Catturati da una spietata banda di criminali, Diabolik e Ginko si trovano faccia a faccia. Rinchiusi in una cella, senza via di uscita e certi di andare incontro a una morte inevitabile, Diabolik rivela all'ispettore il suo misterioso passato. Intanto, Eva Kant e Altea sono alla disperata ricerca dei loro uomini. Le strade delle due rivali si incroceranno?
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Si poteva sperare in qualcosa di meglio per questo terzo film della saga ed invece i Manetti Bros hanno tirato fuori un lavoro abbastanza monocorde che non restituisce appieno le buone atmosfere del primo lavoro. Pur essendo un netto passo avanti rispetto al precedente "Ginko all'attacco!" ( ma ci voleva poco ) la storia è abbastanza statica, anche perchè l'intenzione della sceneggiatura è quella di indagare il passato misterioso di Diabolik per arricchirne il personaggio. Tutto bello, compresa una banda assaltatrice di banche che metterà i bastoni tra le ruote del nostro, peccato che sia raccontato con un taglio tecnico / realizzativo davvero deludente: musiche invasive onnipresenti, livello recitativo non sufficiente ( non solo della solita Bellucci ) e almeno nella prima parte una regia troppo effettistica, inadeguata all'atmosfera retrò anni '70. Insomma, la saga poteva concludersi meglio . Perchè è finita vero?
I Manetti Bros chiudono, per ora, la trilogia dedicata al "Re del Terrore" e inaspettatamente è il meglio capitolo dopo il primo così così ed il mediocre secondo. La recitazione è sempre il punto scadente della pellicola e non c'è da meravigliarsi che la Bellucci ottenga la palma d'oro anche in "Diabolik: Chi Sei?". Tratto da uno dei fumetti più celebri delle Sorelle Giussani, il numero centosette dove per la prima volta vengono svelate le origini e da dove ha preso il soprannome il ladro mascherato. Gianniotti è sicuramente migliore nel ruolo rispetto a Luca Marinelli ma anche nel terzo capitolo è poco incisivo nella storia dove complessivamente "Eva Kant" interpretata splendidamente da Miriam Leone è l'indiscussa protagonista della trilogia. Mastandrea come "Ginko" dimostra le sue discrete doti recitative. I flashbacks ambientati nell'isola di "King" con il giovane "Diabolik" sono le sequenze più interessanti.
Opera davvero scarsa e recitata da cani, sarebbe da 5 proprio ad essere generosi, ma tolgo un voto per le musiche davvero brutte che accompagnano il film per tutta la sua durata, fastidiosissime e mi meraviglio che nessuno ne abbia fatto cenno finora
La trasposizione dal fumetto e' fatta a regola d'arte,rispecchia in modo fedele il rarissimo albo,ma purtroppo a parte mastandrea e la leone,un eva Kant ottima,il resto del cast e' da comiche,a partire dalla bellucci, veramente pietosa e un diabolik che sembra un tronista di Maria de filippi(di gran lunga migliore il giovane diabolik). Peccato
Il primo Diabolik non mi era dispiaciuto affatto anche se aveva i suoi difetti. Secondo me aver girato a stretto giro sia il secondo che il terzo film della saga dal primo, unito al fatto che il primo Diabolik non è stato certo campione d'incassi, non ha dato modo ai Manetti di correggere tali difetti, anzi li ha evidenziati di più. Raccontare una storia ispirata da un fumetto è un conto, ma riprodurlo al cinema mi sembra un'impostazione castrante fin dall'inizio. Inoltre Marinelli può piacere o non piacere, ma almeno è un attore. Gianniotti non ho ancora capito cosa sia. Mastandrea e la Leone se la cavano ma il primo ormai ha poco spazio con un personaggio che al terzo capitolo è diventato monocorde. La Leone iconograficamente sembra nata per Eva Kant ma gradualmente, dal primo film, mi sembra una comprimaria di lusso. Sorte che paradossalmente tocca allo stesso Diabolik, ma con il lato positivo che meno si vede Gianniotti e meglio è, tanto che Lorenzo Zurzolo nel flashback ne esce meglio. Poi mi tocca sparare sulla croce rossa, cioè la Bellucci. A sessant'anni, senza ritocchi è di una bellezza da standing ovation che dà tante di quelle piste a ventenni e trentenni in quantità industriale. Purtroppo non sa recitare. Ogni volta che apre bocca io rido. Mi dispiace tanto per i Manetti che stimo ed apprezzo, ma si sono infilati in un ginepraio da cui non sono riusciti a tirarsi fuori. Basta pensare agli inseguimenti con auto che andavano a due all'ora e purtroppo si vedeva. Spero veramente che sia l'ultimo.
Rispetto a(l brutto) "Ginko all'Attacco" qui Diabolik torna ad avere lo spazio che giustamente gli compete in un prodotto che porta il suo nome e il risultato finale è decisamente migliore, nonostante il ruolo principale sia affidato ad un Gianniotti che ancora una volta non mi è sembrato molto adatto alla parte.
Ho notato che molte delle critiche (negative) riguardanti questa trilogia si focalizzavano sulla mancanza (o comunque poca) azione. Anche qui non aspettatevi troppo da questo punto di vista: l'intento dei Manetti Bros. non è quello di girare il nuovo "Rambo", ma si preferisce focalizzarsi sulle interazioni tra i personaggi con tanto di gustoso flashback sulla vita del protagonista girato in perfetto stile "Sin City". Ottima espediente la banda di malviventi: restituisce al film il gusto retrò e ci regala (con la complicità di una buona regia) una sequenza iniziale, quella della rapina, davvero notevole.
Dei 3 films a mio avviso il peggiore, ma cmq guardabile e godibile...va bene il focus sulla vita del giovanissimo diabolik, ma oltre ad arrivare ben dopo la metà film, risulta totalmente staccato dalla trama principale, che, tra l'altro, verte non su dei colpi di diabolik ma su una banda rivale...
Ultimo capitolo della trilogia dei Manetti Bros dedicata al personaggio di Diabolik, a mio parere anche quello più riuscito, una bella storia, raccontata bene, con ritmo. Inoltre gestita bene tutta la parte dove Diabolik racconta le proprio origini a Ginko, con flashback continui che rendono interessante tutta quella parte. Sempre perfetta nella parte la Leone, una Eva Kent azzeccatissima e super sensuale, mentre molto meno la Bellucci, con un doppiaggio inascoltabile che la rende veramente antipatica. Una trilogia assolutamente da vedere, peccato per l'errore nella scelta dell'attore di Diabolik nel primo film, rimediata subito dal secondo capitolo.
Forse perchè giunti al terzo capitolo l'effetto "fedele trasposizione cinematografica del fumetto originale" è terminato, o forse perchè persiste quell'unico difetto che ha accompagnato anche i prededenti due capitoli, ossia "la mancanza di un vero colpo di scena, quel qualcosa in più che generalmente stupisce e sorprende sul finire di ogni Albo" (cito testualmente quanto scrissi del precedente film), ma tolgo mezzo punto adesso, pur non intaccando nulla delle due ore piacevoli trascorse a guardarlo.