un anno con salinger (2020)

Abbastanza interessante, ben interpretato e diretto con un certo garbo, UN ANNO CON SALINGER è una sorta di racconto di formazione, un viaggio alla ricerca di se stessi, dei propri interessi, delle passioni da coltivare per tentare di raggiungere la piena felicità e che non devono essere rallentate o distratte da persone e scelte sbagliate.
Un film sobrio, senza grandi eccessi, forse un po' ripetitivo in alcuni momenti ma, complessivamente, prodigo di sensazioni tangibili e qualche insegnamento utile sulla costanza e la coerenza.
Non male.

Noioso e inconcludente.

L'ambientazione a New York è l'aspetto più positivo del film, la Weaver molto a suo agio nel ruolo di agente letterario con piglio deciso; Margaret Qualley (molto apprezzata nella serie "The maid") in questo film non spicca particolarmente.
Tutto risulta un po' noioso.

Il celebre Peter Bradshaw del "Guardian" è uno dei tanti critici che hanno stroncato il film giudicandolo "derivativo - un'imitazione smorfiosamente timida de 'Il diavolo veste Prada' senza la sensualità e il divertimento." Ragionamento delirante, poiché senza quegl'elementi non ha alcun senso accostarlo al lungometraggio di Frankel. Personalmente sottoscrivo la recensione scritta da Gary Goldstein del "Los Angeles Times": la storia di Joanna Rakoff "è gestita con grazia, tenerezza e toccante credibilità da una Qualley meravigliosamente vincente di concerto con la regia e la sceneggiatura intelligenti e coinvolgenti di Philippe Falardeau." Si sarebbe potuti essere più concisi riconoscendo che "Un anno con Salinger" è la versione femminile dell'indimenticabile "Scoprendo Forrester" (Van Sant 2000), bollato dal Mereghetti com'"omoerotico" in un accesso verbigerante degno di Bradshow. Essendo io un maschietto, mi viene facile provare minor empatia per Rakoff/Qualley, però garantisco che non è affatto un ostacolo insormontabile.