sotto l'ombra regia di Babak Anvari Gran Bretagna, Qatar, Giordania 2016
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sotto l'ombra (2016)

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locandina del film SOTTO L'OMBRA

Titolo Originale: UNDER THE SHADOW

RegiaBabak Anvari

InterpretiNarges Rashidi, Avin Manshadi, Bobby Naderi, Ray Haratian, Arash Marandi

Durata: h 1.24
NazionalitàGran Bretagna, Qatar, Giordania 2016
Generehorror
Al cinema nel Settembre 2016

•  Altri film di Babak Anvari

Trama del film Sotto l'ombra

Dopo la rivoluzione di Teheran degli anni '80, un male misterioso comincia a tormentare la casa di una famiglia.

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Voto Visitatori:   6,58 / 10 (18 voti)6,58Grafico
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Voti e commenti su Sotto l'ombra, 18 opinioni inserite

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DankoCardi  @  09/01/2020 19:33:03
   6 / 10
Davvero ben realizzato per essere un film di produzione prevalentemente mediorientale. Brave le due interpreti, una madre ed una figlia sole e sparute, esposte al pericolo sia dentro casa che fuori (vedere la scena in cui la madre fugge in strada e viene arrestata...perchè senza velo!). Il regista riesce ad amalgamare horror e dramma immergendo tutto negli anni di un conflitto, nei tempi in un cui una bomba poteva pioverti in testa in qualsiasi momento; anche l'atmosfera è delle migliori. Purtroppo il punto debole anche in questo caso è il finale frettoloso che quasi tronca una storia già viziata da un ritmo un pò discontinuo rendendo la pellicola non più che sufficiente.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  09/12/2019 22:15:35
   6½ / 10
Horror dalla trama lineare in pieno stile iraniano, qualche sobbalzo e nell'insieme prodotto soddisfacente.
Qui non ci sono solo fantasmi, ma anche le minacce della guerra, i diritti violati delle donne, le incomprensioni in famiglia e la sottovalutazione della moglie.
Vale la pena una visione.

Vax87  @  30/11/2017 11:21:02
   7½ / 10
Davvero ben fatto, mi è piaciuto molto, sia per l'ambientazione originale sul quale si basa la trama sia il contesto in cui si svolgono i fatti in una Teheran soffocante e frustrante inerente all'assetto politico e culturale e a tutte le privazioni a cui una donna è soggetta. Come per babadook , mi è piaciuto il rapporto madre figlia in cui il senso di protezione della madre solinga per la bambina, (in un contesto di lucida follia onirica) è alienante e si alterna tra spettrale e angosciante. Visioni o realtà rimane un interrogativo fino a quando, in questa situazione claustrofobica , la mamma inizia a credere alla figura mitologica del Jinn anche nominato nello stesso Corano e a cui tutte le sue vicine di casa sembrano credere. Un bel finale non troppo scontato e incalzante il grigiore di fondo su una città spietata e dilaniata dagli attacchi della guerra.

Alex22g  @  16/11/2017 11:05:28
   8 / 10
Ottimo Horror Iraniano dove la tensione ed il contesto della guerra svolgono grande importanza sulla riuscita del film .
Ci sono elementi in comune con l'ottimo Babadook ma il film ha una sua forte personalità. Si gioca molto con il vedo/non vedo e non ci sono scene particolarmente forti a livello visivo, ma cio nonostante il film funziona alla grande secondo me . Mi ha lasciato una certa inquietudine e quindi un 8 pieno per me .

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  24/10/2017 01:49:40
   7 / 10
Nell'orrore del conflitto bellico tra Iran e Iraq si innesta la vicenda horror di una donna che deve fare i conti con la repressiva società khomeinista e con imprecisate presenze sovrannaturali.
Pur riciclando l'abusato tema della casa infestata, questa produzione anglo-iraniana riesce a mettere in scena un buon horror con sfumature psicologiche e socio-politiche. Una piacevole sorpresa.

BlueBlaster  @  05/07/2017 15:40:09
   6 / 10
Arriva alla sufficienza perchè è un film curato dal lato registico, ben recitato e che sopratutto utilizza un background per nulla leggero ma bensì gli anni 80 in Iran con tutta la coraggiosa denuncia che ne può saltar fuori...per me è da vedersi appunto come storico-drammatico perché come horror ha ben poche carte da giocarsi.
Paura zero, novità pochissime, tensione altalenante...
Quà è la qualche bella sequenza (mi ha ricordato "The Darkness") ed un costante clima di inquietudine.
film serio ma si poteva avere di più.

1 risposta al commento
Ultima risposta 05/07/2017 15.43.22
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alex94  @  15/05/2017 11:03:51
   7 / 10
Una piacevole rielaborazione in salsa iraniana del classico format della presenza demoniaca che infesta una casa.
Il risultato finale è sicuramente riuscito in quanto nonostante la tematica trattata sia stata vista e rivista in numerose salse,raramente l'abbiamo vista inserita all'interno di un ambiente culturale abbastanza distante dal nostro e per di più all'interno di un periodo storico anche abbastanza oscuro di suo per quel paese (la sanguinosissima guerra tra Iran e Iraq).
Sono questi i due i tipi di orrori che incombono sulla madre e la figlia che si ritrovano praticamente prigioniere all'interno della propria casa,l'orrore e la paura reale,quella della guerra,dei bombardamenti e quella immateriale,per il Jinn,il demone,che sembra aggirarsi per l'ormai abbandonato palazzo.....
Per gran parte della pellicola non si riesce a capire se il demone esista realmente o se sia frutto della mente sconvolta della bambina che arriva a contagiare anche la madre una donna scontenta per non aver potuto continuare a studiare medicina e costretta a vivere da sola nell'appartamento con la figlia (il marito è al fronte).
E proprio questo è uno degli aspetti in cui il regista Babak Anvari è stato più bravo a mantenere il tutto abbastanza ambiguo per gran parte della pellicola,dando la risposta allo spettatore solo attraverso i piccoli particolari.....
La tensione la trasmette in un modo alquanto diverso dalle pellicole (sopratutto americane) uscite negli ultimi anni,niente jump scare o i soliti triti e ritriti trucchetti del genere,ma soffermandosi sulla psicologia delle due protagoniste,ne mette in luce i vari sentimenti e ne mostra le paure,riuscendo a regalare anche alcuni brividi allo spettatore.
Merita una visione,convincente.

ferzbox  @  07/05/2017 17:27:23
   7 / 10
Avevo letto di alcune specularità con "Babadook", ed era tra le cose che mi hanno portato a vedere quest'opera, oltre al paese d'origine e alla trama curiosa.
Devo dire che il film ha delle fondamenta solide; la location e le situazioni che nascono dalle influenze culturali di un paese come L'Iran contribuiscono molto ad alimentare l'atmosfera orrorifica che verrà a nascere nella seconda parte, dato che il terrore vero(solo leggermente influenzato dall'horror odierno) acquisisce un valore molto più teologico che occulto o fantasioso; la tremenda minaccia della guerra, dei bombardamenti e del tenore di vita non propriamente splendido, sono un'ulteriore punto di forza per far crescere quel senso di disagio e suggestione necessario allo spettatore per carpire lo spirito vero di quelle credenze religiose.
In questo va a braccetto con "Babadook"; anche in quel caso la paura per qualcosa di sconosciuto era legata ad un fattore psicologico o comunque di malessere interiore; qui la psicologia conta poco, è più associato ad una influenza culturale(da alcuni del posto considerata talmente inverosimile da pensarla semplicemente come un qualcosa da attribuire alle favole o al folklore), ma pur sempre molto presente nella storia di quei popoli...e qundi indiscutibilmente plausibile.
Questo binomio creato da tutto ciò che dovrebbe esistere e non è probabilmente il punto di forza maggiore di "Under the shadow", dandogli una forma che non si può prendere sotto gamba; probabilmente basterebbe questo per giustificarne la visione.
Tuttavia il film arriva ad un certo livello per poi stazionarsi a causa di alcuni elementi che, personalmente, avrei certcato di rendere più incisivi; come un finale più originale e una maggior presenza di scene diverse tra loro; infatti su quest'ultimo punto si concentra il mio voto alto ma non eccessivo; se nella parte dedicata all'aspetto orrorifico ci fossero state meno situazioni ridondant, probabilmente la pellicola ne avrebbe giovato.
Ciò nonostante l'ho trovato un buon prodotto che ha saputo affrontare il genere horror cercando di lasciare anche altri messaggi legati alla situzione iraniana degli anni 80, e di conseguenza, molto meno banale di tanti altri horror occidentali(sopratutto americani)......ed è un discorso legato anche al comparto tecnico; come la regia, la fotografia e il montaggio....che potevano essere senz'altro migliori ma vanno abbastanza bene anche così.....

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Satyr  @  28/03/2017 09:06:16
   7 / 10
Nella miriade di copia e incolla di prodotti horror usciti negli ultimi anni Under the shadow è una graditissima sorpresa: il sociale inserito nel format della classica casa stregata. Niente di più lontano dalle classiche saghe americane.

Pongo  @  15/02/2017 10:32:26
   6½ / 10
L'ombra della paura è un horror che utilizza la classica impronta del genere paranormale per far cogliere l'oppressione e la paura subite dalle donne iraniane. I forti limiti che devono affrontare per ideologie politiche o sessiste da parte del governo. Il punto di forza del film è la sensazione di essere perennemente in pericolo. All'inizio era l'impossibilità di trovare una stabilità lavorativa, poi questa sensazione si trasforma in puro terrore: di giorno la paura dei bombardamenti iracheni, di notte dall'opprimente presenza malefica che assume sempre maggior potere con l'aumentare della solitudine.

Larry Filmaiolo  @  14/02/2017 21:24:36
   7 / 10
a me è piaciuto, e m'ha pure fatto discretamente paura. gran bella gn occa la protagonista. bedda bedda.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  22/01/2017 23:50:32
   7½ / 10
Under the shadow è un horror particolare, di forte impronta autoriale che usa le regole del genere per far emergere un forte discorso sociale e politico. Nell'Iran della rivoluzione khomeinista, ulteriormente radicalizzato dalla guerra senza fine con il vicino Iraq, si assiste ad una forte regressione della condizione femminile del paese. Non è un caso che sono due figure femminili ad essere poste sotto attacco non solo dai missili che piovono su Tehran, ma dai demoni della mitologia araba che sono l'incarnazione stessa del vento che spira nella nazione persiana. Si appropriano o nascondono oggetti che sono fortemente legati con la persona che li possiede. Shired è una donna forte e razionale che si trova a dover lottare non solo contro queste creature ultraterrene, ma anche con l'ottusità di un regime che le impedisce di proseguire la carriera accademica, privandola di un'alternativa differente dal destino di semplice donna di casa. L'invasività di queste presenze lascia soprattutto il segno nella dimensione domestica che diventa sempre più caotica. E' proprio su questo elemento che il film centra il suo bersaglio. Il caos penetra all'interno delle mura dell'appartamento. Non esiste scampo nemmeno nel posto ritenuto puù sicuro, distruggendo gradualmente l'unico spazio di piccola indipendenza di fronte ad un esterno ormai ostile. La fuga è solo l'epilogo amaro di una sconfitta, di una vita ormai senza futuro. Non è un horror per tutti, quindi cari bimbominkia andate altrove.

GianniArshavin  @  17/01/2017 16:50:24
   7 / 10
Dopo il bello e suggestivo A Girl Walks Home Alone At Night, l'Iran lancia un'altra bella sorpresa nel panorama horror, questo Under the shadow diretto dall'esordiente Babak Anvari.
La pellicola è stata accostata da parecchie fonti al quasi coevo Babadook, e devo dire che le similitudini non sono certamente poche. Rispetto al film della Kent, il prodotto iraniano ha più chiavi di lettura, e devo dire che nel complesso eguaglia il "cugino" australiano.
La storia è ambientata durante la guerra fra Iran e Iraq risalente agli 80, in una Teheran bombardata dagli attacchi degli caccia iracheni. Le protagoniste sono una madre e una figlia, che vivono in un palazzo della capitale della nuova Persia.
La donna, medico mancato a causa di posizione politiche non gradite all'attuale regime, vive in una condizione psicologica di perenne insoddisfazione familiare, lavorativa e personale. La situazione si complica quando la bambina inizierà a vedere strani esseri aggirarsi per casa.
Under the shadow dunque è una pellicola dalle molteplici connotazioni e non una semplice ghost story. Il film si presta alle interpretazioni più disparate, da quella psicologica della protagonista alla metafora sulla guerra, componente importante all'interno della vicenda e non di mero contorno.
Oltre ai significati l'opera di Babak Anvari riesce a coinvolgere grazie ad una costruzione narrativa sapiente, che accompagna piano piano nel vivo della tensione lo spettatore. Le scene forti sono poche ma ben dosate e calibrate, e nonostante l'assenza di vera paura il regista riesce a creare uno stato d'ansia palpabile.
Altra componente da non sottovalutare è la grande caratterizzazione dei personaggi (compresi i comprimari) e la prova di alto profilo di tutto il cast.
Malgrado non sia esente da difetti, tipo la scarsa originalità o la mancanza del guizzo geniale che lo elevi definitivamente, Under the shadow è una piccola chicca che arriva dal medio oriente e spero riesca ad ottenere la stessa fama di Babadook o prodotti simili.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  06/12/2016 10:07:58
   7½ / 10
Sullo sfondo il conflitto tra Iran e Iraq, sono gli anni '80, l'integralismo religioso della rivoluzione islamica ha cominciato ad allungare la sua ombra maligna su Teheran e dintorni. Shideh, moglie e madre, ma anche aspirante studentessa, per il suo passato avverso al regime Khomeinista viene negato il diritto allo studio. Abbandonata con la figlia piccola dal marito, costretto in qualità di medico ad andare sul campo di battaglia, la donna comincia ad avvertire strane presenze attorno a lei, concentrate soprattutto nei confronti della bambina.
Molto interessante questo horror atipico (non solo per la provenienza medio-orientale): Babak Anvari è regista di un piccolo gioiellino, in cui le tematiche associabili a ghost story e situazioni di presenze domestiche inquietanti si innervano in un tessuto sociale sconvolto dalla guerra, perennemente scosso dalla minaccia rappresentata dai missili iracheni.
Tra un allarme antiaereo e un evento pauroso di inspiegabile soluzione le vite delle due protagoniste cominciano ad incepparsi, a dimostrare un disagio crescente che è dapprima quello di una famiglia messa alle strette poi, più in generale, quello di un paese a cui è stata sottratta la libertà, come eloquentemente immortalato nella scena della fuga notturna.
Anvari lavora in sottrazione, mostra il minimo indispensabile e si fa più audace solo verso il finale, e pur non azzeccando tutto (la scena sotto il letto l'ho trovata abbastanza debole), regala qualche salto sulla poltrona e soprattutto rende allo stereotipo horror una nuova dignità, perfettamente inserita in un quadro sociale destinato alla veloce decadenza. Molto buona l'idea di insistere molto sull'ossessione della protagonista, di esasperarne gli atteggiamenti, sino ad insinuare il dubbio che i jinn invasori siano solo frutto di una mente divorata dal fallimento e dalla paura.

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