto metterci una sua puntina di paternalismo, ahah! Recitazione non eccezionale, ma comunque sufficiente.
Un gran bel film d'inchiesta,forse nel suo genere uno dei migliori,parecchio coinvolgente,anche se non sempre facile da seguire visto che tratta un caso completamente americano e che ha per protagonisti un certo numero di personaggi politici americani........... Di ottimo livello l'aspetto tecnico,bravissimi i due attori protagonisti,Dustin Hoffman e Robert Redford nei panni dei due giornalisti protagonisti. Un bel film che nonostante la lunga durata non annoia praticamente mai,da vedere almeno una volta.
ottimo film d'inchiesta trattato con stile quasi documentaristico.
Il limite sta nella vicenda che all'epoca era semi-sconosciuta persino negli stati uniti e tratta di una vicenda di per se non toppo interessante. Diciamo che in questo film gli attori e lo stile sopperiscono ai limiti della vicenda.
Sicuramente è tra i migliori film d'inchiesta che ho visto. Redford e Hoffman straordinari. Ha vinto 4 oscar ma solo 2 sono meritati. Tratto anche da un libro. Da non perdere.
Di indubbia rilevanza storica e di pregevole manifattura ed interpretazione, seppur lento in qualche passaggio, Tutti gli uomini del presidente è senza dubbio un film che va visto. Seppur non è facile ricostruire tutta la vicenda, il film ne da un buon affresco e un buon principio d'indagine, seguendo le ricerche di Woodword e Bernstein. I due intraprendenti giornalisti non si danno per vinti ai numerosi rifiuti di coloro che credevano informati della faccenda e insistono, avendo successo, nel recuperare e confermare preziose informazioni, rendendole di dominio pubblico. Ottimo.
Un film prettamente americano che tratta una vicenda prettamente americana; difficile quindi farsi coinvolgere da una storia politica che può comprendere (ed interessare) pienamente solo lo "Stato" a cui si rivolge (sarebbe come importare negli States un film su Saragat). Ancora peggio se visto quarant'anni dopo da uno spettatore medio ignorante come il sottoscritto che dello scandalo conosce poco o niente; e il film inchiesta in questione non è che dia molte spiegazioni al riguardo, anzi, a fine visione c'è pure il rischio di ritrovarsi ancor più confusi di prima.
Onde per cui, belle inquadrature ed interpretazioni dei rampanti Hoffman e Redford a parte, rimane ben poco da ricordare in quanto il film si presenta monotono e lineare per tutta la durata, per non parlare del fatto che lo spettatore viene martellato in continuo di nomi e vicende che non gli dicono nulla e che appunto gli mandano il cervello in cortocircuito dopo appena venti minuti scarsi. E poi sa da vecchio... ma proprio tanto. Morale della favola: per apprezzare anche solo minimamente questa sopravvalutata pellicola di Pakula le soluzioni sono due; o vi preparate studiando e documentandovi in giro (cosa che quando devo vedere un film non mi va assolutamente di fare, al contrario mi aspetto che sia il film stesso a farmi da lezione), oppure evocate Doc Brown e vi fate rimandare indietro nel tempo in modo da poter vivere direttamente in quegli anni e magari capirci qualcosina di più.
In ogni caso, a prescindere che siate preparati o meno, il film è una palla; coraggioso certo, però sempre una palla rimane. Ma ovviamente sono il solito ago nel pagliaio; la media parla da sè.
Eccellente ricostruzione dei noti fatti che portarono alle dimissioni del presidente Nixon...la scala della corruzione partita da alcuni ladruncoli e che arriva al vertice piu' alto della politica Americana. Immenso il lavoro di questi due giornalisti da soli contro tutti,spesso anche contro la propria direzione, in un processo durato anni. Ricostruzione impeccabile di Pakula che puo' contare su un cast perfetto.
Ritmo incalzante, attori eccezionali, sceneggiatura semplice ma impeccabile.. che altro aggiungere? Uno dei migliori nel suo genere. Una di quelle pietre miliari del cinema che risultano interessanti e godibilissime anche a decenni di distanza.
La storia è talmente coinvolgente e ben strutturata, che anche se fosse stata interpretata da due pinco pallino qualsiasi avrebbe suscitato la stessa attenzione e lo stesso interesse nello spettatore. Va comunque dato atto a Robert Redford e Dustin Hoffman, così come al resto del cast, di risultare convincenti e ben amalgamati, anche per merito di una sapiente direzione del regista Pakula. Personalmente mi aspettavo un finale più a sensazione, ma non ho dubbi nel considerarmi molto soddisfatto dalla visione di questo film-documento decisamente riuscito.
Superbo thriller d'inchiesta sullo scandalo Watergate che coinvolse il presidente Nixon e che lo costrinse alle imbarazzanti dimissioni ormai storiche. E' indubbiamente tra i film che meglio sono riusciti a coniugare fatti e senso dello spettacolo con un efficace abbandono dell'azione più pura in luogo di una narrazione che non perde mai di interesse. Ed è con questo capolavoro di Pakula che incominciai ad amare uno dei lavori più elettrizzanti che possano esistere, il giornalista. La coppia Redford-Hoffman è solo da lodare e il film è di quelli che hanno fatto scuola. Da non perdere, non può mancare tra gli scaffali di nessuna cineteca che si rispetti.
L'inchiesta giornalistica più affascinante ed importante della storia americana è raccontata da Pakula in modo neutro e distaccato, ma troppo lineare e monotono per i miei gusti. Non ci sono inopportune celebrazioni ai due giornalisti protagonisti, Woodward e Bernstein: più che altro è un omaggio al vero giornalismo, quello professionale e libero, che controlla in modo puntiglioso indizi e fatti prima di sparare il colpo (ma la grande mole di nomi e date è sinceramente impossibile da tener presente, e ciò non aiuta a seguire con attenzione la vicenda). Redford ed Hoffman trasmettono bene l'entusiasmo dei veri cronisti d'assalto, il film è coraggioso sì, ma poco appassionante.
Ho sempre apprezzato questo film perché è uno dei massimi esempi di come il cinema possa essere avvincente affidandosi esclusivamente alla parola e all’atmosfera. Non ci sono inseguimenti o pretestuosi colpi di scena, c’è solo il fascino di un racconto che si nutre della drammaticità dei singoli eventi, incastrati in un puzzle perfetto da un regista che ha il distacco del miglior cronista. Non c’è enfatizzazione dei toni né la mitizzazione della figura del giornalista ma solo il pathos puro della scoperta della verità. In questo senso non sorprende che il racconto non abbia un crescendo emotivo quanto piuttosto un andamento lineare, fino ad un finale che non si interessa delle conseguenze politiche dello scandalo. Non è semplicemente un film sul giornalismo ma un film che ha lo stile e lo spirito del giornalismo (migliore).
Grande film di Pakula sul clamoroso scandalo Watergate. Il clima di paranoia di quegli anni si respira certamente con "La Conversazione" di Coppola, mentre "Tutti gli Uomini del Presidente" è una perfetta ricostruzione dei fatti, quando fare il mestiere del giornalista era tutt' altra cosa, e di come dei semplici cittadini (Woodmard era il meno pagato della redazione del Washington Post) possano far saltare il posto più alto in carica alla Casa Bianca. Alan Pakula si sa muovere negli interni come Lumet, e importante il contributo fotografico di Gordon Willis ("Il Padrino", "Manhattan").
Bellissimo film-documentario di quanto successe durante il mandato Nixon nel cosiddetto Watergate.. Di assoluto spessore l'interpretazione di due giornalisti del Washington Post da parte dell'accoppiata Hoffman & Redford che rendono il film avvincente e mai noioso! Notevole la regia di Pakula che rispecchia fedelmente quanto accaduto! Una considerazione personale: se il giornalismo attuale prima di pubblicare una notizia, verificasse come nel film la seria attendibilità della stessa, sarebbe senza dubbio una società migliore...
"When the president does it, that means that it is not illegal" R.Nixon
Ricostruzione direi infallibile di uno dei momenti più bui della storia politica ameicana. Un saggio di giornalismo puro e coraggioso (che noi in italia ci sogneremmo) che portò a galla le mille sfaccettature di uno scandalo apparentemente innocuo (almeno agli inizi) come il Watergate, non un semplice caso di spionaggio politico, non un banale tentativo di effrazione negli uffici del comitato democratico per l'elezione di R.Kennedy, ma una sofisticata rete di deviazioni, infiltrazioni, tangenti e intrighi che coinvolgevano orizzontalmente e verticalmente a tutti i livelli (dai comitati di elezione al presidente passando per i servizi segreti) il governo, al fine di controllare gli avversari politici e qualsivoglia elemento che venga deputato come minaccia o pericolo per il controllo autoritario del presidente Richard Nixon.
Pakula riesce a dosare molto bene i pochi momenti di suspense senza i quali probabilmente l'attenzione dello spettatore verrebbe inevitabilmente a calare. Un film dall'enorme valore pubblico, perchè seppure romanzando, riesce nel difficile compito di tradurre sinteticamente ma razionalmente e in maniera anche semplice una serie di eventi poco chiari, mettendo infine in luce l'importanza di una stampa sfacciata in una società democratica.
Il paragone con Andreotti è una tentazione molto forte, solo che ciò che accadde a Nixon nonostante il perdono presidenziale concessogli da Ford, che pur fece grandissimo scandalo, è nulla al confronto del trattamente che noi abbiamo dato al Divo e che purtroppo continuiamo a dargli.
Questo film invece è un tentativo poco riuscito di emulare lavori come "Quarto potere"...Film di denuncia, spionistico e giornalistico che mette in mostra le magagne dei governi e quant'altro gira attorno a queste storie. La coppia di protaginisti e azzeccata e molto incisiva ma il film rimane mediocre e poco attraente, magro e monocorde, nonchè troppo lungo.
Pakula si conferma e riconferma buon regista di solido mestiere, anche se comunque continuo a preferire di suo l'ottimo Una squillo per l'ispettore Klute per esempio.
Qui ci si trova di fronte ad un film piatto, difficile da seguire, ma comunque ben diretto, mai noioso e soprattutto ben interpretato da un duetto di attori al loro meglio (si vocifera tra l'altro che ciascuno non conoscesse solo le proprie di battute, ma anche quelle dell'altro!).
Ha ragione il Morandini, questo film è un atto di amore nei confronti della stampa!
Atto d'amore inoltre cinematograficamente buono ed assolutamente da vedere.
Noiosa trasposizione cinematografica della celebre indagine condotta dai due giornalisti del Washington Post, Woodward e Bernstein... La storia è riproposta fedelmente e proprio per questo non è così avvincente.. Il film è ben fatto, senza elementi cinematografici superflui (anzi, a volte quel poco di colonna sonora è addirittura di troppo...) Insomma.. lo scandalo Watergate è stato un evento storico (soprattutto per gli americani!) ma come sceneggiatura per un film non è il massimo....... dovrebbe esserci ..che ne so.. almeno un omicidio..una storia d'amore..no?
La storia del celebre scandalo Watergate, che costrinse alle dimissioni il presidente Nixon, nel più classico dei thriller politici firmati Alan J. Pakula. Il più famoso inchino del mondo del cinema verso i media e un lavoro che, se svolto fino in fondo, rimane uno dei più appassionanti che ci siano: sfidare tutti i giorni Golia è una tentazione alla quale è difficile resistere. Eccellente coppia di attori protagonista.
Due interpreti d'eccezione danno vita allo scandalo Watergate, interpretando i due giornalisti Woodward e Bernstein che insieme hanno portato alla luce uno scandalo di enormi proporzioni. Il film però si limita a raccontare prettamente il fatto politico. Istruttivo.
Una della più famose pellicola di denuncia giornalistica made in U.S.A. Storia ovviamente molto americana, con la famosa inchiesta dei due giornalisti del Washington Post che portò alle dimissioni del presidente Nixon (il famoso scandalo Watergate) ..espressione perfetta del giornalismo d’assalto, il racconto vive di una costruzione per tasselli che condurrà i due instancabili protagonisti a smascherare uno dei più grandi casi di corruzione americani del secolo scorso ..pellicola però che, specialmente dal punto di vista tecnico, purtroppo risente del passare del tempo anche se, nella descrizione e rappresentazione del quarto potere, risulta indubbiamente pregnante e sempre attualissima. La narrazione è lineare, costellata da una serie molto grande di nomi, date, funzioni istituzionali, ed altri dati che ne rendono un po’ pesante e soprattutto difficile la visione, in considerazione del fatto che parliamo di avvenimenti di cronaca lontani sia temporalmente che fisicamente ..indubbiamente la costruzione risulta ineccepibile, capace di svelarci i retroscena, le difficoltà, le perplessità che si annidavano dietro il lavoro dei due scaltri cronisti ..ma l’assenza di veri colpi di scena, di dinamismo alla lunga (in una pellicola che supera abbondantemente le due ore) si fanno sentire. Gran bella prova d’attore sia per il già affermato Robert Redford sia per un ancor giovane Dustin Hoffman, una bella coppia che mostra tutto il loro grande talento ..direzione asettica ed estremamente rigorosa, che si limita al racconto dei fatti, del pur apprezzabile regista Alan J. Pakula.
Tratto dal libro degli stessi Carl Bernstein e Bob Woodward questo film è uno dei migliori film d'inchiesta mai realizzati. Un ottimo omaggio al quarto potere ed un buon mezzo per conoscere uno degli scandali più devastanti subito dal partito repubblicano negli ultimi anni. Ottime le interpretazioni di Redford e Hoffman, giovani ambiziosi e passionali. La regia di Pakula è piuttosto asettica si limita alla narrazione cronologica della scoperta.
Ciò che rende eccezionale questo film è l'impareggiabile accoppiata di attori Redford-Hoffman. Basterebbe solo questo, e invece abbiamo anche una regia fenomenale e un ritmo da tenere col fiato sospeso. Il bello è che è storia vera: mai visto un film fatto così bene che parli di fatti di cronaca così recenti. Da non perdere.
Uno dei capisaldi del cinema d'inchiesta e sicuramente il piu'brillente,energico,eccitante e soprattutto riuscito,film sul giornalismo....in un'epoca oggi preistorica(senza telefonini,e-mail e internet)Pakula ricrea alla perfezione una storia complicattissima,piena di nomi e fatti da memorizzare attraverso un ritmo frenetico e la quasi totale assenza di una vera e propia colonna sonora.Dialoghi taglienti,interpretazioni stratosferiche e tensione altissima fino alla scena finale.Grandissimo omaggio a un pezzo di storia americana ed a un mestiere di grande fascino e sacrificio.
Mi aspettavo tanto di più da questo film, a parte l'interpretazione di alto livello dei due attori protagonisti, il film nn riesce a sviluppare tutte le tematiche che offriva la vera storia insistendo sui molteplici interrogatori dei due giornalisti. Potenziale inespresso,vedremo gli altri due film in preparazione sullo stesso argomento...
Coinvolgente film su un' inchiesta che intaccò gli states che va dritto per dritto e che ha dei momenti incanzanti e non manca neanche di suspense nella scena in cui Redford esce dal parcheggio. Perfetta la coppia di protagonisti. Peccato che ripassi poco in TV.
Immenso film documentario che racconta in maniera fantastica uno degli scandali politici americani degli anni 70!Redford e Hoffman ai massimi livelli cosi come tutto il resto del cast.IMPERDIBILE
Un film favoloso, con un cast di prima scelta, ed oggi che i protagonisti non sono più dei ragazzini, posso dire anche con un cast di attori come Martin Balsam e tutti gli altri giornalisti della "vecchia guardia" irripetibile. La storia è quella dell'effrazione al Watergate, con l'accento sul potere dei giornalisti di rovesciare governi, ma SOTTOLINEANDO che tale tipo di giornalismo assume tale potere SOLTANTO con la certezza delle notizie che scrive. Oggi potremmo dire "perché in Italia i giornalisti non hanno questo potere", semplicemente perché il giornalista oggi è piegato alla tendenza politica del giornale, e quindi procede in senso contrario a quello palesato dal film, nel quale invece è la politica che si piega ai giornalisti. Un Alan J.Pakula favoloso, che molti anni dopo replicherà un altrettanto valido lavoro con "the pelican brief".
Bellissimo film degli anni '70, con un duo di grandi attori, Dustin Hoffman e Robert Redfort, grandi interpreti dei 2 giornalisti che portarono alla ribalta lo scandalo watergate che portò alle dimissioni di Nixon. Film politico - spionistico, di immenso valore, e di fondamentale importanza (come "i tre giorni del Condor") nella nuova Hollywood.