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Personalmente l'ho gradito meno rispetto al primo capitolo, presentando qualche flashback e qualche richiamo al cinema giapponese di troppo, oltre che un ritmo non proprio incalzante, con questo non voglio certo dire che non sia un lavoro originale e privo di profondità (si sta pur sempre parlando di un genio come Tsukamoto) solo di una pellicola che presenta una svolta più intimista che in questo caso non sono stato in grado di apprezzare completamente. Registicamente perfetto e ben sorretto dal cast. Un film da vedere se avete apprezzato il primo "Nightmare Detective" ma a mio avviso si inserisce tra le opere minori de maestro nipponico.
Ho guardato anche il secondo film perché il primo mi era piaciuto molto, ma questo secondo film l'ho trovato inferiore al primo. Rimane un buon film, ma non bello come il primo. La storia l'ho trovata un po' scontata
(le solite liceali che fanno lo scherzetto ad una loro compagna più timida, e questa si vendicherà entrando nei sogni delle compagne e uccidendole), nel frattempo c'è in contemporanea la storia famigliare del protagonista (il detective nightmare) dove si cerca di spiegare perché la madre aveva paura del proprio figlio. (anche lei sapeva leggere nel pensiero e questo potere l'aveva trasmesso al figlio).
In questo film non c'è più l'argomento suicidio in primo piano, (anche se l'argomento è presente), ma si parlerà di più della paura. Paura di questo mondo, la paura di vivere, ecc. L'atmosfera dark è rimasta, e anche le scene oniriche. Devo dire che ho preferito la storia famigliare del protagonista a quella delle ragazzine, però rimane un buon film (thriller/horror). Poi questo film non ha dalla sua parte la novità del primo film, e quindi diciamo che sa di già visto. In più, personalmente, l'ho trovato a tratti lento nella narrazione. Ho notato che negli horror giapponesi c'è sempre una morale di fondo, e questo lo trovo una cosa positiva, ma ogni tanto è bello anche l'horror puro, dove di morali non ce né, e dove c'è solo il pazzo, o l'entità paranormale, che vuole uccidere (diciamo che questo ultimo modo che ho descritto, di fare horror, si vede di più nei film americani). Consigliato a chi è piaciuto il primo film!
Più intimista rispetto al primo capitolo, meno tetro e soprattutto si stempera sensibilmente l'aura di nichilismo di quella pellicola. La possibilità di lenire il dolore proprio condividendolo con il dolore altrui è lo spiraglio per sfuggire alle proprie paure ed ossessioni, come dimostra anche una fotografia dai colori più caldi presente specialmente nel bellissimo finale. Ma oltre alla poeticità, Nigthmare Detective 2 è anche pregevole nei vari passaggi tra lo stato reale e quello onirico con una fluidità eccellente, regalando momenti di vera inquietudine e paura.
Dopo aver visto il primo ho guardato per completezza anche questo..che dire non è malvagio..rimane sempre un film in parte ermetico e forse un po troppo lento..tuttavia la regia di Tsukamoto è di ottimo livello ed il film riesce tutto sommato (seppur a fasi alterne) a rendersi interessante grazie anche ad una discreta dose di tensione.
Visto ieri notte a Fuori Orario su Rai3 (a proposito, ma perché hanno mandato prima in onda il 2?), mi aspettavo di più. Riconosco la capacità del regista di creare scene dal sicuro impatto visivo che riescono a creare un clima di angoscia, però alla fine è tutto un alternarsi tra sogno/incubo e realtà con i 2 piani che si fondono/confondono completamente ed ho trovato il risultato finale un po' troppo pasticciato. Appena ho tempo guardo anche l'1.
il secondo capitolo di nightmare detecvive a mio parere è un altro capolavoro della filmografia di tsukamoto. un film affascinante ed inquietante. terrificante, profondo e commovente. bellissima la scena finale, di una poeticità straordinaria.
Finalmente disponibili i sottotitoli inglesi per questo film, mi sono fiondato a vederlo: adoro Tsukamoto e ho adorato alla follia il primo "Nightmare Detective" e sebbene fosse un horror mainstream con le passioni del primo Shinya l'ho trovato, personalmente, un magnifico capolavoro del genere (e non esagero) e non potevo, dunque, lasciarmi sfuggire questo nuovo capitolo dell'investigatore dell'incubo.
Così, su due piedi questo film mi ha completamente spiazzato. Dimenticato il taglio thriller-horror convulso del primo capitolo, dimenticato l'ammontare sanguineo dei delitti e dei colpi di scena, Tsukamoto mette in scena uno strano film dell'orrore impregnato delle emozioni più delicate e introspettive. Anche qui, infatti, il geniale regista giapponese ripropone, ricordando "Vital", "Bullet Ballet", ma anche il primo "Nightmare", temi difficili come solitudine, vita, morte e suicidio immergendoli nell'amniotico abbraccio del dolore.
Questo sequel è, oltre che la storia di una ragazzina perseguitata dal fantasma di una compagna di classe vittima di bullismo (tema fin troppo classico del j-horror, che in mano a Tsukamoto riesce a diventare anche interessante), un'introspezione dello stesso Nightmare Detective: le sue paure, le sue angoscie, i suoi traumi. Un uomo in grado di salvare gli altri, ma completamente incapace di salvare la sua stessa anima. Il pessimismo di un personaggio completamente estraneo e affascinante emerge nel doloroso quanto inaspettato finale.
Un film inspiegabile quanto fascinoso in grado di ammaliare i fan dell'horror (tantissime le sequenze di paura e suspense che prendono il posto dei feroci effetti gore del primo) e i puristi di Tsukamoto. Assolutamente sconsigliato a chi non aveva apprezzato il primo "nightmare".
A mio parere resta un ottimo film, ma lontano anni luce da quello strabigliante predecessore ingiustamente sopravvalutato che osava di più (sia in termini visivi che narrativi) e che sapeva mantenersi avvincente anche dal lato dell'intrattenimento.
Tsukamoto continua a mescolare realtà e irrealtà, a sovrapporre i due strati e ad indagare i temi che ultimamente hanno priorità nei suoi interessi (soprattutto il fenomeno 'sociale' dei suicidi in Giappone). Opera questa ricerca tortuosa con la solita efficacia pur non apportando novità nel linguaggio e nella forma. Rispetto al primo capitolo del suo progetto (che al momento resta congelato per volontà dei produttori - ha dichiarato - ) il tentativo è di estendere i contenuti congiungendoli meglio con il processo di regressione che opera il protagonista. Negli ultimi film la 'ribellione' di un singolo ad una intera città (Tokyo) si è gradualmente spostata su un piano più intimista e più allargato. Come già scritto in passato è una metamorfosi cinematografica con i suoi pro e i suoi contro. Quella 'magia' devastante che 'tokyo fist' e 'bullet ballet' sprigionano si fa più sottile ma meno sconvolgente, almeno in teoria. Torna il Nightmare detective (Ryuhei Matsuda), questa volta alle prese con gli incubi di una ragazzina rea di aver architettato, assieme a due amiche, un macabro scherzo ad una compagna di classe 'un pò strana' (cit.). Il protagonista, inizialmente riluttante ad occuparsene, trova un collegamento tra la storia della sventurata e quella della propria figura materna. Il filo conduttore del film si rivela essere una panfobia indiscriminata e senza spiegazione apparente. Il viaggio (irreale e reale, fino a confondersi) alla ricerca della causa di tale paura è ne costituisce il leitmotiv, tra flashback e il solito climax ascendente fino al recupero di quelle informazioni-chiave che svelano (anche se non completamente) una natura sommersa, insita nell'uomo. Essa è quella verità, quell'invisibile 'che è nel sangue' (dice Tsukamoto), sopraffatto dalla società moderna alienante (che trova il suo simbolo in Tokyo) che costruisce un falso Sè e in cui 'tutto è visibile'. E così la paura generalizzata per ogni cosa, di cui siamo vittime nell'ambito di un processo radicale che ci scollega dai nostri bisogni 'reali', trova forma nei volti mostrificati della madre della protagonista e degli altri personaggi inquietanti (siamo sicuri che siano irreali? ecco quando realtà e irrealtà si sovrappongono, si scambiano di significato) che imperversano in questo 'enorme incubo fatto di incubi'. Al di sopra del mondo sotterraneo che il film rivela nel suo dipanarsi, pur non apportando come detto novità la trama si lascia seguire piacevolmente e in particolare ci sono sequenze che generano una suspance notevole (quella dell'ascensore e i capelli rimasti nella porta...brrrr). A questo punto non so cosa succederà, Tsukamoto parla di un possibile mediometraggio (come 'haze'? magari), del tema bellico che lo affascina e su cui ha intenzione di lavorare (il fatto che in Giappone non ci siano guerre da 60 anni e il conseguente, agghiacciante bisogno che deriva da tale vuoto), e di proposte di Hollywood di operare un remake del primo 'Nightmare Detective', di cui non è soddisfatto in pieno. Su quest'ultimo punto lui si dichiara scettico, e come dargli torto?